L\abitudine


 Le conseguenze dell'afa in città Probabilmente so (almeno questo) dove mi piacerebbe essere in questo preciso momento, ossia: di fronte ad un bel lago calmo, a contemplare le sue diverse tonalità d'azzurro e di verde in superficie , avvertendo sulla pelle una gradevole brezza di tepore provenire da chissà quale punto remoto dell'universo. Invece sono rinchiusa nella mia abitazione chiedendomi da dove proviene l'ignavia che sento addosso? Ignavia che tra l'altro per me è un termine abbastanza inusuale da pensare, figuriamoci da riferire, da esplicitare a voce. Ha una connotazione filosofica-morale-religiosa? La prima cosa che mi viene in mente in corrispondenza al vocabolo ignavia, è Dante Alighieri, difatti mi pare di ricordare che posizionasse nella sua -Divina commedia- le persone definite dal "giudizio divino" -Ignave- in una specie di  pre-inferno, visto che nè l'Inferno vero e proprio e  nè il Paradiso avevano il riguardo di accoglierle.  Erano individui che non avevano preso alcuna posizione in vita, nel bene e nel male. Anche nella filmografia americana degli anni 90, viene affrontato il tema dell'ignavia,  attribuendogli la caratteristica di un vero e proprio peccato capitale: l'accidia.  Nel mio ricordo specifico il film si intitola - Seven,  e può essere definito un thriller psicologico con un finale da incubo dell'orrore. Sicura che dopo questi miei drammatici collegamenti mentali al termine più volte citato : Ignavia! e al suo modo d'essere tipico, io non ci sosterò troppo, ma cercherò di uscirne con alacrità. Inizio fin da ora "crogiolandomi" nell'otium letterario,  e leggendo Sant'Agostino (sarò posta sulla retta via dall'antico filosofo??)