Capelli ricci fai da te!

Avevo circa 11 anni quando chiesi per la prima volta a mia madre di farmi fare un sostegno ai capelli (la cosiddetta permanente) per averli mossi. Se ci penso adesso mi viene la pelle d’oca, tanto si sentiva all’epoca l’odore di ammoniaca nell’aria, quando li lavavo…

Ma non c’era niente da fare, ero fissata con i capelli ricci, forse perché mia madre e mia sorella hanno questa fortuna e a me invece la natura non ha regalato neanche una mezza onda.

Poi una sera, forse proprio mentre chiedevo a mia madre di inventarsi qualcosa per farmi qualche boccolo, salì la vicina di casa e mi svelò il segreto…

Basta procurarsi uno o più stracci di circa 50×50 cm, tagliarlo a strisce alte 4 dita e lunghe come il tessuto stesso (io per comodità ho sempre usato un telo di cotone/lino ricavato da vecchie lenzuola perché basta inciderlo e poi strappare), ricavando almeno una quindicina di strisce e armarsi di qualche minuto di pazienza.

Più la chioma è folta e più si vogliono ricci piccoli e fitti e più strisce serviranno (a me invece per esempio ne bastano 5/6).

Si parte prendendo una ciocca di capelli, la si tampona con una mano semplicemente umida, si arrotola la fettuccia di stoffa partendo dal fondo come fosse un bigodino e poi una volta arrivati al cuoio capelluto si legano le estremità facendo un semplice nodo, non troppo stretto per poterlo slegare facilmente.

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Cresima di Sophia, boccoli sempre fatti in casa!

 

 

 

 

 

 

Una volta completata l’operazione su tutta la testa, si inumidiscono ancora un po’ le “corna” ottenute con le dita umide e si va a dormire: non è affatto scomodo, non è come avere in testa i bigodini!

Sono necessarie parecchie ore affinché i capelli asciugando prendano bene  la piega, quindi è necessario doverlo fare da sera a mattina, o da mattina a sera, se ad esempio volete avere i boccoli appena fatti, belli corposi e gonfi il sabato sera.

Non fatelo mai con i capelli completamente bagnati dopo la doccia, perché non asciugheranno e non prenderanno alcuna forma. Invece se in casa avete un casco da parrucchiera potrete usarlo per accelerare l’operazione di asciugatura e messa in piega, anche se consiglio di non utilizzarlo di frequente perché i capelli ne risentono.

Soprattutto se avete capelli molto lisci e scivolosi, durante la fase di preparazione potete inumidire le ciocche con schiuma per capelli o lacca, puri o con le mani umide, per ottenere ricci più definiti e per un effetto che dura più a lungo e se alla base avete ancora qualche residuo di sostegno fatto in precedenza, il risultato finale sarà certamente ottimizzato.

Al contrario vi suggerisco di evitare il lavoro o non aspettarvi una lunga tenuta del capello mosso in caso di giornate piovose ed umide, perché il capello tenderà subito ad ammosciarsi.

Che dire, ho sposato la filosofia del “bebè a costo zero” e non posso che seguire lo stesso stile di vita per una “mamma a costo zero”, soprattutto se il risultato è a mio parere eccezionale e mi permette anche di guadagnare tempo, quando è già abbastanza difficile far conciliare i bisogni e gli impegni di 5 componenti!

Fatemi sapere come vi siete trovate con questo nuovo modo di farvi il look da sole… e naturalmente alle vostre fanciulle!

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Come nascono le mie fasce porta bebè… e il loro nome

Come ho già accennato nel mio presente articolo “Mi sono reinventata” non è stato facile trovare il tessuto a trama diagonale e l’investimento iniziale per le fasce porta bebè non è stato nemmeno dei più irrisori, per le mie tasche insomma.

