Concorso “La pelle non dimentica”

III° Concorso “La pelle non dimentica” Casa Editrice LE MEZZELANE

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III° Concorso “La pelle non dimentica”

Anche quest’anno la Casa Editrice LE MEZZELANE ha indetto il concorso, arrivato alla sua terza edizione, “La pelle non dimentica“:

“[…] per sensibilizzare la popolazione verso un problema che affligge i nostri giorni: la violenza sulle donne, lo stupro e il femminicidio.[…] (Regolamento del concorso)

Tra gli elaborati che partecipano c’è anche il mio, intitolato “Il primo giorno” dove parlo di una donna e delle violenze che subisce e accetta dal marito perché crede di meritarsele.
Date un’occhiata al sito LA PELLE NON DIMENTICA dove troverete anche il mio contributo IL PRIMO GIORNO_DORA MASI
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Recensione “E le stelle brillano ancora” di Mattia Cattaneo

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Un paese immerso nella natura, un passato difficile, un forte legame che proietta ombre misteriose dietro si sé. Soprattutto, però, l’amore, quello forte e duraturo che hanno i legami veri.
Tutto questo si può trovare ne “E le stelle brillano ancora”, il romanzo d’esordio del bergamasco Mattia Cattaneo, un lavoro che ha tutto questo e molto altro nelle sue pagine impregnate di sentimento e forza. Elementi che caratterizzano la protagonista Elsa, un avvocato che sfugge dalla vita stressante di Berlino; una ragazza giovane già investita dai dolori dell’abbandono materno e quelli di matrimonio naufragato da poco.
Nella sua ricerca di pace e relax c’è un solo posto dove può andare: Schwerin, un caratteristico paesetto tedesco dove l’energica Hildergar vive, portando avanti la fattoria di famiglia. Una donna forte, molto più che una semplice nonna, che ha cresciuto Elsa dove l’abbandono della madre in circostanze poco chiare.

A Schwerin la protagonista fa un tuffo continuo nei ricordi di cui la casa sembra impregnata; e se il passato è prepotentemente palpabile, anche il presente ha sfumature da non sottovalutare. Come quelle che caratterizzano gli eventi di quei primi giorni nella casa d’infanzia.Elsa dovrà chiarire il mistero intorno a Luwdig e alle sue pretese sulla fattoria; dovrà capire cosa Hildergard le ha nascosto in tutti quegli anni e dovrà affrontare un nuovo sentimento, quello per Thomas, conosciuto nella fattoria della nonna.
Così la fuga dal caos cittadino si rivela per la protagonista un momento cruciale e di svolta nella sua vita: cosa c’è dietro il velo del passato? Cosa accomuna il burbero Luwding e sua madre? Perché Elsa è crescita da sola pur avendo una nonna che dichiara di amarla più di sé stessa?

Ne “E le stelle brillano ancora” si parla, sì, di sentimenti, ma anche di legami forti, quelli che scavano dentro di noi per restarci fino alla fine. In un’atmosfera pacifica dove la natura ha un forte influsso sugli animi dei personaggi, anche la Storia si ritaglia un suo pezzettino: gli eventi della seconda Guerra Mondiale e del Muro di Berlino estendono le loro radici fino ai giorni in cui è ambientata la vicenda, divenendo parte importante nel passato della protagonista.

 È un romanzo che si propone di fare chiarezza nel cuore e nel passato di Elsa, ma anche di trasmettere al lettore la forza incastrata nelle pieghe dell’amore incondizionato, quello legato alle persone care. “La famiglia è la patria del cuore” diceva Giuseppe Mazzini: un pensiero che riassume e caratterizza queste pagine in maniera esaustiva, regalando al lettore un forte senso di calore fino alle sue ultime pagine.

