L\abitudine


"[...]Cosa vuoi di più nella vita. Una veranda con la zanzariera" Questa è la prima frase che casualmente i miei occhi hanno trovato sulle pagine del libro "Il re pallido", sfogliandolo un po' distrattamente, nonostante ciò non mi sono demotivata a continuarne e iniziarne la lettura. E difatti vi ho trovato molto di più, per esempio una parola che non avevo mai sentito prima in vita mia, come Lucore - che ha il significato di splendore diffuso - luce pallida, in effetti lo scrittore Wallace qui l'ha legato alla parola "rugiada" L'altra parola è pirite - che consiste in una pietra o in un minerale Ma un altro termine che viene trattato e affrontato in questo libro è il termine noia, con tutto l'universo della sua più ampia connotazione. A pagina 109 compare scritto questo sulla noia " Per me, almeno a posteriori, la domanda veramente interessante è perchè la noia si dimostri un impedimento così efficace all'attenzione. Perchè ci sottraiamo alla noia. Forse perchè la noia è intrinsecamente dolorosa;  forse da qui traggono origini espressioni come -noia mortale- o -noia straziante- Ma potrebbe non essere tutto. Forse la noia è associata al dolore psichico perchè una cosa noiosa o nebulosa non fornisce abbastanza stimoli capaci di distrarre da un altro tipo di dolore più profondo che è sempre lì, e la maggior parte di noi impiega quasi tutto il suo tempo e le sue energie per distrarsi e non sentirlo. Devo ammettere che il tutto è un po' confusionario, ma di sicuro deve esserci qualcosa dietro, non solo la musichetta nei posti noiosi e monotoni, ma addirittura la Tv nelle sale d'attesa, alle casse di supermercati, ai gate degli aeroporti, tra i sedili posteriori dei suv. Walkman, iPod, Blackberry, cellulari che si attaccano alla testa. Questo terrore del silenzio senza poter fare niente che distragga. Non riesco a pensare che esista qualcuno davvero convinto che dietro la cosiddetta -società dell'informazione- di oggi ci sia solo l'informazione. Tutti sanno che c'è sotto qualcos'altro.  Il punto per quanto riguardo il libro di memorie è che ho imparato, durante quel periodo all'Agenzia, qualcosa sulla noia, l'informazione e le complessità fuori luogo. Ho imparato a sorvolare la noia come fosse un paesaggio, con le pianure, le foreste e le infinite zone incolte. E da allora mi accorgo sempre, quando lavoro, mi diverto, sto con gli amici e nell'intimità della vita familiare, che le persone viventi non parlano granchè della noia.  Perchè questo silenzio? Forse perchè l'argomento è, di per sé noioso... Io, però ritengo che potrebbe esserci di più...proprio qui davanti a noi, nascosto dalla sua stessa mole."