Il “Made in Italy” globalizzato.

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Quante aziende italiane hanno delocalizzato la produzione all’estero in nome della globalizzazione e continuano a vendere con il marchio “Made in Italy”?
Il “Made in Italy” non è di proprietà delle aziende, ma del nostro Paese.
Chi lo usa deve produrre in Italia.
Se emigra utilizzi per i vestiti, le auto, i caschi per le moto, le caffettiere, i marchi “Made in China” o “Made in Romania” e vediamo chi comprerà i suoi prodotti.
La delocalizzazione ha regalato profitti giganteschi alla Confindustria e la disoccupazione agli italiani.
In alcuni casi questo è avvenuto, come per la Romania, attraverso incentivi alle aziende provenienti dai contributi versati dall’Italia alla UE, i famosi “fondi europei”.
Ci siamo pagati la delocalizzazione con le nostre tasse…
Aziende create da generazioni di tecnici, operai, ingegneri, designer italiani non si possono spostare come un pacco postale in un qualunque luogo della Terra perché “costa meno”. In posti dove spesso non esistono controlli, garanzie, leggi, norme di tutela ambientale.
E’ necessaria subito, per bloccare l’emorragia, una legge che tolga il diritto dell’uso del “Made in Italy” alle aziende che non ne hanno diritto. Oltre al danno della disoccupazione non possiamo subire anche la beffa del marchio abusivo.

Di male in peggio

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Ad essere colpiti non sono solo i disoccupati, che sono appena un terzo.
La maggior parte dei poveri lavora.
Vanno in ufficio, hanno un capo, hanno delle responsabilità, pagano le tasse.
Però non riescono a vivere in maniera dignitosa.
Non possono pagarsi le cure, hanno rinunciato alle vacanze, mangiano schifezze che costano poco e quindi si ammalano, soffrono perchè non possono garantire un futuro ai propri figli e perchè dopo lavoro devono fare la fila alla Caritas. Non sono persone libere, sono schiavi.
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Usabomber go to home

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Gli Stati Uniti intervennero sul territorio italiano non per liberare l’Italia dal fascismo e nazismo ma, sotto tale pretesto, di eliminare la possibilità che uno stato democratico s’instaurasse.
Quando inglesi ed americani giunsero al nord d’Italia il lavoro era già bello fatto. Anzi, dovettero sudare un po’ per eliminare il governo provvisorio creato dalla Resistenza.