Vorrei però spiegare, soprattutto dopo che qualcuno mi ha detto che le fasce non le faccio io, come nasce davvero una fascia porta bebè artigianale, quale lavoro c’è dietro a quello che sembra solo un lungo pezzo di stoffa.

Intanto mi sono arrivati rotoli da 11 metri, grossi e pesanti con cui ho praticamente invaso la cucina. Man mano che ho potuto in termini di tempo, li ho srotolati e lavati a 30/40°, con detersivo ecologico e senza ammorbidente, tenendo presente che in lavatrice ce ne sono stati non più di 2 per volta (ne avevo 16!).

Poi ho steso il tessuto, che nel frattempo si è ristretto di circa un 8% e una volta asciutto mi sono fatta aiutare a piegarlo per fare una pila ordinata.

C’è anche da dire che già in precedenza avevo fatto un po’ di calcoli per capire quanti metri di stoffa ordinare, in quanto, in base alla misura e poi al successivo restringimento del cotone, dovevo capire se ci sarebbe stato dello spreco o se sarei riuscita a sfruttare al meglio tutta la metratura: ho deciso per gli 11 metri per colore perché dopo il lavaggio sarebbero rimasti circa 10 metri e 20 centimetri, con cui posso fare 2 taglie 6 oppure una 7 e una 5 e così via.

Si arriva quindi al momento del taglio in base alla misura della fascia che si vuole realizzare, abbastanza semplice e veloce, con le 2 estremità in diagonale, per aiutarsi poi a legare meglio la fascia.

Lunghissimo invece il lavoro di imbastitura a mano, girando l’orlo 2 volte, affinché risulti bello anche il rovescio della fascia (in quanto è bello anche il colore al rovescio!).

Infine si passa alla macchina da cucire, con filo del colore necessario e cucitura anche delle etichette.

Se poi ci scappa anche un ricamo? Ebbene, intanto devo cercare un disegno che mi colpisca e finora ho cercato solo soggetti che rappresentassero una coppia come madre-figlio o qualcosa di significativo per me, perché la fascia crea essenzialmente un duo che si ama e poi magari ci sta bene anche una scritta che sottolinei questo legame. Dopo di che il disegno deve essere ricalcato sulla carta velina con apposito pennarello e poi stirato sulla fascia, per avere la traccia da seguire con il filo.

La fase di ricamo è piuttosto lunga, si parla anche di 10 ore di lavoro, a seconda del soggetto e/o della difficoltà (che si traduce in quante sono le parti più piccole e la quantità dei colori da alternare) e infatti diciamo che nel vendere poi la fascia questa parte di lavoro non viene mai del tutto ripagata, ma mi appaga l’anima farlo e sapere che sarà solo per quella mamma e quel bambino, un pezzo unico mai più riprodotto (ho deciso questa filosofia al momento della realizzazione del sito).

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Terminato il ricamo la fascia deve essere nuovamente lavata per cancellare la base del disegno e poi naturalmente stirata.

La confezione non è sempre richiesta, a chi la vuole però preparo un pacchetto con scatola e fiocco in lana, allegando all’interno la stampa delle istruzioni di lavaggio e di sicurezza, più la prima legatura da fare alla nascita (anche se non è l’unica), cioè il triplo sostegno.

Poi ci sono i nomi che ho dato alle fasce: al momento dell’ordine di disegni e colori alla tessitura, ho pensato che come tutte le più note ditte produttrici dovevo dare un nome ad ogni linea e così ho avuto l’idea di associarle ad un nome di donna (perché la fascia è femmina) nonché  personaggio di fantasia di film o cartoni animati, visto il mio amore per il fantasy.

