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Parole classiche sulle tre fasi dell’opera di Dio per la salvezza dell’umanità
(I) Parole sulla rivelazione dell’opera dell’Età della Legge
da “L’opera nell’Età della Legge” in La Parola appare nella carne
17. Jahvè creò il genere umano, vale a dire che creò gli antenati del genere umano, Adamo ed Eva, ma non concesse loro alcuna intelligenza o saggezza ulteriori. Sebbene vivessero già sulla terra, non avevano capito quasi nulla. E così, l’opera di Jahvè nella creazione del genere umano era soltanto a metà, lungi dall’essere completa. Egli aveva soltanto plasmato un archetipo d’uomo con l’argilla, al quale diede il Suo respiro, ma senza concedergli una volontà sufficiente a temerLo. Inizialmente, l’uomo non era dell’idea di temerLo o di paventarLo. L’uomo sapeva soltanto ascoltare le Sue parole, ma ignorava la conoscenza basilare per vivere sulla terra e le adeguate regole di vita umana. E dunque, sebbene Jahvè avesse creato l’uomo e la donna e avesse terminato il progetto di sette giorni, Egli non completò affatto la creazione dell’uomo, perché questi non era che un involucro, privo della realtà di essere umano. L’uomo sapeva solo che era Jahvè ad averlo plasmato, ma non aveva la minima idea di come rispettare le parole o le leggi di Jahvè. E così, dopo che il genere umano ebbe origine, l’opera di Jahvè era tutt’altro che conclusa. Egli doveva ancora guidare pienamente gli uomini a venire dinanzi a Lui, affinché fossero in grado di convivere sulla terra e di temerLo, nonché di intraprendere, con la Sua guida, il giusto cammino di una normale vita umana sulla terra. Soltanto in questo modo l’opera che era stata eseguita soprattutto sotto il nome di Jahvè fu pienamente completata; vale a dire che soltanto in questo modo l’opera della creazione del mondo da parte di Jahvè fu pienamente conclusa. E così, avendo creato l’uomo, dovette guidare la sua vita sulla terra per diverse migliaia di anni, cosicché l’umanità fosse in grado di osservare i Suoi decreti e le Sue leggi, e di prendere parte a tutte le attività di una normale vita umana sulla terra. Solo allora l’opera di Jahvè fu pienamente completa.da “La visione dell’opera di Dio (3)” in La Parola appare nella carne
18. Se Jahvè dopo aver creato gli uomini, li avesse lasciati condurre una vita spensierata sulla terra, invece di iniziare il Suo lavoro in Israele, a causa della natura fisica dell’uomo (natura significa che l’uomo non può mai sapere le cose che non può vedere, ovvero non sa che Jahvè ha creato il genere umano, e tanto meno del motivo per cui l’ha fatto), l’uomo non avrebbe mai saputo che Jahvè ha creato il genere umano ed è il Signore di tutte le cose. Se Jahvè avesse creato l’uomo e lo avesse posto sulla terra, e Se ne fosse semplicemente lavato le mani andando via, anziché fare da guida agli uomini per un certo periodo di tempo, tutta l’umanità sarebbe tornata al nulla; anche il cielo e la terra e tutte le cose che Egli ha creato, inclusa tutta l’umanità, sarebbero tornati al nulla e sarebbero stati calpestati da Satana. E così il desiderio di Jahvè che “Sulla terra, cioè in mezzo alla Sua creazione, Egli debba avere un punto dove stare, un luogo sacro” sarebbe andato in frantumi. Così, invece, dopo aver creato gli uomini, Dio li ha guidati nella loro vita, e ha parlato loro, tutto al fine di soddisfare il Suo desiderio, di realizzare il Suo piano.da “L’opera nell’Età della Legge” in La Parola appare nella carne
19. Quando Dio diede inizio all’opera ufficiale del Suo piano di gestione, mise per iscritto molte norme che dovevano essere seguite dall’uomo. Esse servivano a consentire all’uomo di condurre una vita normale su questa terra, una vita umana normale inseparabile da Dio e dalla Sua guida. Prima di tutto, Dio ordinò all’uomo di costruire degli altari, e specificò come costruirli. In seguito, gli disse come eseguire sacrifici, e stabilì in che modo l’uomo doveva vivere, a cosa doveva fare attenzione nella vita, a cosa si doveva attenere, cosa avrebbe dovuto e non avrebbe dovuto fare. Le norme disposte da Dio per