La manciata di decenni che compone una vita umana non è lunga né breve. La ventina d’anni che intercorre tra la nascita e la maggiore età passa in un batter d’occhio e, benché a questo punto dell’esistenza una persona sia considerata adulta, gli individui in questa fascia d’età non sanno quasi nulla della vita e del destino umani. Man mano che acquisiscono maggiore esperienza, entrano gradualmente nella mezza età. I trentenni e i quarantenni acquisiscono un’esperienza rudimentale della vita e del destino, ma le loro idee su queste cose sono ancora molto confuse. Soltanto a quarant’anni alcuni cominciano a capire l’umanità e l’universo, che sono stati creati da Dio, e ad afferrare cosa siano la vita e il destino umani. Alcuni, pur essendo seguaci di Dio da molto tempo ed essendo ormai di mezza età, non possiedono ancora una conoscenza e una definizione accurate della Sua sovranità, né tantomeno della vera sottomissione. Alcuni non si preoccupano d’altro che di provare a ricevere benedizioni e, pur essendo in vita da molti anni, non conoscono o non capiscono minimamente il fatto della sovranità del Creatore sul destino umano, perciò non hanno appreso neppure vagamente la lezione pratica di sottomettersi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Simili persone sono totalmente stupide; vivono la vita invano.
Tratto da “Dio Stesso, l’Unico III” in “La Parola appare nella carne”
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