“La ragazza di nome Giulio” di Milena Milani

“Non ero più una ragazza viva, sbagliata magari, ma viva. Non sentivo più come negli anni precedenti i desideri, gli impulsi, un odore, un colore, una forma”

"La ragazza di nome Giulio" di Milena Milani

“La ragazza di nome Giulio” di Milena Milani

Jules è una ragazza diversa dalle altre, con un nome maschile che descrive a tratti la sua originalità.

Ciò che però davvero la distingue è il suo modo di vivere, di fare esperienze, di provare a conoscere quelle sensazioni che, pure, non pensava esistessero. Come l’iniziazione al piacere sessuale saffico con Lia, la cameriera, o i baci rubati ad Amerigo, il fidanzato di una sua coetanea. Non solo: c’è la scoperta del proprio corpo, quel piacere che sembra non riesca a trovare altrove; ci sono incontri fugaci con persone che non conosce, a cui lei si approccia seguendo un sordo richiamo che non sa come gestire. Perché non si sente soddisfatta, perché nessuno può capirla. Nemmeno Lorenzo, il fidanzato storico conosciuto quando era appena una bambina, ma che sembra voler mantenere il proposito di sposarla a ogni costo: un ragazzo serio, che vuole rispettarla fino al matrimonio.

Non sarebbe una storia dai tratti originali ai giorni nostri, ma la particolarità del romanzo “La ragazza di nome Giulio” di Milena Milani, è racchiusa nell’anno della sua pubblicazione: 1964, a opera della Longanesi. Fu uno scandalo. Le tematiche legate alla sessualità di una ragazza nel periodo a cavallo fra le due guerre mondiali procurò una condanna a sei mesi di reclusione per l’autrice, che tuttavia venne prosciolta.

Un libro molto moderno, un tema che oggi siamo abituati a vedere e a leggere con molta semplicità, ma che era ancora tabù appena trent’anni addietro. In queste pagine il peccato cerca conforto nella sacralità della preghiera a opera di un’adolescente che sente i richiami del proprio corpo e non riesce a conciliare ciò che vorrebbe con ciò che è giusto fare o pensare.

“Che cos’è il vizio, se non l’abitudine di peccare, acquistata col commettere spesso il medesimo peccato?”

Jules si scontra e si misura con la voglia di trovare la pace dei sensi, di sfidare una società che era ancora chiusa entro mentalismi abbastanza ipocriti se si considera che, sottobanco, molte trasgressioni avvenivano lo stesso.

Un libro davvero interessante, una prospettiva diversa con la quale affrontare un periodo storico che conosciamo solo attraverso gli eventi bellici.