l’uomo comprendevano ogni aspetto e, con queste usanze, norme e principi, Egli standardizzò il comportamento delle persone, guidò le loro vite e la loro iniziazione alle Sue leggi, li guidò a presentarsi di fronte al Suo altare, a vivere tra tutte le cose che Egli aveva creato per l’uomo, caratterizzate da ordine, regolarità e moderazione. Dapprima Dio utilizzò queste semplici norme e questi semplici principi per porre dei limiti all’uomo, in modo che potesse condurre sulla terra una vita normale di adorazione a Dio, una vita umana normale; questo è il contenuto specifico della fase iniziale del Suo piano di gestione di seimila anni. Le norme e le regole abbracciano un’area molto ampia, e costituiscono l’aspetto specifico della guida dell’umanità da parte di Dio durante l’Età della Legge. Dovevano essere accettate e onorate dalle persone che vivevano prima dell’Età della Legge, sono il resoconto dell’opera compiuta da Dio durante l’Età della Legge, e costituiscono l’autentica prova della direzione e della guida di Dio nei confronti dell’umanità.da “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II” in La Parola appare nella carne
20. Durante l’Età della Legge, Jahvè stabilì molti comandamenti che Mosè avrebbe dovuto trasmettere agli Israeliti che lo avevano seguito fuori dall’Egitto. Jahvè diede questi comandamenti ai figli d’Israele, che non erano in alcuna relazione con gli Egizi, al fine di porre dei limiti ai figli d’Israele. Egli usò i comandamenti per esigere qualcosa da loro. Se si osservava il sabato, se si rispettavano i genitori, se si adoravano gli idoli, e così via: questi erano i principi in base ai quali si era giudicati peccatori o giusti. Se si veniva colpiti dal fuoco di Jahvè, se si era lapidati a morte o se si riceveva la benedizione di Jahvè, era determinato in base all’obbedienza a questi comandamenti. Coloro che non osservavano il sabato sarebbero stati lapidati a morte. I sacerdoti che non osservavano il sabato sarebbero stati colpiti dal fuoco di Jahvè. Coloro che non rispettavano i loro genitori sarebbero stati anch’essi lapidati a morte. Tutto questo era approvato da Jahvè. Jahvè aveva stabilito i Suoi comandamenti e le Sue leggi in modo da guidare la loro vita, il popolo ascoltava e obbediva alla Sua parola e non si ribellava contro di Lui. Egli usava queste leggi per controllare la neonata razza umana, per gettare le fondamenta della Sua opera a venire. E così, per via dell’opera che Jahvè realizzò, la prima era fu chiamata l’Età della Legge.da “L’opera nell’Età della Legge” in La Parola appare nella carne
21. Sebbene Jahvè abbia parlato molto e abbia operato grandemente, li guidò solo in modo positivo, insegnando a queste persone ignoranti come essere umani, come vivere, come capire le vie di Jahvè. Per la maggior parte l’opera che Egli compì era destinata a consentire alle persone di osservare le Sue vie e di seguire la Sua legge. L’opera fu compiuta su persone superficialmente corrotte; non riguardava la trasformazione dell’indole o la crescita nella vita. Egli era preoccupato solo dell’utilizzo delle leggi per limitare e controllare le persone. Per gli Israeliti a quel tempo, Jahvè era solo un Dio nel tempio, un Dio nei cieli. Era una colonna di nubi, una colonna di fuoco. Tutto quello che Jahvè chiedeva loro era di obbedire a ciò che la gente oggi conosce come la Sua legge e i comandamenti, che si potrebbero anche chiamare regole, perché l’opera di Jahvè non aveva lo scopo di cambiarli, bensì di dare loro più cose di quelle che l’uomo dovrebbe avere, di parlare loro dalla Sua Stessa bocca, perché l’uomo dopo essere stato creato non sapeva nulla di quello che avrebbe dovuto possedere. E così Jahvè diede agli uomini le cose che avrebbero dovuto possedere per la loro vita sulla terra, rese le persone che aveva guidato superiori ai loro antenati, Adamo ed Eva, perché ciò che Jahvè aveva dato loro superava quello che aveva dato ad Adamo ed Eva agli inizi. Indipendentemente da ciò, l’opera che Jahvè svolse in Israele consisteva solo nel guidare l’umanità e nel far sì che essa riconoscesse il suo Creatore. Egli non la conquistò né la cambiò, bensì, semplicemente la guidò. Questa è la somma dell’opera di Jahvè nell’Età della Legge. Questo è lo sfondo, la storia vera, l’essenza della Sua opera in tutta la terra di Israele e l’inizio della Sua opera di seimila anni: controllare l’uomo mediante la mano di Jahvè. Da ciò scaturì un’ulteriore opera nel Suo piano di gestione di seimila anni.da “L’opera nell’Età della Legge” in La Parola appare nella carne