Buona lettura.
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Recensione “Sanguisuga” di Beppe Perrier

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Un letto, due persone, un portone blindato chiuso alle proprie spalle. Forse solo punti e linee. È ciò che il lettore vede attraverso gli occhi di Marcello, il protagonista di “Sanguisuga”, romanzo scritto da Beppe Perrier e pubblicato dalla Casa Editrice Le Mezzelane.
Passione, tormento, carnalità fanno da cornice alla vita di un ragazzo che vive una complicata storia a tre con due uomini; un rapporto, il loro, complesso, impregnato di opportunismo, di amore e sottintesi; una relazione intrapresa con leggerezza ma il cui peso schiaccia il protagonista fino alla fine.
È attraverso le parole di Marcello che il lettore si addentra per le strade di Parigi in compagnia di pensieri, ossessioni e ricordi. Come quelli che ruotano intorno a loro tre, Marcello, Francesco e Lorenzo, a quell’aggrapparsi a un amore che amore non è.

 “Non ricordo se Dante abbia descritto un girone degli inferi dedicato agli incompresi, se lo avesse fatto, però, sono certo che sia il posto che mi è stato assegnato per aver accettato di prendere parte  a quella storia, a quella fottuta liaison dangereuse che mi perseguita”

L’incontro con Aubin sembra restituirgli quella voglia di contatto umano lasciata al di là della porta blindata insieme ai due amanti e al suo segreto. Un uomo che vuole aiutarlo, che cerca di tendergli la mano quando il baratro si apre, profondo, davanti ai suoi sensi di colpa. Marcello, però, è un’anima fragile, che si allontana dalla tenerezza tanto agognata per difendersi dal mondo anche se il suo peggior nemico è proprio sé stesso.

“Ormai non mi sopporto più. Mi odio e mi vivo come il mio peggior nemico.”

“Sanguisuga”, dal titolo già molto evocativo, è una storia cruda, senza filtri né finti perbenismi che illudano che nel mondo esista solo il lieto fine: in ogni parola, in ogni pensiero, il lettore troverà fragilità e tormento impresse, come piaghe, sulla pelle. Il lettore viene catapultato in una vita sospesa in cerca di risposte le cui domande tormentano, e riempiono, le giornate di chi voleva solo un po’ di amore nella propria vita e l’ha cercato nel posto sbagliato.

Una lettura interessante a cui vi invito per cercare di cogliere e capire come dentro ogni persona c’è un tormento intimo che spesso non trova via d’uscita; un romanzo vero racchiuso dentro una narrazione che incanta e ti lascia soffermare su pensieri profondi, spesso delirante, a volte sospesi.
Buona lettura.

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Recensione “Il cavaliere di bronzo” di Fedor Galiazzo

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Animali fantastici e dove trovarli…no, non sto parlando dell’ultimo film della saga di Harry Potter, ma dei personaggi di “Il cavaliere di bronzo” di Fedor Galiazzo,  edito presso la casa editrice Le Mezzelane, dove i protagonisti e le loro esistenze hanno qualcosa di davvero straordinario una volta che il lettore varca la porta di mondi sconosciuti.

Tutto ha inizio, però, con l’umano Eddo, bibliotecario del re di un regno dalle forti tinte medievali. Quando l’uomo entra in possesso di un libro che non dovrebbe esistere né trovarsi lì sembra scomparire nel nulla, inducendo il soldato Galenor, suo primogenito, a mettersi sulle sue tracce insieme alla sorellastra Domiziana. Insieme varcheranno un portale di cui ignorano l’esistenza, ma che li porterà a conoscere un mondo dove gli animali conducono una vita molto simile alla loro, un luogo governato e abitato solo dagli animali e guidato da una famiglia reale di esseri fatti di oro dall’aspetto simile a quello degli umani, ma con forti pregiudizi verso la razza umana.

L’incontro con gli animali antropomorfi non avviene, però, senza problemi: la diffidenza nei confronti di Galenor e Domiziana arresta la ricerca del padre, calando i due fratelli in vite fino a quel momento neppure immaginate, ma che sono scandite proprio come le loro anche se i protagonisti hanno le ali o il becco, pur conservando le stesse caratteristiche della loro razza. Conosceranno amici come il cane Keawan, la famiglia del coniglio Agenore, il possente cavallo Klaus, ma anche personaggi ambigui come il console del re e alla guida della città di Gavelle, il topo Golan, da subito ostile nei loro confronti.

