Mese: febbraio 2021
Elodie – “Verrà da Sè”
John Mayer – “Continuum” (Columbia Records, 2006).
Momento retromania per un album capolavoro che rappresenta la terza produzione del cantautore folk americano di origini svizzere, John Mayer. Riscopro e riascolto molto volentieri un disco che rappresenta la volontà di vivere nonostante tutte le amenità e i dissidi interni ed esterni di un uomo (nel 2000 gli U2 cantavano la stessa cosa in “Walk On”), rappresentati dal titolo fino all’emblematico artwork della copertina e al laser pictur disk trasparente di stampo prettamente Columbia. Oggetto cult degli anni Duemila, si potrebbe dire. Prodotto da Steve Jordan e dallo stesso John Mayer (figlio ed erede di una certa tradizione chitarristica blues che va da Eric Clapton, a Gary Moore passando per Pat Metheny), le 12 tracce si presentano come una fusione di stili, musiche e parole dove la protagonista assoluta della scena è la melodia e nessun’altra. Introdotto dalla locomotiva a vapore del singolo lanciatissimo “Belief”, raccoglie consensi di pubblico e critica in quell’anno grazie alle tante belle svisate pop-blues nell’altro singolo “Waiting On The World To Change”. “Vultures” è l’altro brano adatto ad una esibizione live degna del migliore dei Stevie Ray Vaughan (o magari di Jimi Hendrix, perché no?) mentre in “Stop This Train” e “Gravity” i primi segnali di intemperanza e contraddizione stilistica folk nel raccontare la storia di un amore ormai concluso. Lo stile appunto: è un esercizio di stile continuo quello di John Mayer (alla ricerca di “I’m Gonna Find Another You”), dall’acustica all’elettronica della sua sei corde, galvanizzante ma allo stesso tempo riflessivo. La voce è morbida, sinuosa, i testi qualcosa di davvero intimo e sofferto: un repertorio di tutto successo, un amore sempre caldo, sempre pronto. Tutta la passione della struggente balland lenta di “Slow Dancing In a Burning Room” chiude il cerchio, quasi qualcosa in grassetto (“Bold as Love”), da rimarcare.
https://www.youtube.com/watch?v=Glfa6Q14eE4
Claudio Baglioni – “Altrove e Qui”
Kate NV – “Room For The Moon” (RVNG Intl., 2020).
Sono tempi di vuoto tutto intorno a noi, quelli che stiamo vivendo. Anche la cultura (musicale, prima di tutto) cerca in qualche modo di riorganizzarsi, di tracciare nuove geografie sonore, coniare nuovi linguaggi, ridisegnare i desideri dell’ascoltatore medio. Piazze invisibili alla De Chirico, o poesie spartane alla Pound, il mondo nuovo è questo: imaginifico, vorticista sì, ma anche molto spoglio, muto e confuso. Una stanza come tartaruga, un cortile come lepre. C’è però una strana gioia nel disco della produttrice art-pop moscovita Katja Šilonosova,… una luce. Che canti in russo, giapponese, francese o in una lingua inventata (tutta sua), il piglio è di quelli profondamente popular, ridondante, orecchiabile, gradevole. Una musica che sembra essere sbarcata da un mondo Altro, “fantastico” e coloratissimo, rende quest’album più che il pretesto di un piatto su cui far girare musica synth-indie, la coreografia di un pièce teatrale per i più spensierati e surreali dei giorni. Vivaci melodie, city-urban-pop, ricchi premi e cotillons per tutti.
The Cranberries – “Linger”
Black Foxxes – “Reiði” (Universal, 2018).
Una intro grata ai The Cranberries (“Breathe”) che furono e un rock scatenato, quasi aggressivo e cosi giovane (“Oh, It Had To Be You”), fanno di questo disco dei Black Foxxes (di Exceter, Inghilterra) una gradevolissima opzione giornaliera per partire bene. In un mondo dove non tutto è reale, trovare e consolidare la propria posizione nel mondo è quanto di meglio possiamo fare perché “Reiði” vuol dire “anger” in lingua islandese, cioè rabbia. L’espulsione della rabbia, genera soltanto buone vibrazioni. Nati ai bordi di periferia, e per i temi trattati, i Black Foxxes sono stati etichettati come band depressive-pop, ma, che lo condividiate o meno, questo disco ha qualcosa di magico. La scrittura di sè stessi, la scena underground e l’ambizione da cui provengono e verso cui vanno, ha qualcosa di davvero potente. Dalle eteree atmosfere Radiohead-iane di “Take Me Home”, sorvolando per affascinanti landscape sonori e planando su case al vetriolo di alternative-rock (“Float On”), il secondo album full-length di Mark Holley e soci, ispirato da un viaggio-trip (appunto), è il giusto seguito di “I’m Not Well” del 2016 (Spinefarm Records).
Inoki – “Medioego” (Sony Music, 2021).
Negli ultimi anni il nome di Fabiano Ballarin in arte Inoki è stato troppo spesso associato a leggende metropolitane, dissing più giornalistici che reali e scazzi con colleghi. La realtà, però, è come al solito molto diversa da come appare e Fabiano in questi anni ha solo continuato a vivere la vita vera, ha cambiato tantissime città e non ha mai smesso di fare musica. A sei anni di distanza dall’ultimo album in studio, Inoki torna sulla scena oggi, venerdì 15 gennaio, con un nuovo progetto discografico, pubblicato per Asian Fake/Sony Music Italy: “Medioego” è il suo nome. All’interno 18 tracce, 9 produttori e 4 ospiti: da un lato nomi storici dell’hip hop italiano, quali DJ Shocca, Stabber o Big Joe, dall’altro tanti ragazzi della nuova scuola come Tedua, Chris Nolan, Garelli, Chryverde, Sine e l’inaspettata Big Mama. Nel mezzo le due produzioni di Salmo (in “Underground” e “Hype”), la voce di Noemi in una delle tracce più sorprendenti del disco (“Ispirazione”), e una rinnovata consapevolezza del rapper classe 1979 a far da collante a questo rischioso ma ben riuscito incrocio generazionale.
Gossip – “Standing in The Way of Control” (Back Yard Recordings, 2005).
The first thing that strikes you is the rhythm. The Gossip have been making punks dance since they debuted five years ago, long before dance punk existed. Soulful and jagged, you can hear everything from Dischord to Motown. The vocals resonate with the confident of the lyrics, asking people to hold on just a little bit longer reassuring youth that their are others out there and spitting in the face of all who say otherwise. Their album was recorded by Guy Picciotto (Fugazi). This is the sound of a band destroying and surpassing all expectations placed on them.