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Uccide la moglie nel sonno con un colpo di fucile e confessa: «Mi voleva lasciare». Lei lo stava ospitando per il coronavirus


Milano, uccide la moglie che lo stava ospitando per il coronavirus

«Ho ucciso mia moglie per gelosia»: sono queste le parole di un uomo, una guardia venatoria, che si è presentato nella notte alla caserma di Cassano d'Adda, nel milanese, ha raccontato ai carabinieri. I militari sono andati sul posto, ad Albignano, frazione di Trucazzano, ma per la donna, di 47 anni, non c'è stato nulla da fare: era già morta. La vittima è Alessandra Cità, una donna di 47 anni, tranviera di Atm sulla linea 27. L'omicida è Antonio Vena, suo coetaneo e come lei nativo di un paese della Sicilia. Sfonda la porta durante una lite con la fidanzata: Giorgio, 28 anni, muore dissanguato L'uomo, anche lui 47enne e senza precedenti penali, l'ha uccisa con un colpo di fucile alla testa mentre dormiva. Il cadavere della donna era riverso sul letto, il fucile a pompa calibro 12 era sul posto. La relazione fra i due andava avanti da nove anni. Al momento l'uomo si trova in caserma per l'interrogatorio da parte del pm di turno. Lei voleva lasciarlo dopo circa 9 anni di relazione e il compagno, una guardia venatoria di 47 anni, ha deciso di ucciderla. È questo il movente alla base dell'omicidio, avvenuto questa notte con un colpo di fucile intorno alle 2, di una 47enne residente a Truccazzano, nel milanese. I due, coetanei e originari dello stesso paese in Sicilia, si conoscevano da moltissimi anni. Si erano poi ritrovati a Milano e avevano iniziato una relazione sentimentale, che è andata avanti per diversi anni fino a quando, poco tempo fa, la donna ha deciso di interromperla. L'uomo lavorava a Bressanone, in provincia di Bolzano, ma la raggiungeva tutti i venerdì nel comune dell'hinterland milanese per passare insieme il week end. Da quanto si è appreso, negli ultimi tempi la 47enne era infastidita dall'insistenza dell'uomo che non accettava la fine della relazione. L'indagine è coordinata dal pm di turno Giovanni Tarzia, e dai procuratori aggiunti di Milano Laura Pedio e Letizia Mannella. Gianni Morandi, polemica per la nuova mascherina. Fan furiosi: «Non è possibile». La sua reazione spiazza tutti La donna e il 47 enne erano costretti ad una convivenza forzata a causa delle prescrizioni varate per il coronavirus. Lo si è appreso da fonti giudiziarie. Da circa due settimane i due vivevano a casa di lei, nel Comune dell'hinterland milanese. Lei voleva interrompere la relazione, ma aveva deciso comunque di ospitarlo a casa sua (lui era di base a Bressanone, in provincia di Bolzano) per via delle norme sul contenimento dall'emergenza Coronavirus. Nessuno dei due risultava contagiato.