Joni Mitchell – “Blue” (Reprise Records, 1971).

Leggendo “Sbam!” di Jovanotti (per edizioni Mondadori) ho trovato un’ampia pagina dedicata a Joni Mitchell, cantautrice canadese e ho approfondito il discorso comprando una copia usata di “Blue”, album indimenticabile degli anni 70. Una mezzora di grande musica, piena di colori e poesia: si parte da tutte le tonalità di verde (“Little Green”) per finire in quelle di blu (nell’omonimo pezzo) e in tutte le sfumature della notte che pervadono “The Last Time I Saw Richard” e buona parte dell’intero album. Luci e ombre, come la notte gioca col giorno. Struggente la sua passione amorosa in “River” e “A Case of You” dove un allegro ritornello natalizio ricorre nell’inciso al pianoforte. Il mondo della musica ha decretato questo “Blue” come pietra miliare della storia del rock e non a caso ritroviamo nella raffinatezza della sua interpretazione, tempesta, desiderio, dolcezza infinita. Bravo Jova!

Ben Howard – “Noonday Dream” (Island Records, 2018).

“Noonday Dream” is the highly anticipated 2018 album from British singer/songwriter Ben Howard. “Noonday Dream” was written and produced by Howard, with production contributions from regular collaborator and band-mate Mickey Smith. Howard’s music has amassed well over half a billion streams to date and has earned the singer-songwriter an Ivor Novello Award nomination, the UK’s most prestigious songwriting accolade, in addition to two Brit Awards in 2012 for British Breakthrough and British Solo Male Artist. Ben self-released his debut EP “Games in the Dark” (2008) followed by two more EPs, “These Waters” (2009) and “Old Pine” (2010). His major debut studio album came in 2011 titled “Every Kingdom” followed by two more EP releases, “Ben Howard Live” (2011) and “The Burgh Island E.P.” (2012). His next full album was 2014’s “I Forget Where We Were”.

Tinie Tempah – “Disc-Overy” (Parlophone, 2010).

Una copertina particolarmente sci-fi: occhiali da sole, sguardo truce, chiodo un po’ truzzo e la città nelle mani ad introdurre un viaggio-esperienza musicale straordinario, raccontato e scandito nell’mc cosmonautico del rapper Patrick Chukwuemeka Okogwu Jr., britannico ma di origini nigeriane. Come una macchia d’olio indelebile, il viaggio intranautico di Tinie Tempah si espande attraverso l’universo disparato dell’hip-hop made in anni 2000: dallo ska di pezzi come “Pass Out” e “Snap”, all’elettro-clash di “Frisky” e “Miami”, passando attraverso le mille collaborazioni pop con Swedish House Mafia, Kelly Rowland, Ellie Goulding, Emeli Sandé and much more. «Se Professor Green è stato ufficiosamente incoronato l’Eminem britannico, allora Tinie Tempah è il nostro Kanye». Così NME.com non molto tempo fa. Il tutto condito con un alto tasso di veracità, sfrontatezza e strepiti. Un disco niente male davvero.

Buffalo Tom – “Quiet & Peace” (Schoolkids Records, 2018).

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I Buffalo Tom, una delle più amate band di Boston, recentemente concluso il tour interamente sold out sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, in occasione del 25esimo anniversario del loro album capolavoro “Let Come Over”, hanno appena annunciato l’uscita del loro ultimo lavoro, “Quiet and Peace”. La band composta dal trio Bill Janovitz (voce e chitarra), Chris Colbourn (basso e coro) e Tom Maginnis (batteria), ha realizzato un album con undici canzoni alla ricerca di nuovi territori emozionali come nei brani “All Be Gone”, “Overtime”, “Roman Cars”, “Freckles” e “Catvmouse”. Pieno di immagini nostalgiche e lontane, “Quiet and Peace” racconta gli angoli oscuri del New England, tra poetici diari di viaggio, colori sfumati e boschi illuminati dalla luce del litorale. il nuovo album, che arriva dopo “Skins” del 2011, è stato mixato da John Agnello (Kurt Vile, Sonic Youth, the Hold Steady) e prodotto, per la prima volta, dal concittadino David Minehan (Neightborhoods). In aggiunta alle chitarre, “Quiet and Peace” utilizza molto sia le tastiere che i sintetizzatori, così come le voci femminili, tra cui le eroine locali Jennifer D’Angora, Andrea Gillis e Arica Mantone, oltre alla figlia di Janovitz, Lucy, la cui voce interpreta con intensità “The Only Living Boy in New York” di Simon & Garfunkel, e a Sarah Jessop che canta in “High the Hemlock Grows”.

 

Emma Muscat – “Moments” (Warner Music, 2018).

Dall’ultima fortunata edizione di “Amici” e rotti i sigilli della italianità a tutti i costi nella nostra musica leggera, e reduce da una storia d’amore intensa e fortunata con Biondo, la timida e introversa Emma Muscat viene fuori alla grande nel suo inciso ep contentente 6 pezzi r’n’b che ho qui tra le mani e scarto con curiosità. Kylie Minogue, Charlie Puth e Meghan Trainor sono nelle sue corde, dopo aver studiato per oltre 10 anni pianoforte classico: adesso con tutta la sua anglofelinicità è pronta a sfondare nei negozi di dischi con un prezzo che più concorrenziale non si può: 9,99 €. Leggero eppure profondo, il suo pop, è dedicato a tutti quelli che non ci credono, eppure c’è.