Se sapessi scrivere, ti direi, qui e ora, perché ci sono birre che hanno il sapore della gloria benedetta, qualunque cosa la gloria sappia. Vorrei parlarti dei piccoli dettagli che rendono le persone eccezionali, o di come un sorriso e un abbraccio siano il percorso più breve tra due, sette o mille punti o destinazioni.
Se potessi scrivere, scriverei ” fuorigioco ” e sapresti che non sto parlando di calcio, ma di me stesso e che potrei anche spiegarlo. Forse se potessi scrivere, scriverei di ciò che tace e non concedo sempre. Anche su ciò che concedo e non tace sempre. Ma anche. Scriverei di come, se fossi stato qualche giorno in più, non ci sarebbe stato nulla che mi fermasse o qualcosa che non avrei potuto fare, che ora so (dal verbo sapere, non dal verbo credere che tu sappia) cosa posso fare e farò. Su come scalare una torre quando qualcuno ti aspetta in alto e non in basso, o come lasciare il cuore arrampicarsi sulla grande duna e trovare una mano nell’ultimo metro.
Se lo sapessi, se potessi scrivere, risponderei a molte domande, anche a quelle che non fai nemmeno. Scriverei del tempo e di quanto sia effimero; Vorrei dirti perché, tutti i perché. E vorrei esprimere a parole come diventi una parabola satellitare quando intorno a te ci sono persone piene di energia e bellezza, e rilevi che, come te e io, non sanno come vedere, non vedono la loro nobiltà, la loro onestà, la loro forza, è vero. E vuoi abbracciarli, bucarli e dirgli: non arrenderti, non arrenderti, è in te, tutto è in te . E tu vuoi essere lo specchio che restituisce tutto ciò che sono e che hanno mai perso.
Se potessi scrivere, troverei una spiegazione del freddo e del caldo, delle albe in una duna, dei tramonti nel deserto, della generosità di chi ha meno, delle porte aperte di una città e di un popolo che in questo, il nostro paese civile, li chiudiamo nel naso. Scriverei dei motivi che lasciano il tè e le persone di buon cuore. Alla luce degli abbracci mattutini e al caldo delle notti fredde.
Se lo sapessi, se potessi scrivere, lo farei su come nascono le amicizie. Di ciò che inizia, di come si muovono i pezzi degli scacchi (anche se a volte si muovono da soli, che nessuno te lo direbbe). Scriverei su come brindare guardando sei paia di occhi contemporaneamente e senza avere le vertigini.