Perchè portare e con quali supporti

Partiamo dalla fisiologia e biologia del portare e dei suoi benefici.

In natura, parlando di mammiferi, ci sono diversi tipi di cuccioli (direttamente da http://www.portareipiccoli.it/bio_concetto.html) :

I cuccioli nidiacei, per esempio i gatti, topi, nascono dopo un breve periodo di gestazione e spesso in grande numero fortemente immaturi. Nudi, sordi e con gli occhi chiusi assomigliano alla nascita poco ai propri genitori. Inoltre sono molto immaturi dal punto di vista motorio; infatti la madre li nasconde in un nido dove rimangono finche’ sono pronti a lasciarlo. Dopo pochi giorni, mentre la madre è in cerca di cibo, rimangono per molte ore soli e tranquilli.

Dopo una lunga gestazione, i cuccioli nidifughi, come per esempio il cavallo, la pecora, invece, dopo poche ore dalla nascita sono fisicamente maturi, sanno camminare e seguire la madre e la gregge dappertutto.

Dal punto di vista evolutivo i nidifughi trascorrono il periodo da nidiaceo in utero, dove hanno gli occhi chiusi e sono senza pelliccia. Ma ancora prima della nascita maturano completamente.

Ma queste due tipologie non bastano per definire tutti i mammiferi. I koala e certe scimmie per esempio non possono muoversi da soli alla loro nascita, ma non sono neanche immaturi come i nidiacei: alla nascita assomigliano già molto ai loro genitori e tengono gli occhi aperti. Questi cuccioli vengono portati dalla loro madre per la maggior parte del tempo che non sanno ancora muoversi in modo autonomo.

Così nel 1970, fu introdotto dal biologo comportamentale Bernhard Hassenstein la definizione del PORTATO, per definire i cuccioli mammiferi che vengono portati dai loro genitori vicino al proprio corpo. Si distinguono oggi il portato passivo e il portato attivo.

Il portato passivo si lascia portare dalla madre senza dare un suo contributo. I marsupiali, come il canguro, sono portati passivi. I loro piedi e mani non sono predisposti per tenersi aggrappati al corpo della madre; infatti sono portati dentro una tasca.

I portati attivi invece si tengono attivamente sul corpo della madre. I loro piedi e mani sono fatti per aggrapparsi alla pelliccia della madre anche per molte ore al giorno. Di questa categoria fanno parte molti primati, i koala, gli opossum e altri grandi scalatori d’alberi.

E il cucciolo dell’uomo?

Il cucciolo umano si inserisce, secondo B.Hassenstein, E.Kirkilionis und W.Schiefenhoevel nella categoria dei PORTATI (Traglinge) .

Questa definizione può sorprendere, ma la serie di riflessi “primordiali” di cui il neonato umano dispone alla nascita e che si perdono di solito nei primi mesi di vita, rende quest’affermazione non solo comprensibile a tutti, ma addirittura logica. I riflessi per aggrapparsi, si presume, erano importanti nei tempi antichi, dove perdere il contatto con il corpo della madre significava pericolo imminente di morte. Il neonato umano era soltanto fisicamente sicuro vicino al corpo di sua madre. Ancora oggi il cucciolo dell’uomo, quando si sente abbandonato, si fa notare con tutte le sue energie piangendo per richiamare l’attenzione della madre. Il contatto corporeo con il genitore è di fondamentale importanza perchè garantisce, dal punto di vista biologico comportamentale, la sopravvivenza del piccolo.

In conclusione i biologi affermano, che le specifiche caratteristiche del portato, i riflessi innati per aggrapparsi, le particolarità anatomiche e il grande bisogno dei neonati e lattanti di contatto corporeo siano indizi univoci che l’essere umano, dal punto di vista biologico e storico evolutivo, deve essere un portato attivo. Il fatto, che neonati senza contatto corporeo non si sviluppano bene e che cercano continuamente di stabilire questo contatto, piangendo se necessario, sono altri indici che il contatto corporeo è di prima necessità per lo sviluppo del cucciolo dell’uomo.

Dal punto di vista scientifico portare significa tenere un piccolo in contatto con il corpo dell’adulto, che a sua volta è predisposto a portarlo.

Dunque, visto che i nostri cuccioli non hanno più la capacità di tenersi aggrappati alla mamma da soli, come fanno invece i primati più vicini a noi, le scimmie, vediamo cosa è possibile utilizzare per portare un bambino, per la precisione cosa ho provato personalmente, per darvi un’idea della comodità.

