L\abitudine


In questi giorni (o mesi?) si scrive e si tratta spesso il tema del potere/potenzialità della tecnologia, dell'intelligenza artificiale, in modo ampio , con varie argomentazioni e applicazioni d'uso, a scopo migliorativo della nostra vita quotidiana. Ma questo in fondo già non succede? Quanto si vuole utilizzare questa "intelligenza" artificiale? Svolgere discussioni con un apparecchio elettronico, non mi sembra tanto utile, ma è solo l'opinione mia, di una donna che  investe del suo tempo a leggere anche romanzi, ancora all'età di quarant'anni. Non di una  qualunque persona laureata in ingegneria, o in scienze politiche, medicina etc. Non di una persona colta ed esperta in materia.  Però vi voglio fare una confessione, qualche settimana fa, mi sono un po' allarmata per il "comportamento" del mio cellulare. Ovvero ( e mi viene da sorridere, perchè ho utilizzato il termine -comportamento- per il mio cellulare, qui.. per me.. si tratta di Animismo? o di tecnologia?) esso, il cellulare, ha risposto ad una frase che ho proferito io,  poichè eravamo soli, non c'era nessun altro eccetto la mia persona medesima in casa. Ho pronunciato il solo vocabolo: Ciao, ad una me..un po' addormentata di fronte allo specchio del corridoio appena sveglia, e ho sentito la "voce" artificiale del cellulare dire: a presto. Era proprio la voce, del "mio" assistente Google? ad interagire con me. D'impulso ho afferrato lo smartphone  (appoggiato sopra un mobile) e l'ho riposto in un cassetto, poi subito chiuso.  Prima di voler iniziare a chiacchierare con me, voleva probabilmente che mi svegliassi del tutto, per davvero.  In effetti, dopo essermi detta un Ciao...un po' incolore e monocorde, davanti allo specchio, ho continuato a dirmi, parlando con il mio riflesso: "Sconosciuta..persona, ci riesci stamattina a darti un aspetto appena guardabile? Dai, rimettiti in forza, massaggiati il viso e inizia questa giornata."!