L\abitudine


"E poi si dovrebbe scrivere un capitolo sul rapporto tra uomo e bellezza. La bellezza non salverà di certo il mondo, sbagliava Dostoevskij, perché la bellezza sta distruggendo l'uomo che ha fatto del proprio corpo un oggetto di mercato. Diventa oggetto per comprare oggetti. Insomma, credo fermamente che sia necessario più semplicemente riprendere a filosofare, a parlare di nuovo di questo uomo e di questo mondo, cercando di scoprire tutto ciò  che ancora affascina dell'uno e dell'altro. Bisogna riprendere a dialogare, a pensare, senza uno scopo preciso, poiché se c'è uno scopo, è facile che venga strumentalizzato anche il dialogo. E allora, la filosofia sarebbe ridotta a un'appendice della pubblicità, un affare dell'economia. Dovremmo poter camminare ancora lungo la stoà , aprire scuole di pensiero, in qualche casa vuota, in un capannone industriale dismesso. Parlare ignorando il computer, con l'aiuto di quel solo cervello che ognuno di noi porta nella scatola cranica, cercando di rimetterlo in funzione. Provare a essere vivi, senza accendere il pc e seguendo il desiderio di capire l'essere umano, di cui si sa così poco e quel poco è stato dimenticato. Serve una filosofia estranea alle università, ai luoghi della sapienza, perchè entrambe sembrano spelonche del potere. Sto dipingendo di bianco uno scantinato dove sarà possibile fare filosofia, forse riuscirò a raccontare i miei sogni e ad avere qualche allievo a cui insegnare quello che so e dal quale apprendere ciò che non so. " Tratto da : La gioia di vivere - Vittorino Andreoli.