Recensione “A.D. 1324. Alice Kyteler. La strega di Kilkenny” di Lorena Marcelli

A.D. 1324. Alice Kyteler. La strega di Kilkenny di Lorena Marcelli

A.D. 1324. Alice Kyteler. La strega di Kilkenny di Lorena Marcelli

La storia, per i posteri, dovrebbe rappresentare la memoria collettiva a cui far riferimento per non commettere gli stessi errori. Alcuni eventi sono stati dimenticati, altri sono divenuti purtroppo noti e gettano biasimo sui loro l’artefici. A questi ultimi si fa riferimento nel romanzo storico di Lorena Marcelli, pubblicato dalla Casa Editrice Le Mezzelane. Ambientato a cavallo fra il 13° e il 14° secolo, approfondendo un episodio di presunta stregoneria nell’Irlanda dell’epoca, “A.D. 1324. Alice Kyteler. La strega di Kilkenny”ci fa conoscere le vicende realmente accadute che interessarono la nobildonna che dà il titolo all’opera.

Una donna accusata di eresia e condannata al rogo per le pratiche che riguardavano l’antica religione celtica e che facevano di lei una weccan, ossia una donna saggia che conosceva il potere delle erbe, sapeva interpretare i segni della natura ed era la custode dei segreti della vita e della morte. Una figura realmente esistita, una donna molto scomoda soprattutto se si considerano le sue doti intellettuali e la sua posizione di rilievo nell’economia di una cittadina come Kilkenny. Le vicende narrate ci mostrano una donna caparbia, conscia delle sue doti; una personalità ricca di sfumature che sopravvisse a molti mariti e che dispensava prestiti e rimedi medicali dietro compensi. Un quadro che ci fa ben comprendere l’astio che si tirò addosso, non solo da parte degli stessi concittadini, ma anche e soprattutto da parte della chiesa che aveva della donna le idee piuttosto chiare, anche se poco condivisibili oggigiorno:

“Le donne sono il tramite del demonio e devo rimanere in disparte, accettare le decisioni del marito e non apparire mai,se non sono chiamate in causa.”

Quella che comunemente viene chiamata caccia alle streghe è stato un brutto capitolo che si andò a intrecciare con una serie di riforme che la chiesa cattolica apportò per rendersi più forte: da perseguitati sotto l’impero romano, i cristiani divennero in seguito loro i carnefici e dimostrarono la stessa ceca arroganza di chi li aveva preceduti. Si creò un clima di paura dove già la morte, la fame e la guerra mietevano vittime; si crearono le streghe dove invece c’erano donne che perpetuavano gli antichi riti della loro cultura.

Anche Alice lo fece, non arrendendosi davanti a nulla. In questo accurato lavoro il lettore, attraverso la figura della protagonista, può partecipare ai sacri riti di Yule o Mabon, respirando quell’aria carica di antico sapere che, in buona parte, il cristianesimo inglobò, per poter mettere radici. Seguiamo così questa donna nell’arco della sua vita, attraverso l’amore con Robert de Artisson e quella per i figli. Non una vita facile la sua, ma che non la fece neppure retrocedere dal suo compito quando sull’isola arrivò il vescovo Richard de Ledrede, con il compito di estirpare la stregoneria dall’isola. Sarà stato sufficiente tutta la sua tenacia contro il corvo francese? E saranno state giuste le decisioni che la portarono davanti alla sacra reliquia che la sua gente attendeva?

Questo romanzo è ricco di dettagli che rimandano a un lavoro di ricerca che l’autrice Lorena Marcelli non si è risparmiata. La ricostruzione storica è magistrale, frutto di un lavoro ispirato dalla passione e dalla voglia di dare voce a eventi che non vanno dimenticati. Il ritratto dell’epoca e della stessa protagonista è un’istantanea precisa dove il lettore può immergersi, facendo un salto nel tempo. Un viaggio importante che ci ricorda che spesso, in passato, essere donna comportava portarsi addosso un bagaglio di ingiustizie dettate non dalla religione ma dall’ ignoranza.

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