L\abitudine


In memoria Devo acquisire un po' di confidenza con la stagione autunnale, dopo l'estate  è un trauma il ritrovarsi a farci i conti, nonostante si ripeta ciclicamente,  io sono diversa ogni anno, e dipende da me, l'accettarla al meglio da subito o farle una certa avversa resistenza. Quest'anno mi sembra particolarmente difficoltoso entrare nei suoi ritmi.  Sento insieme ad essa il peso di altre cose,  di ricorrenze e ricordi vissuti. Ogni anno insieme all'arrivo incipiente dell'autunno giungono anche le festività di OgniSanti e la giornata dei defunti.  Da un paio di giorni sento mentalmente nelle mie orecchie, ancora prima che ciò si manifesti sul serio, il suono della voce di mia mamma, che dice,  che racconta i suoi infantili trascorsi nelle notti a cavallo tra 1 e 2 Novembre. In Sicilia si festeggiava degnamente la commemorazione dei morti - i  bambini svegliandosi nella mattina del 2 Novembre trovavano dei doni, che di solito erano dolci, frutta e i più fortunati anche altre cose, magari vestiti o cose utili. Gli si diceva che erano i regali  provenienti dai loro antenati, degli spiriti affini e familiari non più in vita.  A me, personalmente, oltre ai pensieri sulle tradizioni locali, italiane o del resto del mondo per questi menzionati periodi, mi è stato elargito in dono mal di gola, raffreddore, orecchie doloranti e collo. Troppo tempo fuori casa ad osservare la pioggia cadere a terra, e su di me. In più ho in mente da una settimana la mia nonna paterna (quella che ho conosciuto meglio, ovvero la nonna con la quale ho vissuto fino ai 12 anni) che mi rimprovera perchè non sono mai andata a portarle un fiore, una pianta sulla sua tomba. Si, forse ci sono stata soltanto una volta dalla sua sepoltura, e sono diversi anni che non torno nel mio paese di nascita, 12 anni all'incirca. Forse sono davvero tanti.