L\abitudine


"Questa storia mi è servita per dimostrare a me stessa che nessuno è indispensabile. E qualcosa di peggio: che il posto che occupiamo è sempre un posto usurpato."   - I mari del sud - Manuel Vazquez Montalban Parlando di posto, c'è chi riesce a comprendere bene, e magari anche in poco tempo, o nei tempi giusti, esatti per l'habitat in cui è inserito, dove si trovi il suo posto, qual è quello giusto per sè. Poi ci sono quelli che non solo hanno questa conoscenza per se stessi, ovvero del loro posto e lottano per tenerselo che sia a fianco di qualcuno o in una società, ma hanno anche la capacità di dirti in che posto può stare un altro individuo, anche finanche un individuo, una persona, che non dovrebbe essere proprio di loro pertinenza. Questa può essere in certe situazioni prepotenza, in altre dell'eccessiva sicurezza di qualcosa.  Io rientro in quelle persone che non hanno ancora un'idea chiara di quale sia il posto idoneo a contenerle.  Sono certa solo del seguente dato di fatto; quando ero una bambina e avevo dieci anni facevo parte di un nucleo familiare, cioè avevo una famiglia abbastanza felice e ne facevo parte. Da questa stessa mia età in poi i miei genitori decisero di divorziare, perciò la mia famiglia l'ho perduta e non ne ho più avuta una. Da qualche anno mi sono accorta che una famiglia mi manca, e adesso che ho la totale consapevolezza che non ne ritroverò mai più una in cui vivere, mi sento come se avessi a che fare con un nostalgico vuoto. Avrò una vita ugualmente, forse anche felice, almeno a tratti, anche senza una vera e propria famiglia, ma con il ricordo del passato nel cuore.