(II) Parole sulla rivelazione dell’opera dell’Età della Grazia
da “La vera storia dietro l'opera nell'Età della Redenzione” in La Parola appare nella carne
23. L’opera di Gesù si svolse in accordo con i bisogni dell’uomo durante quell’età. Il Suo scopo era di redimere l’umanità, di perdonare loro i peccati e pertanto tutta la Sua indole fu caratterizzata da umiltà, pazienza, amore, pietà, compassione, misericordia e amorevolezza. Egli benedisse profusamente gli uomini e portò loro grazia e diede loro, per il loro godimento, tutte le cose di cui avrebbero presumibilmente potuto godere: pace e felicità, la tolleranza e l’amore di Gesù, la Sua misericordia e amorevolezza. In quei giorni, tutto ciò che l’uomo incontrava era un’abbondanza di cose di cui godere: il suo cuore era in pace e rassicurato, il suo spirito consolato ed egli era sostenuto dal Salvatore Gesù. Che egli potesse godere di tali cose era una conseguenza dell’età in cui viveva. Nell’Età della Grazia l’uomo era stato corrotto da Satana e così l’opera di redenzione di tutta l’umanità richiedeva un’abbondanza di grazia, infinita compassione e pazienza e, ancor più, un’offerta sufficiente a espiare i peccati dell’umanità, per poterne conseguire gli effetti. Ciò che gli uomini videro nell’Età della Grazia fu solamente la Mia offerta a espiazione del peccato per l’umanità, Gesù, e seppero solo che Dio poteva essere misericordioso e compassionevole, videro solo la misericordia e l’amorevolezza di Gesù. Ciò accadde perché vivevano nell’Età della Grazia. Pertanto, prima che potessero essere redenti, dovevano godere della grande quantità di grazia che Gesù riversava su di loro; solo ciò era loro di beneficio. In tal modo, potevano essere perdonati dei loro peccati mediante la loro fruizione della grazia, e potevano avere la possibilità di essere redenti mediante la fruizione della tolleranza e della pazienza di Gesù. Solo grazie alla tolleranza e alla pazienza di Gesù, essi furono in grado di ricevere il perdono e di godere dell’abbondanza della grazia elargita da Gesù – proprio come Gesù aveva detto: Non sono venuto a redimere i giusti, ma i peccatori, per far sì che i loro peccati siano perdonati. Se Gesù Si fosse incarnato con l’indole di giudizio, maledizione e intolleranza delle offese dell’uomo, l’uomo non avrebbe mai avuto la possibilità di essere redento e sarebbe rimasto per sempre nel peccato, e così il piano di gestione di seimila anni non sarebbe andato più in là dell’Età della Legge. L’Età della Legge sarebbe durata per seimila anni, i peccati dell’uomo sarebbero divenuti ancor più numerosi e più gravi, e la creazione dell’umanità sarebbe stata vana. Gli uomini sarebbero stati solo in grado di servire Jahvè sotto la legge, mentre i loro peccati avrebbero superato quelli dei primi esseri umani creati. Più Gesù amava gli uomini, perdonandoli per i loro peccati e dando loro sufficiente misericordia e amorevolezza, più gli uomini divenivano capaci di essere salvati, chiamati pecore smarrite, che Gesù ricomprò a caro prezzo. Satana non poté immischiarsi in quest’opera, poiché Gesù trattava i Suoi seguaci come una madre amorevole tratta il lattante che tiene tra le braccia. Non Si adirava con loro né li disprezzava, ma era pieno di consolazione; non Si infuriava con loro, ma tollerava i loro peccati e distoglieva gli occhi dalla loro insensatezza e ignoranza, come aveva detto: “Perdona agli altri settanta volte sette”. Così il Suo cuore riplasmava il cuore degli altri, e in questo modo le persone ricevevano il perdono grazie alla Sua tolleranza.da “La vera storia dietro l'opera nell'Età della Redenzione” in La Parola appare nella carne
