Fantastic Negrito – “Please Don’t Be Dead” (Cooking Vinyl, 2018).

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There is desperation and urgency in Fantastic Negrito’s new album Please Don’t Be Dead. The record sees the Devil around the corner, and each song is a plea to make you aware of what’s waiting for you. The artist is screaming at you because he knows what comes next. The album art features a real life photograph of Fantastic Negrito waking up from a three week coma. His body is shattered, his eyes are staring past you. They’re staring at the darkness that awaits. But with his new album we hear the voice of an artist who put that darkness in the rearview. Now he’s asking America to do the same.

Alberto Fortis – “Greatest Hits” (Azzurra Music, 2018).

«Vincenzo io ti ammazzerò/ sei troppo stupido per vivere/ Vincenzo io ti ammazzerò perché/ perché non sai decidere» – Alberto Fortis

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A quasi 40 anni dall’esordio discografico del cantautore pazzo di Domodossola, in edicola come supplemento editoriale a La Gazzetta del Mezzogiorno è in vendita al costo di € 9,70 questo “Greatest Hits” che altro non è se non un estratto del nuovo doppio album live in uscita il 22 giugno intitolato “4Fortys”. L’album completo è disponibile negli store digitali, e in formato fisico, nei principali negozi di dischi e su www.azzurramusic.it. In questo album c’è la rivisitazione e la reinvenzione del primo disco, affidata a una performance Piano&Voce Live in Studio che fa rivivere i momenti compositivi dei brani, le scintille di ispirazione che hanno dato inizio alla sua carriera e in aggiunta, due bonus tracks, “Settembre” e “Wish I knew” un brano cantato in inglese composto con Steve Piccolo, con un testo davvero toccante. Abbiamo detto piano e voce, ma anche armonica a bocca… e tanto tanto estro: gioia omicida e enigma impazzito pervadono le lyrics di questi 50 minuti di feedback continuo con il pubblico pagante. All’epoca (1979) quello che più colpì l’opinione pubblica fu la verve poetica dei suoi brani e la continua polemica irriverente verso l’animo disilluso dei giovani di allora.

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Emma Tricca – “St. Peter” (Dell’Orso Records, 2018).

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L’Italia ha trovato la sua Bon Iver da esportare all’estero: “St.Peter” è l’album alt-folk (di matrice prevalentemente country) della definitiva consacrazione della polistrumentista italiana di radici londinesi. Il suo ultimo lavoro, intimo e profondo, cela tra le ombre del suo crepuscolarismo evidente, copie conformi all’originale di Neil Young, Julia Holter, James Taylor. Anacronistico nei suoi camei invernali, è intriso di fingerpicking e di mimica tutti casa-e-chiesa e di elementi di rinascita spirituale e esoterica. Un viaggio tutto sperimentale e strumentale in uno squarcio di tempo ignoto agli uomini ed un terzo album che rinnova, dopo “Minor White” (2009) e “Relic” (2014), un appuntamento fisso con sensazioni forti.