Ludovico Einaudi, compositore e pianista fra i più blasonati al mondo, ha appena siglato un nuovo contratto discografico a livello mondiale con il colosso Decca Records/Universal Music Group. In questo modo Einaudi – che è l’artista dedito alla musica classica che vanta il numero maggiore di streaming di sempre (parliamo di oltre due miliardi di ascolti) – rinnova la partnership con Decca, a cui è stato legato negli scorsi 15 anni (durante cui ha pubblicato sei album), ma questa volta l’accordo copre il mondo intero. Prima Decca, infatti, si occupava delle sue uscite solo nel Regno Unito. Il primo tassello di questo nuovo accordo è un progetto ambizioso battezzato “Seven Days Walking”. Si tratta di un corpus di sette album da pubblicare nell’arco di sette mesi. Il primo volume, “Seven Days Walking: Day One”, esce il prossimo 15 marzo – gli altri seguiranno, a un mese di distanza l’uno dall’altro. In autunno verrà poi commercializzato un box che include tutti e sette i dischi.
Mese: marzo 2019
Elio e le Storie Tese feat. Gianni Morandi – “Fossi Figo”
Rammstein – “Deutschland”
Interpol – “The Weekend”
Brunela Crochenci feat. Juanjo Inocenti – “Háblame”
The Dandy Warhols – “Why You So Crazy” (Dine Alone Records, 2019).
The release of their tenth studio album, “Why You So Crazy” sees The Dandy Warhols return in singularly freewheeling fashion, careening through classically off-kilter psych-pop (“Be Alright”), high country-fried Americana (“Motor City Steel”), and gothic piano-propelled rumbas (“Forever”). Packing in references as far flung as Fred Astaire and Ginger Rogers, Don MacLean’s Chevy, and the church of Bowie’s “Modern Love,” these 12 songs reflect the band’s surrealist visions of an alternate reality. Offering an escape from a culture driven to the brink, The Dandy Warhols are progressing into the next chapter of their self-described “25 year act of sonic rebellion”.
The Low Anthem – “The Salt Doll Went to Measure the Depth of the Sea” (Joyful Noise Recordings, 2018).
C’era una volta la corsa solitaria e nuda per i campi arati primaverili dell’Islanda dei Sigur Rós e c’era una volta la discesa a volo dello psych indie-folk dei múm: storie di tradizioni, rappresentazioni e simboli di un decennio che ha lasciato la sua impronta come quella di un elefante: gli anni ’90… ancora una volta! Il racconto di vinili che scrosciano, musica indefinibile con tracce sotterranee di minimalismo e tanta tanta chitarra acustica. All’ombra dei Kings of Convenience ed altre band (qui sopra citate) nascono i The Low Anthem, terzetto di Providence (USA) capitanato da Ben Knox Miller, giunti qui, al loro sesto album studio. L’album si dispiega in dodici brevissimi brani (quasi tutti al di sotto dei tre minuti), piccoli bozzetti delicati e leggeri, a volte sfumati e soffusi che rasentano l’incanto. Numeri, superstizioni e sogni, galleggiano in una strana atmosfera fatta di aria ed acqua: bolle… è cosi infatti, che grazie all’uso di suoni metallici rarefatti, il folk per la prima volta si trasforma in ambient. E rasenta l’imperturbabilità subacquea dell’uomo.
Pietro Galizzi – “Dentro La Sera” (Smilax Records, 2017).
Per la serie: novità e inedito. L’artista (autore e pianista di Piacenza) è molto bravo a rendere atmosfere morbide e rilassanti, ed evocative. Consiglio il CD per momenti di riflessione, “staccata la spina” dal lavoro quotidiano… La musica è fede: fedeltà nella scrittura, fedeltà nella composizione. Questo è il suo album di debutto: il racconto di quello che si ha “al di dentro”. Ed è possibile trovarlo in edicola a 9,90 €…