L\abitudine


In questo momento, anche quando mi trovo all'esterno di casa, e non ho la televisione accesa o una fonte di qualsiasi altra informazione davanti a me, come una pagina web di quotidiano on-line, osservata con l'ausilio di un cellulare o di un tablet - il mio pensiero mi rimanda spesso verso la situazione dell'Ucraina. Oggi mentre camminavo verso il centro della mia città ho visto la manifestazione a favore della pace, per il mondo. Quando ho appreso per la prima volta dell'invasione della Russia contro l'Ucraina, mi sono venute in mente subito certe interviste guardate attraverso i giornalisti dei vari telegiornali nazionali. Nella prima intervista che  ho osservato, veniva intervistato un proprietario di un ristorante a Kiev, era in parte italiano, per questo lo avevano cercato per domandargli se avesse intenzione di lasciare l'Ucraina. Lui si disse, in quel frangente, non molto preoccupato, e che restava. Ricordo che era il 13 di Febbraio, e lui aveva sostenuto che per San Valentino, il 14 di Febbraio esattamente il giorno dopo, aveva dei tavoli prenotati da dei clienti, e che la sua vita andava avanti nello stesso modo di sempre, lavorando. Erano stati intervistati anche altre persone, con la stessa idea. Perciò ora mi domando: come staranno adesso? E' difficile staccarsi dall'idea di una guerra, che si è appena scatenata in una parte specifica del mondo, nonostante ne abbiamo spesso in atto anche altre, e diverse, verso noi stessi, verso dei traguardi che non riusciamo a raggiungere. Un modo per rendersi infelici è sicuramente pensare a cose nefaste e situazioni sulle quali non abbiamo alcuna possibilità di intervento o modifica. Stop, insomma, vorrei non pensare più a questa realtà insensata e crudele. Ci riuscirò?