Così, in base al disegno che riportano, sono nate Pearl (la bambina del libro/film “la lettera scarlatta”), Coral (la mamma di Nemo), Ariel (la sirenetta), Minou (la gattina degli Aristogatti) e Morla (la tartaruga de “la storia infinita”) e a breve ci sarà un nuovo arrivo… ma non vi voglio ancora svelare come si chiamerà, altrimenti capirete anche quale sarà il disegno del tessuto…

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Dopo tutto ciò forse avrete capito che in fin dei conti non posseggo una tessitura (che bello sarebbe!) ma le fasce le faccio io… che ne dite? Ci metto testa, cuore, ho sempre qualcosa che mi frulla in testa… direi che è una cosa che mi appassiona davvero tanto.

Venite a trovare i miei lavori sul mio sito www.fascebebeelfadelphia.com e ricordatevi quanto amore e tempo ci va per farvi avvolgere da una fascia di Elfa Delphia!

E le borse con i vecchi jeans?

Da tempo lo volevo fare… adesso che ho la macchina da cucire mi sono lanciata.

Non è difficile, ci vuole un po’ di fantasia, qualche jeans che non si indossa più, delle stoffe nuove o sempre di riciclo per effettuare fodera e decorazioni varie e via libera alla creatività.

Ci sono anche diversi video su youtube che possono aiutare a dare un input per iniziare la creazione, partendo dalla vita o dalle gambe dei pantaloni, usando un solo paio o di più per prendere colorazioni diverse.

Partendo dalla vita si tagliano le gambe, si scuce il cavallo e poi si cuce una parte sull’altra per non avere il rigonfiamento, poi nel triangolo che resta tra le gambe si aggiunge un pezzo di jeans o di altra stoffa a piacere, sia davanti che dietro.

Si cuce il fondo, si fa un manico lungo o 2 corti e poi si fodera a piacere: io ho scelto di cucire la fodera a mano con un punto largo e con filo da ricamo che è molto robusto, in modo da non far vedere alcuna cucitura all’esterno della borsa e di arricchire a piacere con calzini che diventano tasche, tasche interne, fiori di stoffa, pizzi, bottoni, tessuto delle fasce porta bebè a mio piacimento.

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La cosa che più mi diverte è che non ho mai un vero progetto già in testa, parto da un jeans, scelgo una stoffa che ho già acquistato in precedenza che si abbini bene per la fodera e altri particolari e poi parto a tagliare e cucire e man mano che procedo mi vengono in mente i dettagli da aggiungere, le varianti sulla forma, sulla chiusura, le decorazioni, per cui ogni volta il risultato finale è una sorpresa anche per me ed è è ovviamente un pezzo unico nel suo genere.

Questa passione per il cucito non so sinceramente come sia saltata fuori, visto che in passato anche un solo calzino da rammendare vagava per la casa mesi e mesi prima di essere… gettato via! Diciamo che la possibilità di creare e dar spazio alla mia fantasia è molto più soddisfacente di un buco in un calzino e credo che la mia nonna sarebbe stata molto fiera di me. Spesso mentre taglio e cucio sento il suono delle sue parole nelle orecchie, come a correggermi quando sto per fare una piccola imperfezione, come a darmi le dritte giuste per ottenere un lavoro più curato e più carino.

Buttatevi anche voi nel cucito creativo… essere artigiani è dare un valore aggiunto alle cose create, lo diceva Francesco D’Assisi:

Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista.

Eco idee per pulire casa

Per le pulizie di casa, io parto principalmente da 2 presupposti:

  1. Per tanto che si cerchi di igienizzare casa rimuovendo fino all’ultimo batterio, appena entriamo in casa con le scarpe, sgoccioliamo con il sacchetto del pattume, apriamo la finestra (soprattutto per chi vive in piena città), tutti i buoni propositi sono andati in fumo;
  2. I bambini non devono vivere sotto una campana di vetro e con questo non intendo che debbano rotolare nel fango e mangiarselo, ma poter stare a terra (in casa e fuori) e mettere le mani in bocca per farsi gli anticorpi.Dopo di che diventa quasi automatico non comprare centomila e uno prodotti igienizzanti, antibatterici, profumati e chi più ne ha più ne metta, che la maggior parte delle volte contengono sostanze nocive per l’uomo e per l’ambiente, oltre a costare non poco.

