L\abitudine


Sono uscita questa mattina, mi sono inoltrata in mezzo ad una coltre di bianca nebbia e per vedere i miei passi lungo la strada ho dovuto sottostare al gioco del vedi-e-non-vedi che s'imponeva alla mia vista, dalla natura, dal tempo. Nonostante ciò, quasi incurante del freddo ho indossato un cappotto scuro e mi sono diretta in un palazzo storico della città, tra  collezioni d'arte. Pensavo che la visione dell'arte (pittorica o no) mi avrebbe alleggerito qualche pensiero che mi gravava sulla mente, ha funzionato sul momento. Quando ho lasciato il museo civico mi sono sentita ancora perduta, e desiderosa di avventurarmi in qualche altra cosa che mi avvolgesse, e che mi tenesse occupata, in un modo piacevole. Sono triste perchè mi rendo sempre più conto di quanto la realtà storica sia invadente e a tratti terrificante per qualsiasi individuo, che non sia un politico miliardario, o solamente un miliardario. Loro decidono ogni cosa sopra di noi, povere creature smarrite, umane. Senza la loro guida ferma , insieme all'apporto mirato di medici, infermieri, farmacisti, virologi, e giornalisti televisivi o giornalisti della carta stampata, come potremmo mai tenerci al sicuro? La mia paura, oltre a quella ovviamente conseguente alla circolazione del  virus è  lo stato di insicurezza che apportano sulla mia psicologia...dentro i miei pensieri.. tutti questi dati allarmistici della e sulla pandemia, trasmessi notte e giorno in ogni dove e con ogni mezzo. Ne usciremo da tutto questo??