Meraviglie nascoste
Venezia è una delle più belle città non solo in Italia, ma anche del mondo. La sua conformazione, la sua posizione, la sua storia politica e artistica e tantissimi atri aspetti le donano quell’aurea magica e romantica che un po’ tutti decantano.
Eppure, molto ancora nasconde questa bella città. Sono in tanti ad ammirare San Marco, il Palazzo Ducale e il Ponte di Rialto senza conoscere altre piccole meraviglie spesso nascoste ai giri tipicamente turistici. Due di questi posti mi hanno colpita.
La prima è la chiesa della Madonna dell’Orto, a soli 15 minuti dalla Stazione di Santa Lucia, eppure spesso poco nota. Lascio ad altre penne più competenti elogiare la struttura gotica e la sua storia. Io parlerò solo della grande emozione di ritrovare le tracce e i resti umani di un grande artista della Serenissima: Jacopo Robusti, noto come il TINTORETTO (Venezia, 1518 / 1519 – Venezia, 31 maggio 1594). Ho conosciuto e amato questo pittore grazie al libro di Melania G. Mazzucco “La lunga attesa dell’angelo“, dove si parla dell’artista e del suo amore filiale, oltre che si quello della pittura.
Tra le sue opere più belle qui presenti la “Presentazione della Vergine al Tempio” (olio su tela, 429×480 cm, 1552-56 circa), dove secondo l’autrice del romanzo sopracitato, l’artista si è ispirato alle fattezze della figlia Marietta per realizzare il volto della Madonna bambina.
Venezia, tuttavia, è anche altro. Cose semplici, spesso non valorizzate e poco conosciute. Come questa negozietto in Calle dell’Ogio o del Cafetier che non oso chiamare libreria, perché il suo proprietario Franco realizza ed espone anche altro, come fiori realizzati con tappi e plastica, cartoline antiche, cd e dvd…
Ci sono libri semi-nuovi, vecchi e malandati, libri scritte nelle principali lingue straniere, ecc..La particolarità sta però nella fiducia che il proprietario lascia la cliente: una cassettina davanti alla porta serve a incassare il costo della merce che uno acquista quando la bottega è chiusa. non ci sono telecamere o guardiani, ma solo la tua coscienza di ciò che è giusto fare se da quegli scaffali prendi qualcosa.
E io la trovo una cosa stupenda. Venezia è anche questo.