Ecco semplici, veloci, economici ed ecologici metodi per le pulizie di casa ed elettrodomestici, che ho pian piano iniziato ad utilizzare negli anni:

  • Per lavare i pavimenti all’inizio della mia “carriera da casalinga” mi facevo abbindolare da tutti quei prodotti colorati e profumati alla lavanda, al gelsomino, al pino silvestre, ma nonostante gli acquisti più disparati il pavimento era sempre alonato e appiccicoso, dovevo sciacquare più volte, solo con determinati stracci e sperando nel clima affinchè asciugasse in fretta. Un bel giorno ho scoperto che semplice ACQUA CALDA E ACETO sono formidabili, per pavimenti sgrassati e puliti, senza aloni, senza bisogno di risciacquo e senza inquinare il pianeta;
  • Stesso problema di aloni per i vetri: ho sempre visto mia madre comprare le marche più famose e pubblicizzate di prodotti per cristalli, ma io non sono mai stata capace di farli brillare senza impazzire e nel tempo ho provato e speso molto per avere il detergente più efficace, che efficace come desideravo non era mai. Poi mi è stato suggerito da mia nonna come fare, ed è proprio vero che spesso e volentieri i “rimedi della nonna” sono più preziosi: con un panno morbido spolverare prima il telaio delle imposte e con un secondo panno spolverarne il vetro, procedendo dall’esterno verso l’interno. In uno spruzzatore versare un litro di acqua tiepida e due bicchieri d’aceto. Quindi spruzzare sul vetro e pulire con una spugna, infine asciugare con FOGLI DI CARTA DI GIORNALE appallottolati.
  • Per pulire i sanitari del bagno e i rubinetti utilizzo una spugna in microfibra insaponata del medesimo SAPONE che utilizziamo per lavarci (di Marsiglia, di Aleppo ecc), per sgrassare e pulire ogni macchia.
  • Poi, visto che l’ACETO è anche un ottimo anticalcare, lo diluisco con acqua tiepida in uno spruzzino e faccio brillare tutte le superfici del bagno (rubinetti compresi): anche in cucina, o lasciato per qualche ora nelle bottiglie per l’acqua che fanno quella patina gialla sul fondo, l’aceto lucida e disinfetta. Così come è ideale per pulire il frigorifero e come ammorbidente nella lavatrice. Quest’ultima si può pulire riempiendo il cestello di acqua tiepida, aggiungendo un litro e mezzo di aceto e facendo partire l’elettrodomestico con il giro più lungo.
  • Per la lavastoviglie utilizzo ACETO E BICARBONATO insieme: codesta miscela se lasciata a se stessa per un’ora o più diventa inutile, perché gli elementi tra loro annullano l’efficacia di entrambi i prodotti, ma utilizzata subito mentre “frigge” permette di sgrassare a fondo (io di solito pulisco la lavastoviglie e poi faccio fare un lavaggio veloce a vuoto). Non è da usare su pietre calcaree e marmo, ma per l’ingiallimento delle fughe tra le piastrelle nella doccia o per certe macchie di frutta sui capi è un ottimo prodotto, a costo ridicolo.
  • Per la pulizia del forno ci sono prodotti che contengono molti solventi chimici pericolosi, visto che possono essere inalati sotto forma di vapori o addirittura ingeriti assieme agli alimenti se non rimossi perfettamente dalle superfici, per questo è importante sapere come pulire il forno in maniera naturale.

La pulizia del forno può essere eseguita con 4 ingredienti naturali ed ecologici che sicuramente non mancano mai in casa: bicarbonato di sodio, aceto, limone e sale. Con l’ausilio di questi prodotti – economici, oltre che sicuri per la salute e l’ambiente – è possibile sgrassare a fondo, eliminare i cattivi odori e ridare brillantezza alle superfici senza troppa fatica.

