L\abitudine


Appurato che per me è assolutamente meglio essere una sognatrice senza speranza rispetto all'auto-definirsi una realista senza speranza, di quelle di una concretezza indefessa, e instancabile...Ritengo di non aver adempiuto in modo convincente di fronte a me stessa, come mi ero prefissata, nel ritrovare e nel provare un po' di "spiritualità" (in me stessa) nella ricorrenza pasquale appena trascorsa. E dal momento che la spiritualità non è un sentire  da attribuirsi ad una sola religione, o meglio ancora, a una qualsiasi  religione, ma che invece è  uno stato mentale, un tesoro dell'anima, in cui ci si concede a delle riflessioni sull'eternità, ho deciso di rimediare leggendo un libro sul Buddhismo, scritto da Borges. Quale migliore autore, di una profondità tale che è in grado di ammaliare sia chi è più sensuale che chi è più etereo e cerebrale nel suo atteggiamento verso la vita. Da "Cos'è il buddismo"  Borges (in collaborazione con Alicia Jurado) "Nirvana è una parola sanscrita che, etimologicamente, vale -spegnimento- estinzione, potrebbe anche essere tradotta con l'estinguersi e lo spegnersi. L'espressione spegnersi in Brahma, spegnersi nella divinità, suggerisce una goccia che si perde nell'oceano o una favilla che sparisce nel fuoco cosmico. Deussen osserva  che, per gli indiani, l'anima individuale è tutto l'oceano e tutto il fuoco. In molti passi Nirvana  è sinonimo di Brahma e di felicità; spegnersi in Brahma è intuire che si è Brahma."