La Bottega delle Anime

E ora basta.


              Stanno ancora sbadigliando, i miei versi. Non mi abituerò mai a questo. Hanno abitato qui per tutto il tempo che è venuto. E ora basta. Li ho messi fuori di casa, non aspetterò che le dita dei piedi si raffreddino. Senza l'inconveniente del suo agitarsi confuso, voglio sentire il ronzio del sole o il mio cuore, quella spugna infida che si indurisce. I miei versi non fornicano nel modo classico. Balbettano volgarità o inveiscono con esagerata dignità. D'inverno schioccano le labbra, in primavera si distendono per terra al primo caldo, disturbano la mia estate e d'autunno profumano di donna. Egli arriva. Per altri dodici versi in questa pagina Dimentico le loro buffonate e poi un calcio nel culo. Si annoieranno da qualche altra parte, rime per un centesimo, tremeranno altrove a causa di dodici lettori e di un critico che russa. Andate ora, miei versi, sui vostri piedi leggeri, non calpestare con forza il vecchio suolo dove le tombe ridono alla vista degli ospiti, un cadavere sopra l'altro ammucchiato. Vai ora e barcolla verso quello che non conosco..