Evelina di Fanny Burney

 EVELINA: o la virtù e l’innocenza sotto forma di romanzo


Ma ahimè, mia cara bambina, siamo schiavi della consuetudine, vittime dei pregiudizi e non osiamo andare controcorrente rispetto a un mondo che si oppone, anche se la nostra capacità di giudizio condanna questa arrendevolezza.


“Evelina” di Fanny Burney, edito da Fazi Editore, è stata una tappa indispensabile per chi, come me, segue le orme di Jane Austen. I riferimenti alle opere della Burney si ritrovano facilmente nelle stesse opere della cara zia Jane. La curiosità mi ha spinta quindi a conoscere questo lavoro che per qualche tempo era difficile reperire.

"Evelina" di Fanny Burney

“Evelina” di Fanny Burney

La storia parla proprio di Evelina, una giovane ragazza cresciuta dal reverendo Villars a seguito della morte della madre e dal rifiuto del padre, Lord Belmont, di riconoscere in lei la figlia legittima. La vicenda è esposta sotto forma epistolare attraverso resoconti che la protagonista fa al suo tutore o ai suoi amici. Sono una serie di vicende legate a balli, riunioni e conoscenze che mettono in risalto Evelina e ci mostrano personaggi minori dalle eccentriche caratteristiche. Seguendo la protagonista nelle sue disavventure, negli equivoci spesso sopra le righe e conoscendo personaggi particolari, il lettore conosce il mistero che aleggia sulle origini di Evelina e il riscatto della ragazza davanti a un padre redento e una società piuttosto frivola.

Evelina, come vuole la tradizione romanzesca del periodo, è un libro epistolare che ci racconta una storia spesso macchiata di inverosimile. La protagonista è la perfezione in persona e incarna in qualche modo quel prototipo femminile molto delicato e quasi effimero di certi lavori ottocenteschi. Fra svenimenti, sorprese e inchini, il lettore quasi si stupisce della mancata voce della protagonista che sembra sospinta dagli eventi, senza alcuna volontà. Si enfatizza, in questo romanzo, la sua devozione filare, la sua virtù, la sua innocenza davanti a individui gretti e volgari come Madame Duval o Sir Willoughby; i colpi di scena e le coincidenze appaiono spesso molto forzate per creare situazioni. Gli stessi personaggi che hanno un ruolo più o meno importante nella vicenda hanno tratti troppo marcati per dirsi autentici: e se da una parte c’è l’irreprensibile Lord Orville, le cui virtù sono solo inferiori a quelli di Evelina, dall’altra parte il lettore incontra tipi come la famiglia Branghton il cui tratto più evidente è la rozzezza.

Evelina, torno a ripetere, è una tappa davvero fondamentale per chi è curioso di sapere e indagare su ciò che Jane Austen ha letto o conosciuto. Eppure quante e quali sono le differenze di stili fra le due autrici! Nella Burney non si può non notare uno sproloquio spesso diffuso in punti non essenziali alla storia. Ci sono episodi totalmente superflui che, invece che contribuire a dare un senso alla trama, l’annacquano tediando il lettore. Lo stile dell’autrice non è, tuttavia, da condannare: sono rimasta colpita come un personaggio quale il reverendo Villars non risulti, nelle sua lettere, mai fuori posto o interessanti. Siamo però lontani dai protagonisti austeniani che anche quando vogliono ironizzare sulle trame romanzesche (vedi in Northangher Abbey) dimostrano un brio e una trama molto ben articolata.

In conclusione, credo che chi voglia ripercorrere la vita di Jane Austen debba approcciarsi alle sue autrici preferite, tra cui la Burney e la Radcliff; tuttavia non mi sentirei di consigliare un libro del genere a chi non è appassionato del genere perché non coglierebbe nemmeno quei passaggi che rendono l’opera meritevole.

Evelina di Fanny Burneyultima modifica: 2019-07-23T10:06:47+02:00da tersicone0