L\abitudine


Ho guardato molte foglie cadere da un albero attraverso i vetri di una finestra, e mentre queste cadevano a terra rapidamente, staccandosi dai loro rami d'appoggio, parallelamente la mia coscienza faceva fuoriuscire dei pensieri. La mia coscienza mi rendeva palesi dei pensieri davanti a quel diradamento di foglie d'albero che stavo osservando, c'era una connessione tra quel fatto naturale dell'autunno e quella presente me stessa. Tra l'altro i pensieri che sentivo staccarsi dalla mia psiche non erano di letizia o di appagamento, ma erano sensazioni nostalgiche(come quelle foglie che lasciavano per sempre il loro nutrimento). La nostalgia che sentivo riguardava la mia scarsa facoltà di provare dei sentimenti di forte impatto-coinvolgimento, quali l'amore o la passione e il rancore, la rabbia. Ora è come se sentissi un sentimento di amicizia generalizzato verso tutto ciò/o chi mi circonda, e quando proprio non ci riesco al posto di questa si manifesta una specie di ripugnanza. Ma il livore- la rabbia- non li avverto più, come non provo l'amore o la passione. Sento un po' di nostalgia per quella me antecedente a questa attuale, quella che provava sentimenti più intensi. Questa opacità potrebbe essere dovuta alla debolezza sia fisica che mentale che credo mi abbia ormai raggiunta e sovrastata due anni fa, non mi sento più forte abbastanza per fronteggiare situazioni d'amore o di rabbia, di passione o di rancore. Tutto sfuma in amicizia o ripugnanza.