Non c’è atomica più pericolosa del confronto tra i generi umani. È arcaica, antica e scorre scritta nel nostro DNA. È psicostoria, da sempre, la guerra tra uomo e donna – il gioco si scontra quasi sempre con la vanagloria – e siamo qui nel 2000 ancora a chiederci chi vincerà questa lotta passiva, difensiva ed estenuante. Tutte queste cose mi sono venute in mente con l’ascolto di questa pietra miliare del noise rock americano, specie se a nascondersi dietro c’è il sacro fuoco artistico di Steve Albini. Alla domanda di cui sopra non c’è gran risposta se non quella maturata dai Big Black al loro esordio e con gli anni della triste esperienza. Tra le chitarrate dei Killing Joke e quelle dei Suicide, il meglio del peggio degli atti efferati e crudeli di una musica sovversiva del buon vecchio delinquente hardcore americano. Vincere non si può vincere, ma si può continuare ad andare avanti. Comunque e dovunque. La cervellotica (anche se con sprazzi di melodia qua e la) “Kerosene” sembra essere la giusta soluzione ad un dramma umano che si riserva di essere freddo quanto quello di una ben più famosa diplomazia militare.
Big Black – “Atomizer” (Homestead Records, 1986).
Big Black – “Atomizer” (Homestead Records, 1986).ultima modifica: 2023-02-27T06:23:19+01:00da