Composto da 8 tracce inedite più due cover reggaton di artisti giamaicani, (“Black Roses” (Barrington Levy) e “Break Down The Walls” (Mikey Dread)), mi trovo a raccontare tutto ma proprio tutto il grande feeling che questo disco del madcester per eccellenza degli The Stone Roses (giunto all’ottavo lavoro da solista) regala a quell’ascoltatore che non vuole allontanarsi tanto dal concetto topico dell’oltre e del caos della babilonica produzione brit-pop di colui che negli anni 80 e 90 ne è stato il padre fondatore. E allora spazio a rose rosse e rose nere, ad arance divise, a sogni e a grandi progetti (che “appartengono unicamente ai sognatori“) ancorassieme alle tastiere hammond e alle progressioni psych di “Breathe And Breathe Easy (The Everness Of Now)” e al battere-in-levare di “Blue Sky Day”. Jam session prolungate, riflessioni ad alta voce e missaggi sconcertanti a condire con salsa piccante i 42 minuti complessivi di un album molto ruffiano. D’altronde King Monkey è tornato: capelli bianchi e fa tutto quello che vuole!