Il mio parto in CASA

Immagine_003 - Copia

Ecco la storia di Diamante Adele (3220 gr – 49 cm), tutta di emozioni e coincidenze, cominciando dal giorno e dall’ora precisa di nascita:

31.5
ore 3.15

e dal nome combattutissimo tra me e mio marito: Andrea voleva chiamarla Diamante, non ricordo nemmeno dove l’ha trovato, come gli è venuto in mente… io invece ero dell’idea di chiamarla Cassandra o Anastasia (sempre di origine greca come Sophia ed Elettra), oppure Adele, come entrambe le mie nonne, una delle quali morta 1 anno fa ed a cui ero molto legata…

Poi certo, Diamante è il “destino” del mio tatuaggio, perfettamente in linea con gli altri 3 ideogrammi che ho fatto:
Amore – Andrea
Saggezza – Sophia
Energia – Elettra
ed infine Destino – ed ecco Diamante

ma mi sembrava troppo new age, un po’ da soup opera… invece Andrea mi ha subito informata bene: anch’esso di origine greca e molto usato nel medioevo, insomma, non potevo più dire di no…

Però:
però ecco una delle coincidenze…
la notte in cui è nata la piccola, un’ora prima, è morta anche la seconda nonna… uno scambio di anime insomma, dunque Andrea voleva accontentarmi e chiamarla Adele, ma io non volevo fosse solo per me, era così convinto della sua scelta prima! È così è diventata Diamante Adele… firmerà un po’ lungo un giorno, ma pazienza, spero ci perdoni!

Quindi veniamo a noi, a me ed al parto di questa creatura, insieme ad un grande papà ed a 2 ostetriche che ringrazierò sempre!

Sono le 11 di sera, sto guardando un film che non mi piace molto, sarà per questo che la signorina si ribella e fa rompere le acque? (Grazie Diamante!)
sento un tac, ma non ci faccio caso, poi dopo qualche minuto mi viene il dubbio, mi tocco, sembra tutto normale, mi alzo dal letto e… comincio a colare come un rubinetto!
Mi scappa una risata “ehm… Andrea… direi che ho rotto le acque!”
che tempismo, giusto perchè non dovevo partorire proprio questo week end, dato che c’è il saggio di musica di Sophia e di mio marito e che mia cugina (che dovrebbe visitarla se nasce a casa) va ad un corso!
“Pazienza, mica posso mettermi un tappo!” gli dico… e poi rido… rido e ripenso al fatto che quella mattina sono passata in ufficio e una collega mi ha detto “dai che secondo me nasce stanotte”, esattamente come accadde per Elettra!
E poi altre 2 coincidenze: anche di Elettra il travaglio è iniziato alle 23 e nello stesso momento fuori iniziava a piovere!

Decidiamo di chiamare subito i miei genitori, visto che non è tardissimo sono sicuramente svegli, così possono venire a prendere le bambine: tempo 15 minuti sono a casa nostra, Sophia prende 2 cose da mettersi (lei neanche dormiva ancora), Elettra è tutta eccitata anche se l’abbiamo svegliata, mi bacia, mi abbraccia, va via serena… quella meno serena di tutti è mia madre, che piange già, eppure io non ho nemmeno ancora le contrazioni…

Nel frattempo ho chiamato anche Laura, l’ostetrica, che mi aveva visitata al mattino, era tutto ancora chiuso, la testa incanalata, ma secondo lei mancava ancora qualche gg, circa come da DPP (4 giugno), quindi non si aspettava fossi io, bensì l’altra mamma che sembrava aver cominciato a travagliare piano piano dalla sera prima…
Invece no… sorpresa… verso le 11.30 arriva anche lei (i miei per fortuna se n’erano già andati).

Prima però che arrivassero tutti, ecco le ns prime pazzie di coppia: qualche gg prima avevo preparato la casetta-fiocco nascita, compreso il timbro “home-made” (quello che uso per i biscotti), che però per scaramanzia non avevo incollato. Peccato che quest’ultimo in fase asciugatura fosse stato toccato da qualcuno e rotto e… mio marito proprio in quel momento mi fa notare che non l’ho rifatto!

Nessun problema: mentre arrivano i primissimi doloretti di poca durata e pochissima intensità gli do la ricetta della pasta di sale (mio marito “ma sei in travaglio!!!!” e io “tu non preoccuparti, segui le mie istruzioni che facciamo in fretta!”), lui mescola gli ingredienti e ne prepara un altro… et voilà, è pronto un nuovo timbro nell’eventualità che davvero questa bimba nasca a casa!

Quando arriva Laura facciamo 2 parole e ridiamo su questa sempre mia voglia di fare, le mostro il fiocco completo, il disegno della mamma che allatta, i piedini ancora da incollare fatti con le pietre bianche e nel frattempo arriva anche Valeria, la seconda ostetrica.
Alle 11.40 circa arrivano le vere contrazioni, comincio a segnare durata e distanza, ormai durano circa un minuto e sono a 6/8 min una dall’altra… ci siamo, iniziano le vere danze.

