"L'uso delle parole per esprimere il pensiero è il massimo privilegio umano"
[Rosso e oro - Benson]
E quando ci si rende conto che la maggioranza dei pensieri che si hanno in mente non sono affatto piacevoli o leggeri tanto che non possono produrre di certo una dose di gratitudine per chi -magari- li sente esprimere attraverso le parole, si preferisce (forse) fare silenzio. Quando le parole seguono pensieri non allegri e spensierati, diventano anch'esse pesanti e gravose. Quindi si sta zitti/e, altrimenti si cerca di distogliersi dal pensiero di quel senso di ingiustizia che si comprende composto il mondo. Il mondo è un luogo notevolmente ingiusto e vanesio, leggero, pieno di sopraffazione e alterigia.
Come non farmi adombrare i sentimenti affettuosi (umani) verso chiunque si trovi nelle mie vicinanze e freddare le azioni benigne? Non lo so.
In questo momento per neutralizzare l'umore "disturbato" da risentimento e tristezza, cerco di leggere dei libri di autori "illuminati" spiritualmente, cercando di emulare il loro credo e di abbandonare il mio...
"Da ogni forza che incatena il mondo
l'uomo si libera se consegue controllo di sé"
Stato ricercato: imperturbabilità di fronte alle inique cose...