Acqua e sale:

Amalgamate 1/2 litro d’acqua con 250 gr di sale grosso fino a ottenere un composto denso e omogeneo. A questo punto applicatelo con una spugnetta sulle incrostazioni e le macchie di bruciato e lasciate agire per circa 15 minuti. Risciacquate con un panno umido.

Sale e aceto:

Per ottenere un detergente naturale sgrassante ma anche anti-odore potete sostituire l’acqua con l’aceto e miscelare ½ litro di aceto di vino bianco con 250 gr di sale. Quando il sale sarà completamente sciolto, trasferite la miscela in un vaporizzatore e spruzzate a forno tiepido. Fate asciugare e raffreddare il forno. Rimuovete i residui di sale rappreso con una spugna e ultimate la pulizia con un panno morbido.

Bicarbonato e sale:

Per ottenere un efficacissimo detergente naturale per la pulizia del forno è sufficiente una tazza di sale, una di bicarbonato e una di acqua. Stendete l’impasto ottenuto miscelando i tre ingredienti su tutta la superficie del forno e lasciate agire per un’ora. Trascorso questo tempo, potrete rimuovere con un panno tutto il grasso e i residui di cibo senza alcuna fatica. Risciacquate velocemente con un panno umido e il gioco è fatto.

Bicarbonato e aceto:

Dopo aver spruzzato l’aceto di vino bianco nel forno, cospargete le superfici tiepide di bicarbonato di sodio e lasciate agire per mezzora. La reazione chimica innescata farà letteralmente “staccare” e lo sporco che potrete rimuovere con una spugna abrasiva imbevuta in acqua tiepida e bicarbonato.

Acqua e limone:

Se lo sporco è più ostinato che mai, quello che vi serve è un detergente naturale a base di acqua e succo di limone. Mettete in una teglia dai bordi alti il succo di 3 limoni grandi e aggiungete un po’ di acqua. Infornate per circa mezzora a 180° così che l’evaporazione dell’acqua miscelata al limone sgrassi le pareti del forno. A questo punto spegnete il forno, lasciate raffreddare per il tempo necessario e inzuppate un panno nel succo rimasto. Procedete, dunque, con la normale pulizia del forno e completate con un abbondante risciacquo. Se notate qualche residuo di sporco, trattatelo con direttamente con una metà dei limoni spremuti.

Acqua e aceto:

Lo stesso identico procedimento può essere replicato sostituendo il succo di limone con un bicchiere di aceto bianco o di mele. Fate bollire il tegame di acqua e aceto per un quarto d’ora ed estraete la teglia dal forno. Procedete pulendo il forno con un panno imbevuto in una miscela di acqua e 2 cucchiaini di bicarbonato di sodio.

Qui trovate molte altre idee per la pulizia ecologica della casa.

Buone eco-pulizie domestiche!

 

Piccoli trucchi per non sprecare il cibo

A 22 anni sono andata a vivere con il mio compagno e attuale marito e con tutte le spese che ci siamo ritrovati a sostenere, ho dovuto imparare a essere formichina più di quanto già non fossi per natura.

Nel tempo ho capito e imparato molti trucchi per non buttare gli avanzi del frigorifero, di una cena e molto altro, non solo per evitare sprechi di denaro, ma anche perché la cucina degli avanzi è prima di tutto etica.