La sostanziale differenza tra il travaglio di Elettra e quello di Diamante è che sono stata lucidissima tra una contrazione e l’altra, sempre, fino all’ultimo momento, anche se è stato davvero intenso, tutto di schiena come nel vbac, senza potermi riposare e sedere un attimo…

I dolori sono diventati subito ravvicinati, hanno provato a farmi impacchi di sale caldo sui reni (piccola parentesi: avevamo finito il sale grosso, allora Andrea è sceso a farsene dare un pacco dal panettiere che era già al lavoro e lui invece di capire che era per un impacco ha capito che era per la pasta, quindi 2 gg dopo, quando sua moglie gli ha chiesto se sapeva qualcosa di me lui ha risposto “ma no, l’altra sera a mezzanotte facevano ancora la pasta con gli amici!” e gli amici erano il via vai delle ostetriche!), ma il peso mi sembrava peggiorare la situazione e il dolore era davvero forte comunque: a momenti alterni le ostetriche e Andrea mi premevano le mani sui punti dolenti, altrimenti premevo io con una mano o con l’altra, sia sulla schiena che sul basso ventre che sembrava mi si aprisse come fossi squartata in 2.

Ho sempre parlato nel frattempo, guardando l’ora, restando sempre in piedi, appoggiata con i gomiti sul tavolo in cucina o sulla poltrona in salotto: le mie gambe e le mie braccia chiedevano pietà…
Mi sono aggrappata a mio marito più volte, restando in piedi, chiedendogli anche se secondo lui la ragazza del piano di sotto mi sentiva gridare, ma lui tranquillo mi ha risposto di non pensarci, di rilassarmi, di lasciarmi andare, che andava benissimo così…

Ho provato a sdraiarmi un attimo: dopo una contrazione in quella posizione ho visto le stelle, quindi mi sono rimessa in piedi, mi era impossibile stare così.
Mio marito ha fatto una tisana alla frutta lasciata raffreddare e ogni tanto chiedevo da bere, con molto zucchero, stavo morendo di caldo e la bocca la sentivo asciutta e arsa, a forza di regolare il respiro e i vocalizzi…

Dopo 2 ore e mezza di dolori ormai vicinissimi Laura mi ha visitata perchè continuavo a dirle che mi sembrava di dover spingere e anche di dover andare in bagno (ci ho pure provato, ma stare seduta sul wc era impossibile anche quello!): ero di 4 cm circa, quindi mi ha detto di non spingere troppo, dovevo ancora aprirmi bene…

Allora ho richiesto conferma ad Andrea “Dimmi che sono brava!” gli ho gridato e lui mi ha risposto che ero uno spettacolo, che stavo facendo una cosa meravigliosa e quasi incredibile; quelle parole, proprio in quel momento mi hanno ridato forza, ho di nuovo ragionato lucidamente sulla situazione e mi sono detta “Sara, avanti così per altre magari 2/4 ore non ce la fai, sei stanca e non hai tregua… devi dilatarti, aprirti, pensare a tutte le grandi voragini della terra, focalizzare che ti devi aprire tanto, tantissimo, per far uscire la bambina, come dice Ina May – ti aprirai enormemente – forza!!!”

E così ho fatto: ho pensato a sentirmi grande dentro, come quando canto, “dovete sentirvi come una cattedrale” dice sempre la mia insegnante, a fare i vocalizzi giusti per aprire e fare spazio, ho pensato a grotte, gallerie, gran canyon e di botto la voglia di spingere è diventata ancora più intensa!

Mentre mi giravano intorno le ostetriche (controllando ogni tanto il battito della bambina, sempre perfetto), parlando sottovoce, mi sono lasciata andare del tutto, ho deciso con tutta me stessa che dovevo sopportare quell’enorme dolore ancora per poco, che tanto più forte di così non sarebbe stato, dovevo solo concentrarmi e regolare il respiro… ed ecco arrivare una voglia di spingere fortissima: ero di nuovo aggrappata a mio marito, in piedi, con le gambe che quasi tremavano e con una contrazione lunga e una spinta pari ad essa ecco che l’ho sentita scendere e ho urlato “esce, esceeeeee!!!” e tutta d’un botto è uscita la testa della mia cucciola, si è fermata lì e con altre 2 (forse 3) spinte altrettanto intense è uscita del tutto, con Laura che la prendeva al volo sotto di me (mi ha poi raccontato mio marito) come un pesciolino bagnato…

Eccola la mia bellissima bambina!
Lei ha fatto appena uno strillo e si è subito calmata, mi hanno fatto sedere, con il cordone ancora attaccato, me la sono messa sulla pancia, era pulita, profumata, morbida… che sensazione! Il mio cuore impazziva di gioia! Mio marito si è messo al mio fianco a rimirarci, a baciarci… che momento fantastico! Avrei voluto durasse un tempo infinito!

