Robert Wyatt – “Rock Bottom” (Virgin Records, 1974).

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L’album è un viaggio onirico nato da uno stralunato flusso di coscienza, scaturito dal dolore e dalla risurrezione. Si staglia disteso e pacato, quasi rassegnato alla nuova condizione, ma nello stesso tempo riflette uno stato di coscienza dell’anima che forse diversamente non sarebbe mai scaturito. Il disco si apre con la fluttuante elegia di “Sea song”, struggente canzone d’amore forte di una disperata dolcezza. Wyatt cerca di scandagliare in fondo alla sua anima, e ne viene fuori un autentico capolavoro senza tempo. Segue “A last straw”, ancora più misteriosa ed inquieta, cercando di dare voce a quel gelo che sottace nel fondo della sua anima. “Little red riding hood hit the road” stravolge l’apparente quiete creata dai due brani precedenti, in un sulfureo dipanarsi di fiati e cacofonie varie, con un ritmo incalzante, quasi cavalcante. Il lato B si apre col respiro ritmico di “Alifib”, alternato da alcune note alle tastiere, che si accordano in tonalità celestiali, eteree. Questa tonalità jazz non fa che alimentare il flusso di coscienza che Wyatt sta cercando nella sua musica guaritrice. “Alfie” invece si arricchisce di una ritmica quasi tribale, primitiva, sulla quale si cadenzano delle note suonate al pianoforte, su un tappeto sonoro scandito dall’harmonium. Wyatt pronuncia delle frasi spezzate, quasi mozzicate. Il tutto suona così stupendamente surreale!

Robert Wyatt – “Rock Bottom” (Virgin Records, 1974).ultima modifica: 2023-02-28T07:41:19+01:00da clfanzine