Ecco alcuni esempi:

  • Prima di tutto è sempre meglio guardare la data di scadenza di un prodotto prima di acquistarlo, perché è probabile che sugli scaffali dei supermercati vengano esposti a portata di mano gli articoli che hanno una scadenza breve, mentre di solito quelli con scadenza più in là nel tempo sono dietro;
  • Gli yogurt ho scoperto che riportano una data di scadenza che non è mai del tutto veritiera: prima di buttarli, apriteli, io ne ho sempre mangiati anche quando sembravano scaduti da 2 settimane, eppure erano buonissimi (e diversamente si inizierebbe a vedere della muffa sullo strato superiore), al limite hanno meno fermenti; se non vi fidate potete sempre utilizzarli per una torta;
  • Mozzarelle, mascarpone e formaggi vari che iniziano ad ammuffire o inacidire si possono tranquillamente mettere sulla pizza, sciogliere per un sugo della pasta o di un risotto, o per ottimi sformati;
  • Il pane secco, i crakers rotti o avanzati da una merenda si possono frullare e diventare pan grattato per ricette future;
  • Il pane non del tutto raffermo diventa di nuovo buonissimo se tagliato a fette e messo qualche minuto per parte sulla piastra o nel tostapane… ottimo poi per una bruschetta estiva o per accompagnare minestre di verdure, legumi e cereali!
  • Le briciole miste dei vari biscotti infilati nel tempo nella biscottiera possono essere uniti a burro e zucchero e diventare una sfiziosa base di pasta frolla per crostate o cheese cake;
  • Il cioccolato dura anche 2 anni, basta metterlo in frigo in estate affinchè non si sciolga e se perde gusto si può usarlo per fare i dolci;
  • Carne o pesce della sera precedente, se non si ha voglia di mangiarli riscaldati, si possono frullare insieme a parmigiano, pan-grattato, un uovo e spezie varie e diventano ottime polpette da fare al forno, o fritte;
  • Il sugo dell’arrosto, da solo o unito magari a qualche fungo e a della panna da cucina, diventa un ottimo sugo per la pasta;
  • La polenta avanzata, che si indurisce, si può fare alla “pizzaiola” (le mie bimbe l’adorano): si taglia a tocchetti, si mette in una pentola antiaderente con un po’ d’olio extravergine, mozzarella, passata di pomodoro ed origano, salando a piacere, si fa asciugare l’umidità del pomodoro e quando la mozzarella fila il piatto è pronto;
  • Il risotto del giorno prima si può unire a uova e parmigiano e agli ingredienti che preferite (io ad esempio uso molto curry e rosmarino) e diventare polpette, anche simili ad arancini se si farciscono con del formaggio filante;
  • Le verdure avanzate, unite alle uova (e volendo panna o formaggio) diventano delle buonissime frittate, anche al forno;
  • Se le verdure che ci sono in frigorifero sono un paio per tipo si può fare una “verdurata” (tipo peperonata con una buona base di soffritto di scalogno, aglio, spezie), oppure un bel minestrone o passato;
  • Con patate lesse o purè avanzati si possono inventare polpette, gnocchi, o sugo per pizzoccheri (insieme a verdure e formaggio);
  • I residui di frutta e verdura dell’estrattore si possono utilizzare per ottime torte o muffin, oppure si possono mettere nello yogurt per la colazione;
  • Se qualcuno vi passa frutta e verdura dell’orto e non riuscite a consumarla tutta prima che marcisca, potete inventare sughi e marmellate, antipasti ortolani e così via, da mettere sotto vuoto o nel congelatore e che andrete ad utilizzare tutto l’anno o che potrete regalare a Natale con un bel fiocco;
  • Legumi di vario tipo, se avanzati, si possono frullare con spezie e semi e diventare ottime creme spalmabili o da mangiare calde con un filo d’olio extravergine e crostini o polpette;
  • Se a fine estate avete sul balcone delle piantine di rosmarino, salvia, timo che andrebbero a morire nell’inverno, prendete tutti i rametti e foglie possibili, sciacquateli, fateli asciugare e seccare un po’ su uno strofinaccio, unite sale grosso e tritate finemente: avrete un ottimo condimento per carne, pesce, risotti e quel che più vi verrà in mente.

Spero di aver dato buoni spunti… si accettano ulteriori suggerimenti!