Diamante si è attaccata subito al seno, perfettamente, come natura comanda ha saputo subito dar retta al suo istinto primordiale, siamo state così almeno mezzora, io stavo benissimo, nessun giramento di testa, nessuna perdita di sangue, la placenta si è staccata da sola e con una spinta è uscita e io di nuovo niente lacerazioni, nessun punto, nulla di nulla… era tutto perfetto, la chiusura del cerchio.

L’ostetrica Valeria ha tagliato il cordone ormai bianco e messo la placenta in un sacchetto nel ns. freezer, mentre Laura mi massaggiava l’utero per farlo contrarre bene e io… mi facevo fare un panino! Avevo una fame pazzesca e una felicità addosso da toccare il cielo con un dito!

Alle 5.30, dopo aver pulito e buttato tutto le ostetriche andavano via, io mi mettevo a letto con Diamante e mio marito nella stanza delle bambine per lasciarci tutto il lettone a disposizione: la piccola ha dormito beata tutto il tempo, io ho riposato a tratti per un’oretta e poi me la sono guardata tutto il tempo, ripensando al mio percorso ed a questo bellissimo parto…

Ho ripensato a quanto ho aspettato questa gravidanza, a quanto ho sofferto per le perdite e per il tc di Sophia, a quanto ho gioito per il vbac di Elettra e adesso addirittura per un parto in casa perfetto, quello che tutte le donne e mamme si meriterebbero, senza paura, senza persone estranee, solo con la persona amata vicino e con la consapevolezza di dare e fare il meglio per la propria bambina.

Avevo una tale emozione addosso quella notte, sono stata così bene subito che quasi non potevo credere di essere così attiva, così serena, così in forma nel corpo e nella mente, mi meritavo tutto questo idillio?

Sì me lo merito: ho fatto un gran percorso negli anni, ho lavorato tanto su di me, sulla mia famiglia, ci siamo tanto amati e tanto scontrati io e mio marito, adesso può andare solo tutto bene, ce lo meritiamo entrambi questo “gioiello”, questa bellissima Diamante Adele che piange davvero poco, che sta in braccio a tutti, che dorme e ciuccia come un angioletto, che ha dei fratellini e 2 bisnonne lassù che vegliano su di lei.

“Benvenuta piccola mia, ti amiamo tanto io e il papà, ti adorano le sorelline, con tutto il cuore.”

La mattina alle 10.30, fortuna delle fortune, mia cugina è riuscita a venire a visitare Diamante, perchè sarebbe partita per il corso al pomeriggio!
Io stavo così bene che mi sono fatta la doccia e ho messo a posto un po’ di cose mentre la cucciola dormiva beata.

La montata lattea è arrivata prestissimo, dopo nemmeno 30 ore dal parto, Laura dice perchè l’ossitocina era altissima e si respirava serenità in casa, mi ha fatto piacere sentirlo.

Il giorno dopo facevo già il pane e stavo più che bene, a vedermi qualcuno ha avuto l’impressione che io non avessi nemmeno partorito ed era così che mi sentivo ed è così che mi sento, nonostante le notti metà in bianco! Questa bambina mi ha dato una carica che non mi aspettavo, forse perchè la natura sapeva che dovevo badare a lei e ad altre 2, anche se grandi, sempre da sola.

Sono felice, sono appagata, sono serena, spero che tutto continui così…

Il mio parto in CASAultima modifica: 2016-09-29T11:15:32+02:00da ElfaDelphia

6 pensieri riguardo “Il mio parto in CASA”

      1. Dopo quasi 3 anni, circa un mese fa, abbiamo finalmente seppellito la placenta di Diamante Adele.
        Volevo un limone, l’estate sono scorsa mi sono decisa a comprarlo, l’ho curato nell’inverno per farlo crescere ancora un po’ e poi adesso l’ho trasferito in un vaso più grande, con sotto la placenta.
        E’ stato un giorno importante, l’ho rivista e toccata, è stato strano.
        Elettra ha chiesto come mai la sua non ce l’ho: in effetti anche in ospedale avrei potuto chiedere di lasciarmela. Mi è spiaciuto.
        Adesso il limone sta benissimo… ha messo tantissime foglie!
        Il cerchio si è chiuso davvero.

  1. È sempre un’emozione leggere…è un pó come essere stata li.
    È stato il parto di Elettra a permettermi di vedere e vivere il parto in modo diverso col mio secondo figlio…e questo di Diamante a concretizzare ancora di più la mia idea.
    Grazie della tua esperienza.
    Ingrid

  2. oggi la mia Diamante Adele compie 3 anni, è sempre un’emozione ripensare al suo parto… lo rifarei altre 100 volte… devo ringraziare grandi Donne per il percorso che ho fatto, non potrò mai scordarlo, spero solo di riuscire a trasmettere un po’ delle mie conoscenze alle mie figlie un giorno, perché solo da bambini rispettati possono crescere adulti che rispettano, altre persone e il mondo intero.

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