Sospiro che mi fa sentire la voce dell'involontaria contenuta nel tuo cuore, è lo stesso sospiro che mi fa arrendermi tra le tue braccia.
Riposa nel mio giardino d'inverno, sboccia il sorriso sul tuo viso, sciogli il ghiaccio dal mio pavimento, cadi su di me per riposare su di te.
Il cigno che danza sui nostri corpi intrecciati, unisce tra i nostri denti due cieli di costellazioni rosse. Fa perdere le mie papille gustative di fronte a tanta maestà.
Lo sguardo incerto rivela l'insicurezza contenuta nella tua mente. Pulsar accelerato, apre la voglia persa davanti al tuo essere.
Non temere, avvicinati alle mie mani, prendimi le dita, fidati dei miei piedi callosi per aver camminato su terreni argillosi e accidentati.
Permettetemi di condurre il valzer di questo sonetto costruito da un noi ancora inesistente. Sii primavera nel mio autunno, sii me in te.