Quannu tira u ventu fatti canna!

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Sono tanti quarantadue anni.
Sono, politicamente, un’era geologica. non è la scarsa incidenza dell’azione repressiva che mi impensierisce, quanto la disorganizzazione a livello politico e amministrativo.
Siamo passati dal ministro lunardi che con la mafia, diceva, bisognasse imparare a convivere… a chi?
A giuliano amato?
Quello del prelievo forzoso dai conti correnti di quasi quindici anni fa, se non erro.
Il mio dubbio non è sulla persona che non conosco direttamente, ma sulla rispondenza della classe politica cui appartiene alle esigenze di oggi
Molti impianti accusatori di processi per mafia dimostrano prove alla mano che esiste una contiguità della politica con gli amministratori in contatto con esponenti mafiosi, camorristi e quant’altro… ora: a prescindere dalla posizione processuale di chi è imputato in quei processi, registro che nessun “autorevole commentatore” cerchi spiegazioni per un fenomeno tanto macroscopico, ossia la propensione politica della grande delinquenza organizzata. una tendenza che in italia è di proporzioni colossali.
Questo è un problema, mi pare.
La legge antidroga varata dal passato governo ne è un esempio lampante: nessuna novità procedurale per rendere più veloci e incisive le indagini… non una parola sui grandi patrimoni costruiti sulla droga.