L\abitudine


Un'ape va in città ...  (eh??) Sono distratta, mi dispiace e mi rendo conto di essere superficiale o banale, certe volte, quando scrivo dei commenti (alcuni sono volutamente giocosi... e in questi casi specifici no, sono proprio io "l'allegra matta") qui in questa dimensione virtuale di blog e fra blog. Ma sono fuori-fase anche verso me stessa, sovrappensiero, non voglio soffermarmi sopra uno o più aspetti della mia vita, nei quali ormai non vedo soluzione, ciò però mi rende proprio affranta e finisco per avere un pensiero costante, di sottofondo che adombra il resto. Ho visto un'ape moribonda, vicino a me, in terra, alla fermata di un autobus, poveretta, avanzava in modo davvero lento, non avrei dato un obolo, se avessi scommesso, sulla sua ripresa, invece non appena è arrivato il pullman ho visto dispiegarsi le sue ali ed è volata via, in alto. Probabilmente nemmeno a lei piace viaggiare sul bus, fa sentire ai margini sociali anche quando magari non lo si è. La mia situazione di disattenzione per il generale mondo circostante, adombrata da qualche preoccupazione personale, mi fa vedere me stessa  simile nel comportamento a quello dell'attrice Margherita Buy in un film: Caterina va in città.  Credo che sia uno fra i più interessanti film italiani che abbia avuto l'occasione di vedere.  In questo film, la Buy, era sposata con uomo che non amava più , per questo lo tradiva, e spesso la sua attenzione vacillava, ovvero non era presente  del tutto mentalmente, quando la famiglia era tutta riunita...per esempio ogni giorno durante la cena o i pranzi del week-end.  Il marito, interpretato da Sergio Castellitto, che dimostrava di essere un personaggio perlopiù egocentrico, difatti si  non si accorgeva  pienamente di questa strana sbadataggine della moglie,  quasi fino alla fine. O forse pensava che lei fosse così svampita, naturalmente, e senza un motivo.  Ma lei non si sentiva più a suo agio nel ruolo di moglie nella sua famiglia.  E io non mi sento più a mio agio, nel mondo, nella situazione di ..??