Un altro essere sacrificabile
Io credo agli incontri casuali che
colgo(quando succede!) sul mio percorso di strada, per esempio quell'opuscolo che invitata ad andare a vedere lo sport
della boxe, scontri fisici come disciplina del corpo (come pure della mente?). Dovevano già farmi pensare quella mattina alle 09.00 che avrei trovato ben presto sulla mia via dei colpi... o prove morali inferti al mio carattere, alla mia psiche. Così è stato, ma sono stata disattenta, ho sottovalutato l'evento funesto di lì a poco che si è davvero palesato. Mi è sembrato tanto strano quel volantino di "chiamata" verso l'attività del pugilato perchè non ho mai trovato prima nessuna pubblicità che lo sponsorizzasse! Ritengo che sia anche un bene, non volerlo molto sponsorizzare, dato che la vita stessa mi sembra spesso un conflitto corpo- a corpo o mente a mente, volere-contro-volere, un ring in cui ognuno vuole che sia ascoltata la propria voce, le proprie esigenze. Chi si sofferma a pensare anche al proprio prossimo (che non sia un parente o un amico)? Di solito ci basta poco per farci un'idea dell'altro di fronte a noi, nei luoghi pubblici che frequentiamo, chi si mette a cercare di capire la situazione mentale o concreta in cui è immersa in quel momento qualsiasi altra forma di vita, individuata nel mondo in cui tutti noi insieme ci aggiriamo? Forse lo fanno i sacerdoti abitualmente come gli psicologi ma il loro è una professione. No, di solito l'importante è prevalere sull'altro, far vincere la propria idea, il proprio interesse, questo basta per essere appagati, arrivati alla meta, giunti al punto, ci siamo realizzati! (ah ah ah)
Non è da sottovalutare la sola realizzazione personale per la nostra felicità, l'essere umano è egoista.