Nonostante la straordinaria scoperta di quel posto quasi magico, Galenor ben presto intuisce che le vite di quel mondo hanno a che fare con un famoso libro che ha indotto forse Eddo a far perdere le sue tracce. Un libro che non avrebbe dovuto conoscere, un testo importante che svela i segreti che muovono i fili di quella realtà parallela e che guida Galenor, passo dopo passo, a scoprire una verità scomoda e pericolosa, persino per la sua stessa vita. Non solo, ma la comparsa del famoso Cavaliere di Bronzo apre scenari e infittisce un mistero che neppure gli animali sembrano conoscere: chi è il misterioso personaggio fatto di bronzo? Perché vive confinato nella foresta con unica compagnia la fama di essere un assassino e un essere terribile? In un susseguirsi di eventi che porteranno a galla anche il passato di Galenor, la narrazione diviene incalzante, lasciando tutto in sospeso fino al finale rivelatore.

Questo romanzo ha solo l’apparenza di una fiaba destinata ai più piccoli, perché il lettore di ogni età ben presto ne subisce il fascino; chi legge segue i progressi di Galenor e Domiziana nel tentativo di svelare un segreto che passa di bocca in bocca ma di cui il lettore rimane ignaro fino alla fine.

Con piacere ho ritrovato in questo romanzo quel pizzico di curiosità che mi influenzava da bambina, quando sognavo di parlare con i gatti e poter capire il loro linguaggio. Il libro mi ha inoltre fatto ricordare le belle e fantasiose atmosfere di “Pomi d’ottone e manici di scopa” il film Disney con protagonista Angela Lansbury, dove anche lì gli animali vivono in comunità spesso meglio organizzate delle nostre.

In un’atmosfera dalle tinte medievali, questo fantasy ci porta a conoscere mondi paralleli, animali antropomorfi e altre forme di vita sconosciute all’uomo: il tutto senza stravolgere i personaggi che appaiono speciali solo perché sono tali, non perché possono parlare nonostante nel nostro quotidiano non possono farlo. Non ci sono bacchette magiche, poteri sovrannaturali, o draghi che sputano fuoco: è una realtà diversa, quasi surreale, ma dove il lettore trova quel pizzico di magia in esistenze ordinarie che crescendo spesso ci siamo lasciati alle spalle.

Immergetevi in questo mondo magico e speciale, imparando quelle lezioni che sono le più importati non solo nel nostro mondo e che spesso dimentichiamo: quelle dell’amore, verso chi abbiamo al nostro fianco qualunque sia il ruolo che riveste, e dell’amicizia, quella che unisce razze diverse anche in mondi paralleli.
Buona lettura.

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Recensione “Nero corvino” di Roberto Ricci

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Sant’Agostino diceva che “O è il male ciò di cui abbiamo paura, o il male è che abbiamo paura”. Anche se spesso è impossibile non averne, specialmente quando si annida in posti che, apparentemente, non hanno nulla di pauroso. Come quella che troviamo nelle pagine di “Nero corvino” di Roberto Ricci, pubblicato dalla casa editrice Le Mezzelane. Una raccolta di racconti che esplora l’animo umano attraverso delitti e spargimenti di sangue dove il male citato da Sant’Agostino veste i panni di una psiche disturbata che regge i fili di un macabro gioco.

Le storie qui contenute hanno poco a che vedere con la malvagità che siamo abituati a vedere dietro ad alcuni episodi di morte e terrore perché si mostra attraverso soggetti che nulla hanno di mostruoso, ma proprio per questo fanno venire i brividi. Come per Sonia, protagonista del racconto “La ballerina”, che vuole a tutti i costi far parte del saggio di fine anno tanto da costruirsi un mondo parallelo dove il suo desiderio è possibile: una realtà distorta, macchiata del sangue di vittime ignare della sua follia. Eppure, chi potrebbe mai avere paura di un’innocua adolescente che piroetta sulle punte?

Roberto Ricci fa leva sulle nostre sicurezze, quelle che vestono di abitudine e quotidianità, che trasforma in situazioni di puro terrore. Così ci mostra assassini dal volto familiare alle loro vittime, psicopatici che hanno rapporti amichevoli con chi ammazzeranno poco dopo, come nel racconto “La goccia”: l’amore finito sarà la molla che porterà la protagonista a rivendicare il suo amato fino alla morte.