24. Sebbene Gesù, essendo il Dio incarnato, fosse del tutto privo di emozioni, confortava sempre i Suoi discepoli, Si preoccupava per loro, li aiutava e li sosteneva. Indipendentemente dalla quantità di opera svolta o dalla sofferenza sopportata, Egli non imponeva mai eccessive richieste sugli uomini, bensì era sempre paziente e tollerante dei loro peccati, così che nell’Età della Grazia Egli divenne affettuosamente noto come l’“amabile Salvatore Gesù”. Per la gente di quel tempo – per tutta la gente – ciò che Gesù aveva ed era, era misericordia e amorevolezza. Non rammentava mai le trasgressioni degli uomini né lasciava che le loro trasgressioni influenzassero il modo in cui Egli li trattava. Poiché quella era un’età diversa, Egli spesso elargiva alla gente da mangiare e da bere in abbondanza così che potessero mangiare a sazietà. Trattava i Suoi seguaci con gentilezza, guarendo i malati, scacciando i demoni, resuscitando i morti. Per far sì che gli uomini credessero in Lui e vedessero che tutto ciò che Egli faceva, veniva fatto onestamente e sinceramente, Egli arrivò persino a far risorgere un cadavere in putrefazione, mostrando loro che nelle Sue mani persino i morti potevano tornare alla vita. In questo modo Egli perseverò silenziosamente in mezzo a loro e svolse la Sua opera di redenzione. Ancora prima di essere inchiodato alla croce, Gesù Si era già fatto carico dei peccati dell’umanità ed era divenuto un’offerta di espiazione del peccato per il genere umano. Egli aveva già aperto la via verso la croce, al fine di redimere l’umanità prima di essere crocifisso. Infine Egli venne inchiodato sulla croce, sacrificò Sé Stesso in nome della croce, e riversò sul genere umano tutta la Sua misericordia, amorevolezza, e santità. Perseverò nel tollerare le persone, senza mai cercare vendetta, bensì perdonandoli per i loro peccati, esortandoli a pentirsi, insegnando loro ad avere pazienza, tolleranza e amore, a seguire le Sue orme e sacrificare sé stessi in nome della croce. Il Suo amore per i fratelli e le sorelle superava il Suo amore per Maria. L’opera che Egli assunse come Suo principio era quella di guarire le persone e di scacciare i demoni, tutto in vista della Sua redenzione. Indipendentemente da dove andasse, Egli trattava tutti coloro che Lo seguivano con gentilezza. Rese ricchi i poveri, fece camminare gli storpi, restituì la vista ai ciechi e l’udito ai sordi; invitò persino i più miseri e i più bisognosi, i peccatori, a cenare con Lui, senza evitarli, ma mostrandoSi paziente, al punto da dire: quando un pastore perde una pecora delle cento che possiede, egli lascerà le novantanove per andare a cercare quella smarrita, e quando la troverà se ne rallegrerà grandemente. Egli amava i Suoi seguaci come una pecora ama i propri agnelli. Sebbene fossero insensati e ignoranti, e fossero peccatori ai Suoi occhi, oltre che i membri più umili della società, Egli considerava questi peccatori – che gli altri disprezzavano – come la pupilla del Suo occhio. Dal momento che godevano del Suo favore, Egli diede la Sua vita per loro, come un agnello offerto in sacrificio sull’altare. Egli andava in mezzo a loro come loro servitore, lasciando che Lo usassero e Lo mandassero al macello, sottomettendoSi a loro incondizionatamente. Per i Suoi seguaci Egli era l’amabile Salvatore Gesù, ma per i Farisei che ammaestravano il popolo dal loro piedistallo, Egli non mostrava né misericordia né amorevolezza, bensì li odiava e li detestava. Egli non fece molte opere in mezzo ai Farisei, limitandoSi occasionalmente ad istruirli e a rimproverarli; Egli non operò la loro redenzione, né operò segni o miracoli in mezzo a loro. Riservò la Sua misericordia e la Sua amorevolezza ai Suoi seguaci, resistendo per il bene di questi peccatori fino alla fine, quando venne inchiodato sulla croce, sopportando ogni genere di umiliazione fino a portare a totale compimento la redenzione di tutta l’umanità. Questo fu il risultato complessivo della Sua opera.da “La vera storia dietro l'opera nell'Età della Redenzione” in La Parola appare nella carne