PICCOLE IDEE REGALO

Si avvicina Natale, o avete semplicemente bisogno di fare un regalino all’ultimo momento, oppure avete un piccolo budget di spesa e volete comunque fare un pensiero utile ed originale?

Ecco un paio di idee…

Ricetta per cioccolata calda

Procuratevi un vasetto carino abbastanza grande, magari con un bel tappo, o un coperchio che possiate decorare (oppure stoffa per coprirlo e un fiocco per legarlo) ed i seguenti ingredienti:

  • 180 gr cioccolato fondente (55-65%)
  • 12 cucchiai cacao amaro in polvere
  • 4 cucchiai zucchero di canna
  • 8 cucchiai di zucchero semolato
  • 12 cucchiai rasi di fecola di patate

Procedimento:

Polverizzare nel mixer (con le lame) il cioccolato facendo attenzione a mixare a intermittenza altrimenti il cioccolato si scioglie. Metterlo in un barattolo insieme a tutti gli altri ingredienti e mescolare bene. Conservare in un luogo fresco e asciutto.

Preparazione di 1 tazza:

Mettere in un pentolino 3 cucchiai e sciogliere 250 ml di latte versandolo poco alla volta e mescolando bene con un cucchiaio per sciogliere bene la polvere, facendo attenzione a non fare grumi. Portare a ebollizione a fuoco basso lasciando addensare.

Ricetta per zucchero di canna integrale all’arancia

Procuratevi sempre un bel vasetto, magari decorando il coperchio con pasta di sale o pannolenci e poi i seguenti ingredienti:

  • 3 arance
  • 200 gr di zucchero integrale di canna

Preparazione:

Grattugiate con cura la scorza delle arance, mettetela su un piattino e lasciatela seccare su un termosifone per un giorno intero. Con un piccolo frullatore o un macinacaffè riducetela in polvere e mescolatela con lo zucchero fino a ottenere un composto omogeneo.

Si può utilizzare per addolcire quello che di preferisce, regalando un tocco di aroma all’arancia.

Zuccherini digestivi per ogni occasione

Avevo una volta un datore di lavoro… donna. Una donna dalle mille risorse, tra cui preparare personalmente regalini di natale per i clienti, senza spendere grandi cifre e confezionando con pochi ingredienti e semplicità qualcosa di speciale.

Ecco a voi come si preparano gli zuccherini digestivi, che potreste trovare anche in qualche bottega o drogheria, ma a costi decisamente più alti.

Procuratevi dei vasetti di vetro non troppo grandi (nuovi, o meglio se di riciclo da marmellate o altro, sempre per risparmiare!), alcool etilico (in vendita al supermercato), zollette di zucchero e poi vari ingredienti per insaporire, come ad esempio:

  • scorza d’arancia e chicchi di caffè
  • cannella (meglio intera, ma va bene anche in polvere) e chiodi di garofano
  • scorza di limone e salvia

La preparazione è davvero semplice: inserire nei vasetti tante più zollette di zucchero è possibile, cercando di disporle con ordine; quindi inserire gli ingredienti scelti (potete anche sbizzarrirvi con le combinazioni che preferite) e poi versare l’alcool fino a coprire il tutto. Chiudere bene il coperchio e lasciar riposare almeno un mese prima di consumare gli zuccherini digestivi, direttamente interi sulla lingua o dopo averli incendiati per far evaporare un po’ di alcool.

Per rendere la confezione ancora più originale, carina e simpatica, si può legare un bel fiocco intorno al coperchio ed adornare il medesimo con animali o fiorellini fatti con pasta di sale e poi incollati, oppure roselline di pannolenci, oppure stoffe colorate e ritagliate a zig zag posizionate prima del fiocco.

E le occasioni in cui regalare questi pacchettini sono infinite: non sono ideali solo per natale, ma anche da portare a cena da amici, per una festa del papà, per ringraziare di un favore…

Buona degustazione!