L\abitudine


Ho trovato un vecchio libro di grammatica, grammatica italiana (con Nozioni di linguistica) al quale sono state fatte delle "orecchie" ovvero alcuni bordi esterni delle sue pagine sono ripiegate formando una specie di triangolo sull'orlo..un segno...al posto del segnalibro.  Nelle pagine segnate compaiono due brani, il primo di Grazia Deledda che affronta il tema del "passato/rimpianto" e l'altro di Pirandello sull'argomento vita/morte -forma..! Trascrivo qui sotto proprio il brano d Pirandello. "Ora la mia tragedia è questa. Dico mia, ma chi sa di quanti! Chi vive, non si vede... Se uno può vedere la propria vita, è segno che non la vive più:  la subisce, la trascina. Come una cosa morta, la trascina. Perché ogni forma è una morte. Pochissimi lo sanno, i più, quasi tutti, lottano, s'affannano per farsi, come dicono, uno stato, per raggiungere una forma: raggiuntala, credono d'aver conquistato la loro vita, e cominciano invece a morire. Non lo sanno, perché non si vedono; perché non riescono più a staccarsi da quella forma moribonda che hanno raggiunta; non si conoscono per morti  e credono d'essere vivi. Solo si conosce chi riesca a veder la forma che si è data o che gli altri gli hanno data, la fortuna, i casi, le condizioni in cui ognuno è nato. Ma se possiamo vedere questa forma, è segno che la nostra vita non è più in essa:  perchè se fosse, noi non la vivremmo: la vivremmo questa forma, senza vederla, e morremmo ogni giorno di più in essa., che è già di per sé una morte, senza conoscerla. POssiamo dunque  vedere e conoscere soltanto ciò che di noi è morto. Conoscersi è morire. La carriola - Pirandello