Risarcimenti per detenzione

Il blog è in allestimento, aspetto Christian che deve ancora andare in vacanza, e poi partiamo a pieno regime. Intanto, volevo dire una cosa. Contravvenendo alla regola giornalistica del chi, come, dove, quando (tanto se la cercate, la notizia dovrebbe essere sul web) vi dico solo che ieri, en passant, mi è capitato di ascoltare di un risarcimento di circa 10.000 euro accordato ad un detenuto perchè la cella in cui stava era troppo piccola, in contrasto con le convenzioni internazionali. L’ex detenuto era in carcere per traffico di droga. Adesso scatenatevi pure contro, ma io trovo questa cosa assurda. Sto leggendo fiumi di assurdità sui rifugiati in albergo e sui terremotati in tenda, e una notizia come questa passa in secondo piano. Non dovrebbe, secondo me. A quanto pare, sono numerose le cause di risarcimento vinte da ex detenuti, per lo stesso motivo, negli ultimi anni. In uno Stato dove la certezza della pena è un miraggio e il sovraffollamento delle carceri una certezza, uno che viene arrestato per traffico di droga e causa – seppur indirettamente – danni incalcolabili (quanto costano alla Sanità le degenze o il recupero di un tossicodipendente?), se viene detenuto in uno spazio inferiore a 4 mq ha diritto a un risarcimento di circa 8 euro al giorno. Oltre al costo sostenuto per le spese del processo prima, la detenzione durante, e un altro processo dopo. E qui si discute su quanto costano allo Stato italiano dei poveri cristi che scappano da Paesi in guerra (spesso guerre decise a tavolino dai governanti degli stessi Paesi dove poi sono costretti a rifugiarsi). Io faccio solo una riflessione molto terra terra. Se mio figlio si comporta male, e lo mando in camera sua per punizione, gli spengo internet, e gli sequestro il cellulare, sennò che punizione è. Se poi gli devo comprare l’ultimo gioco per la Playstation perchè ha sofferto per la punizione, tanto vale che lo lascio uscire con gli amici, così mi evito discussioni e spese accessorie.
#lapennallarrabbiata