Senza Titolo

E l’uomo vive, si affanna, farfuglia,
prova ed è convinto, s’illude d’amare
e mette gli apostrofi.

S’arrampica sui monti e sprofonda negli abissi più neri,
nelle avventure più perverse, nella melma fino alla gola
nel marcio e poi risale leggero,
palloncino colorato verso il cielo
dove un gioco di pressione naturale lo inchioda.

Sparge seme nel vizio dell’immortalità,
sangue alla ricerca del perché della morte
e latte per vivere e nutrire speranze.
Per esse si muove come un pupo siciliano sul palco,
rigido e truccato sugli occhi e ancor più spesso nel cuore.

E poi affonda in lenzuola di seta profumate,
in un campo di fiori dorme profondo
con la natura che canta marcendogli la scocca.

Ed ecco un nuovo vagito che rompe l’aria,
coinvolge l’anima di chi lo ascolta
e due occhi e un sesso e gambe e braccia e linfa che scorre
forte e giovane ad alimentare la musica cosmica dell’essere

un nuovo giorno, una nuova vita, un passo in più

 

Senza Titoloultima modifica: 2024-07-14T15:59:26+02:00da kevinkart
  1. La riproduzione della specie è un fenomeno inarrestabile, finché non ci si arrende al niente che si nutre di contemplazione.
    L’astensione è il supremo metodo contraccettivo professato dalla nostra religione (sulle altre mi prometto di indagare), ma non ho ancora chiaro il motivo di tale decisione…tu sì?

    • Detto in modo molto rozzo, la volontà di vivere è la molla di tutto diceva Schopenhauer (se non ricordo male). E in effetti, se ci si pensa…
      Sull’astensione non saprei, i religiosi, quelli veri, sono molto strani. Credo non legassero la cosa alla contraccezione quanto all’atto stesso, in quanto ritenuto sporco e disgustoso se non finalizzato alla procreazione. Ovviamente non per se stessi (visti i risultati nel mondo cattolico) anche se il celibato e l’illibatezza hanno un loro fascino. Non trovi?

  2. Non trovo affascinante l’illibatezza e il celibato e, nel caso specifico, non riesco a spiegarmene il motivo, se associato al fenomeno religioso. I religiosi sono a favore della riproduzione degli altri ma non a quella di loro stessi: perché?

  3. La loro forma di celibato immagino fosse legata alla missione della divulgazione del credo cristiano. Una famiglia poteva essere d’impaccio.
    Oppure, scherzandoci un po’ su, non erano così convinti di essere nella ragione e sarebbe stato meglio non lasciare troppe tracce su questo pianeta.
    Invece e qui molti non saranno d’accordo, fortunatamente pochissimi mi leggono, purtroppo di segni ne hanno lasciati sin troppi a mio avviso.

    • Si tratta di estremismo: che in sé contiene la cellula giusta, ma non si sdoppia.
      Sull’ imperfezione si potrebbe discutere all’infinito, ma è la perfezione a permetterci di ragionare. Noi siamo fatti e afflitti da una dualità costante che alternandosi genera una terza condizione: la sintesi tra l’essere buoni e cattivi, felici e infelici, belli e brutti, vivi e morti.
      E chi pensa di essere uno soltanto, negando l’altro, potrebbe peccare di presunzione, oppure essere considerato santo.

  4. L’uno è dualismo. Senza una metà non esiste il tutto. Yin e Yang.

    Forse nel commentarci ci siamo persi, ma questa è la nostra reale condizione, parlo per me, ovvio. 🙂

      • Non direi, il terzo elemento , come tu lo chiami, conterrà esso stesso entrambi gli elementi in contrapposizione e al tempo stesso complementari. Al fine di produrre a sua volta altri esseri.

        Vorrei alleggerire e sdrammatizzare. ma ammetto di non esserne in grado al momento 🙂

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