Il mio canto libero

Mi sparo un mix di Pergolesi, Corelli, Gentle Giant e sono pronto per il Canto nomade per un prigioniero politico del Banco.
Certo dopo le inalazioni o ti sballi o fai sesso.
Un po’ di tip tap mi ci vorrebbe ma l’inquilina di sotto non apprezza l’arte anche se mi guarda in basso. Forse ha un principio di cataratta.
Lo so, lo so, non riesco più a scrivere qualcosa di sensato, ma cosa lo ha?
Forse la vigilessa che mi rimprovera scuotendo il dito in aria perchè non porto la cintura?
O il vecchietto che sprinta alla bilancia del supermercato rubandomi la posizione e un sorriso amaro?
O anche i tuoi occhi che vengono da lontano e mi trapanano ancora il cervello?
Grandi, con le pupille dilatate, verdi screziati, intelligenti e vogliosi che quando ti vengo a cercare nel posto giusto già c’è un lago umido e placido nel quale annego soffocando felice.
Tutto è passato, strugge solo quando il tempo è brutto e le corde di qualche chitarra vibrano malinconicamente scordate, spostando aria e sentimenti inutilmente.

Ok Ok Tè nero alla vaniglia

P.S.
Dopo un’ora altro grave errore
Aria di Alan Sorrenti
sconfitto, addento la pizza ancora calda