Tra tutti, poi, spicca il racconto “L’acconciatura sbagliata”. Una serie di omicidi interessa la categoria dei parrucchieri della città. Nessun apparente filo conduttore al di fuori dal mestiere in comune delle vittime e una serie di piste spesso dispersive. Come risolverà il caso il commissario Calcinacci? Chi si cela dietro l’efferato assassinio e soprattutto, perché il responsabile uccide solo parrucchieri?

I mostri che sotto il letto ci hanno spesso terrorizzato appaiono quasi esseri insignificanti davanti ai profili presentati dall’autore. Con la maestria dei registri dietro la macchina da presa, Ricci ci mostra le debolezze umane che sconvolgono la mente e lo fa con uno stile incalzante; crea suspense e curiosità per risolvere i misteri dietro alle storie, convincendoti di aver trovato l’assassino e mostrandoti che ti sei sbagliato con colpi di scena magistrali.

Un lavoro davvero interessante, a tratti intimo e introspettivo, che scava dentro l’uomo e porta immancabilmente a porsi delle domande: siamo davvero al sicuro una volta chiusa la porta di casa? L’orrore, quello vero, quello che si attacca alle ossa, si cela solo fra l’inchiostro e la carta?

Al lettore la risposta e non stupitevi se, dopo aver letto “Nero Corvino”, vi guarderete intorno con occhi nuovi e sospettosi.
Buona lettura.

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Recensione “Maga per caso” di Manuela Chiarottino

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Vivacità, imprevisti ed emozioni che fanno battere il cuore. Questi gli ingredienti segreti che ritroviamo nel romanzo della collana Live&LoveMaga per caso” di Manuela Chiarottino, edito presso Le Mezzelane.
Lisa è la protagonista, una ragazza giovane e vivace alle prese con la ricerca di un lavoro con cui possa esprimere se stessa, ma che cerca spesso nei posti sbagliati. Come quello di cartomante in cui ci si imbatte per caso quando la precedente indovina la scambia per una persona interessata a sostituirla. Nonostante non abbia nessuna nozione della lettura del futuro, pur consapevole di barare un po’, Lisa alla fine accetta, travestendosi da Madame Vivienne per entrare meglio nel personaggio. Aiutata da Enrichetta, una zia estroversa e piena di voglia di vivere, e Greta, l’amica con i piedi per terra, Lisa cerca di calarsi nel ruolo di cartomante, scoprendo un mondo fatto di fragilità e insicurezza dove i tanti cuori infranti, più che il conoscere il futuro, vogliono solo essere ascoltati e indirizzati verso ragionevoli scelte. Quelle che lei sembra non seguire, incasinando la sua esistenza appena l’affascinate Brando farà capolino nella sua vita.
Con addosso i panni di Madame Vivienne Lisa scoprirà la sicurezza di essere qualcun altro, pur restando se stessi, facendo emergere quelle parti di sé nascoste dietro la paura e l’imbarazzo, mostrandoci quanto spesso le maschere che indossiamo per la società non ci appartengono totalmente, ma abbiamo dentro noi stessi molto più di quello che mostriamo.

“Maga per caso” è un romanzo fresco, che ti fa sorridere ma non solo: il lettore trova sentimenti forti come quello di una nipote verso la sua zia preferita, o come quello che fa battere il cuore a Lisa dal primo momento in cui incontra Brando. Ci sono imprevisti ed emozioni, risate e sorrisi in queste pagine che non possono non contagiare chi legge.Sembra di essere piombati nelle storie di Sophie Kinsella, ma con la piacevole consapevolezza di avere tra le mani un lavoro che nulla ha da invidiare alle storie anglosassoni e frutto del lavoro di un’autrice certo non alle prime armi.

Quindi non vi resta che seguire Lisa e la sua vita imperfetta, lasciandovi sedurre dalla letture di carte che spesso nascondono verità così piacevoli che bisogna svelare.
Buona lettura!

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