Premesso che per il bambino essere portato dà :

  • un sostegno ottimale alla colonna vertebrale
  • un sostegno ottimale della testa
  • una posizione divaricata-seduta delle gambe idonea alle anche

ed aggiungerei:

  • non respira gas di scarico (come a livello di un passeggino), non da poco ai giorni nostri
  • non si bagna perché sta sotto l’ombrello con la mamma
  • ha il seno a portata di bocca

e che all’adulto permette di :

  • portare “alto” (a livello e al di sopra del proprio ombelico)
  • portare “vicino” (nessun spazio vuoto tra i due corpi – non ci passa la mano)
  • lascia libertà di movimento (braccia/mani non devono sostenere il bambino)
  • regolare la modalità/posizione in base al peso crescente, quindi nessun problema a livello di postura della schiena

ecco i metodi più usati:

IL MARSUPIO

I marsupi sono molto venduti in quasi tutti i negozi che hanno articoli per neonati, ma bisogna valutarne bene la struttura. Purtroppo la maggior parte dei marsupi non prevede una postura corretta per il bambino e gravano molto anche sulla schiena dell’adulto che porta: prima di tutto non fasciano la schiena del genitore, che quindi si ritrova con il peso sbilanciato completamente in avanti e poi non permettono una posizione delle gambe del bambino a ranocchia (cioè gambe divaricate e sollevate, con ginocchia leggermente sopra al livello del bacino e con la traversa dove è seduto il bimbo che vada da rotula a rotula).

Inoltre non sono regolabili per portare fin dalla nascita e spesso tendono a staccarsi dal corpo di chi porta, creando l’effetto “ballonzolamento” che nuoce alla schiena del bambino.

LA FASCIA LUNGA

Non posso che spezzare una lancia a favore di questo supporto: mi fu regalato alla nascita della secondogenita e senza questa fantastica striscia di stoffa, sarei stata perduta.

Esistono fasce lunghe ELASTICHE e RIGIDE:

  • La fascia elastica è molto adatta a portare il bambino nei primi mesi di vita, proprio per la particolarità di essere cedevole e contenitiva, ma ha lo svantaggio di non reggere il peso oltre i 7/9 kg circa (gravando sulla schiena di chi porta) e di scaldare per via della fibra sintetica, quindi non è particolarmente idonea nei mesi estivi.
  • La fascia rigida in realtà non è rigida come lo possiamo intendere letteralmente, ma solo senza filo sintetico ed elastico nella tessitura, restando comunque confortevole ed avvolgente in virtù della trama particolare con cui viene ordita.

Fortunatamente a me fu regalata la fascia rigida, di una taglia molto grande per permettere anche a mio marito di usarla e la utilizzai dal primo giorno in ospedale (e ovviamente anche subito dopo il parto in casa) e fino a 3 anni della bambina, perché permette di portare fino a 13 kg abbondanti ed in svariate posizioni.

Per l’acquisto ci sono svariati negozi on-line, mentre solitamente nei rivenditori di articoli per bambini è più semplice trovare fasce corte (quindi non adattabili a tutte le posizioni), elastiche e con meno opportunità sui colori.

In ogni caso, solitamente, con l’acquisto di una fascia, si trova nella confezione anche un libretto illustrativo sulle modalità di indosso e, nel caso ci fossero ancora dubbi, si trovano molti video su you-tube e si possono frequentare i corsi tenuti dalle consulenti, per imparare al meglio come gestire fascia e bambino.

Io ho utilizzato ed utilizzo tuttora con la terza bimba i seguenti modi di portare:

  • Davanti, con legatura a ranocchia, fin dai primi giorni, per vedere la bambina, allattarla, dondolarla per dormire, tenerle la testolina ferma e poterla indossare prima di uscire e poi infilare la bimba senza dover rifare il nodo ogni volta;
  • Sul fianco, soprattutto la sera, per offrire il seno e intanto cucinare anche dopo i primi mesi;
  • Sulla schiena (circa dai 4 mesi di età delle bimbe, quando hanno un buon controllo della testa), per sentirmi più libera, soprattutto in casa nei lavori più pericolosi, come stirare e cucinare, o fuori per lunghe passeggiate.

IL MEI TAI

Esistono diversi siti online ove acquistare MEITAI davvero bellissimi, ma con un tutorial è anche possibile cucirne uno abbastanza facilmente, se siete già delle brave sarte.

Io me ne feci fare uno intorno all’anno di Elettra, credendo di poter portare più facilmente, ma con la mia vita frenetica lo trovo tuttora un po’ scomodo per via dell’impossibilità di poterlo indossare da subito (prima di uscire di casa e con giacca sopra per intenderci) ed infilarci dentro la bambina dopo il viaggio in macchina, anche se in realtà è senz’altro molto pratico e veloce da indossare, soprattutto per chi è alle prime armi con le legature.

http://www.meitaimundo.it/it/perche-il-mei-tai

La fascia ed il meitai sono senza dubbio supporti che permettono di eliminare quasi totalmente l’acquisto di altre attrezzature di trasporto per bambini, risparmiando quindi denaro e spazio, ma alcuni modelli hanno dei costi abbastanza elevati se si tratta di tessuti di alta qualità (come la Didymos ad esempio) e di notevole lunghezza (questo per le fasce), pertanto io consiglio anche di cercare la fascioteca più vicina per provare e poi scegliere la tipologia di supporto più congeniale alle vostre esigenze.

Dopo di che potete buttarvi nell’acquisto del modello di supporto porta-bebè che preferite e che si addice alla vostra quotidianità.

Buon viaggio a voi ed ai vostri cuccioli!