Recensione “12 ore di buio” di A. Venezia

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Cosa succede se la paura si concretizza attraverso il buio che nasce nell’anima e tu sei una pedina di un gioco di cui non conosci le regole? Dodici sono i racconti che possono svelare l’arcano e sono quelli che Antonio Venezia ci propone nel suo libro “12 ore di buio” (Youcanprint Editore).

È facile parlare di coraggio quando le luci sono accese e si può vedere il nostro nemico in volto, un avversario come noi, fatto di carne e ossa. Diversa è la sorte di chi deve affrontare forze sovrannaturali, arcane e spesso obliate nella memoria dell’uomo sempre più tecnologico e lontano dalle tradizioni e i miti.

Storie di tutti i giorni, con personaggi comuni, ma impregnati di questo alone misterioso che spesso confluisce in scenari fatali.
A volte è la magia, il mito, la religione a fare da sfondo ai racconti, come ne “IL LUPO CATTIVO”dove Michael, becchino con la capacità di parlare con i morti, dopo aver risolto i loro casi in sospeso si ritrova a dover saldare con la propria vita il conto di qualcun altro; curioso il caso di un grammofono impregnato di forze maligne nel racconto “DISCO INFERNO” che porta il suo custode a commettere omicidi di cui non conserva traccia oppure si resta affascinati dalla maestra Abbie che, pur di aver eun bambino tutto suo, accetta di sacrificarne dieci a caso.
Altre volte è l’uomo stesso che crea i suoi demoni, senza scomodare quelli del sottosuolo: è il caso di Donovan ne “DIVORZIO ALL’AMERICANA”, pronto a tutto per riprendersi una moglie che ha trascurato da tempo oppure assistiamo inerti nel racconto “IL CIBO DEGLI DEI” dove l’idea di creare del cibo attraverso una stampante 3D si trasforma in un lento ma inesorabile sterminio di massa.

“…ma ormai aveva varcato quella linea di demarcazione dove gli incubi e la realtà si fondevano in una sola cosa, tagliando fuori la logica e l’empirismo”
(Il lupo cattivo, -12 ore al buio-)

I racconti di Venezia sono impregnati di una superstizione che diventa realtà, tangibile e crudele,vestita a festa per andare incontro a protagonisti raramente davvero innocenti, ma vittime tutte di una sorte avversa, riservata loro dal Fato o dalla loro anima nera.

Quindi non resta che immergersi in questa lettura frutto di una penna che ama l’horror e lo dimostra con maestria… ma prima, ricordatevi di accendere la luce, perché il buio non perdona.

Recensione “12 ore di buio” di A. Veneziaultima modifica: 2018-03-26T19:55:30+02:00da tersicone0