Recensione di V.I.T.R.I.O.L (L’Artigliatore) di Vito Ditaranto

Mistero e magia, ma in vesti nuove per un romanzo da scoprire fino alla fine

V.I.T.R.I.O.L. (L'Artigliatore) di Vito Ditaranto

V.I.T.R.I.O.L. (L’Artigliatore) di Vito Ditaranto

Venezia. Bella e tenebrosa, elegante e sinuosa nelle sue calle umide costeggiate dai canali. Venezia come una signora affascinante che si sveste a strati e ti ammalia con la sua storia e i suoi mestieri. Qui si svolge la vicenda che ha come protagonista Joshua, un vecchio studioso che cerca di mettere in pratica i suoi studi che ruotano intorno alla Cabala, ossia della dottrina ebraica che si pone l’obiettivo di interpretare i simboli in cui è scritta la Bibbia (ma è molto di più e si potrebbe dire davvero altro che questa pagina non può contenere). Un uomo colto che ha ripercorso il cammino di illustri studiosi che, in un arco di tempo esteso, hanno scritto trattati e avanzato conclusioni a cui lui può dare vita; un appassionato che ha consultato libri, scomodato religione e ragione per concretizzare ciò che, per i suoi illustri predecessori, era solo teoria.

Si apre così “V.I.T.R.I.O.L. (L’Artigliatore)” di Vito Ditaranto, edito presso la Casa Editrice LE MEZZELANE. Un giorno Joshua scopre che il tempo concessogli su questa terra è agli sgoccioli a causa di una malattia irreversibile e che ha poco tempo per riordinare il suo lavoro e tenerlo lontano dal suo nemico naturale, l’Artigliatore: una figura oscura, avvolta nelle tenebre che dovrebbero caratterizzare un emissario del male e che vuole rubargli il segreto su cui lui ha incentrato tutta la sua vita: la magia, la chiave di lettura pratica a secoli di studi solo teorici. È questo che è Joshua, il primo stregone, il primo mago capace di assoggettare a se ciò che lo circonda, anche se i termini per designarlo non rendono bene il vero significato del ruolo che ricopre.

Il lettore si ritrova catapultato in un mondo conosciuto appena e di cui nessuno può dirsi padrone perché ne cogliamo solo gli aspetti ludici e spesso superficiali. Siamo abituati a credere alla magia come un insieme di movimenti di qualche bacchetta magica accompagnati a della polvere magari scintillante. Qui però, non esistono fate o scuole di stregoneria: l’ambientazione è realistica, i luoghi sono quelli comuni e le vite quelle semplici che siamo abituati a considerare. Il segreto del protagonista ha radici più profonde, ha una portata più elevata dei semplici trucchi di un prestigiatore. Per questo Joshua deve proteggere il suo lavoro a tutti i costi.

Il romanzo, devo ammetterlo, mi ha rapita totalmente. I temi trattati mi affascinano da sempre e la piega poco fantasiosa, ma vera e quasi a portata di mano, che l’autore dà alla narrazione non ha potuto che consolidare il vivo interesse che provo in merito. Non solo, ma lo stesso stile narrativo ti avvinghia alle sue pagine in maniera tale da sospettare l’autore capace di maneggiare i famosi scritti della Cabala di cui il libro è impregnato.

Se si ama gli enigmi, l’occulto, se si vuole leggere qualcosa fuori dall’ordinario senza essere uno scimmiottamento dell’arte della Cabala, ebbene questo è il romanzo adatto.

Il lettore non può che sperare di risolvere il mistero prima della fine, ma non pensate di farcela così semplicemente. Infatti, riuscirà lo studioso a redigere una sorta di testamento da affidare a qualcuno affinché non vada perso assieme a sé stesso? E di chi si può fidare per un compito talmente delicato e di vitale importanza? Del vicino di pensione professor Simone o del gentile, ma non propriamente del settore, Vito? E l’Artigliatore, gli sarà tregua? Ma soprattutto, chi è questa figura avvolta in un mistero che avvolge persino lo stesso protagonista?

Non vi resta che leggere “V.I.T.R.I.O.L. (L’Artigliatore)” fino alla fine per scoprirlo…forse.

Buona lettura.
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Recensione di V.I.T.R.I.O.L (L’Artigliatore) di Vito Ditarantoultima modifica: 2019-01-11T16:57:43+01:00da tersicone0