L\abitudine


Ho iniziato a leggere dei sogni trascritti e riportati dal libro di Luigi Malerba, dal suo Diario di un sognatore. Quindi ecco il sogno: "E' successo qualcosa nel sonno, non so nemmeno se posso chiamarlo un sogno. In realtà si tratta di un sogno senza immagine, per così dire -a video spento. Nel sonno ho sentito una voce che mi comunicava un messaggio in tono grave e perentorio, niente altro, al buio. La voce era di uomo, netta ma nello stesso tempo lontana e impersonale. Il sogno insomma era soltanto una voce e proveniva più che da una persona (assente), da una lontananza. Il messaggio era composto di una sola parola: Indiscriminatamente. Niente di più. Al vuoto di immagine si aggiunge il vuoto di senso. ( Censura visiva? Incidente tecnico? Forse il rapporto con i miei sogni tende a peggiorare.) Ho provato una subitanea comprensione per il sogno dell'autore Malerba e il suo corrispettivo stato d'animo di smarrimento. Anche a me è accaduto di sognare una voce fuori campo, riferirmi delle parole di senso compiuto, la quale non proveniva da una persona specifica (non ne vedevo) presente nella visione onirica, ma dall'esterno, non aveva viso e corpo. Era solo una voce. Quando capita ti svegli doppiamente turbato/a, perchè ti domandi di chi sia quella voce, se appartenga proprio a te stessa/o, se sia una parte della tua coscienza che ti sta parlando, oppure se provenga da un mondo diverso dal nostro, che sia di natura esterna, che sia la voce di un tuo caro parente defunto che vuole comunicarti qualcosa? O di una guida spirituale (si si, lo so, questo ultimo fatto pare ancora più strambo e improbabile...) C'è da aggiungere che io alla voce riuscivo a mettere a fuoco anche un'immagine, ma di un luogo, di solito un luogo all'aperto...un campo...una strada...vuoti/e