25. Quando Gesù venne, svolse anche parte dell’opera di Dio, e proferì alcune parole, ma quale fu l’opera principale che compì? La crocifissione. Egli Si fece simile alla carne peccatrice per completare l’opera della crocifissione e riscattare tutta l’umanità, e fu per il peccato di tutta l’umanità che Egli funse da offerta per il peccato. Ecco l’opera principale che compì. In definitiva, fornì la via della croce per guidare quanti sarebbero venuti dopo. Gesù venne soprattutto per completare l’opera di redenzione. Egli riscattò tutta l’umanità e portò all’uomo il Vangelo del Regno dei Cieli e, inoltre, creò la via verso il Regno dei Cieli. Di conseguenza, quelli che vennero dopo, dissero tutti: “Dobbiamo percorrere la via della croce e sacrificare noi stessi per la croce”. Naturalmente, all’inizio Gesù fece anche qualche altra opera e pronunciò diverse parole perché gli uomini si pentissero e confessassero i loro peccati. Tuttavia, il Suo ministero era pur sempre la crocifissione e i tre anni e mezzo trascorsi a predicare la via furono in preparazione per la crocifissione che venne in seguito. Anche le molte volte in cui Gesù pregò erano legate alla crocifissione. Prima di tutto, la vita di uomo normale da Lui condotta e i trentatré anni e mezzo trascorsi sulla terra furono principalmente volti a completare l’opera della crocifissione; dovevano darGli la forza di intraprendere quest’opera, a seguito della quale Dio Gli affidò l’opera della crocifissione.da “Tutto viene compiuto dalla parola di Dio” in La Parola appare nella carne
26. Non appena la seconda fase dell’opera di Dio fu completata, dopo la crocifissione, l’opera di Dio tesa a sottrarre l’uomo dal peccato (vale a dire, strapparlo dalle mani di Satana) fu compiuta. E quindi, da quel momento in poi, il genere umano doveva solo accettare il Signore Gesù come Salvatore per i suoi peccati che dovevano essere perdonati. A livello teorico, i peccati dell’uomo non costituivano più un ostacolo al suo raggiungimento della salvezza e al suo arrivo al cospetto di Dio, e non erano più ciò su cui Satana faceva leva per accusare l’uomo, perché Dio Stesso aveva compiuto un’opera reale, Si era manifestato a somiglianza e anticipazione della carne peccaminosa, e Dio Stesso era l’offerta per il peccato. Così, l’uomo scese dalla croce, essendo redento e salvato grazie alla carne di Dio, simile alla carne peccaminosa, e quindi, dopo essere stato fatto prigioniero da Satana, l’uomo giunse un gradino più vicino all’accettazione della salvezza al cospetto di Dio. Naturalmente, questa fase dell’opera era la gestione di Dio che si trovava un gradino più in alto dell’Età della Legge ed era di un livello più profondo rispetto all’Età della Legge.da “L’uomo può essere salvato solamente nell’ambito della gestione di Dio” in La Parola appare nella carne
27. Senza la redenzione di Gesù, l’umanità sarebbe per sempre vissuta nel peccato, e gli uomini sarebbero divenuti figli del peccato, discendenza dei demoni. Se ciò fosse continuato, Satana avrebbe preso residenza sulla terra e tutta la terra sarebbe divenuta la sua dimora, ma l’opera di redenzione richiedeva misericordia e amorevolezza verso l’umanità; solo attraverso di essa l’umanità avrebbe potuto ricevere perdono e alla fine essere qualificata per essere resa completa e totalmente acquistata. Senza questo stadio dell’opera, il piano di gestione di seimila anni non sarebbe stato in grado di procedere. Se Gesù non fosse stato crocifisso, e Si fosse limitato a guarire la gente ed esorcizzarne i demoni, gli uomini non avrebbero potuto essere completamente perdonati per i loro peccati. I tre anni e mezzo in cui Gesù svolse la Sua opera sulla terra rappresentarono solo metà della Sua opera di redenzione; in seguito, con l’essere inchiodato sulla croce e con l’assumere le sembianze della carne peccaminosa, con l’essere consegnato al maligno, portò a compimento l’opera della crocifissione e divenne padrone del destino dell’umanità. Solo dopo che Egli venne consegnato nelle mani di Satana, l’umanità fu redenta. Per trentatré anni e mezzo, sulla terra, Egli soffrì, venne coperto di ridicolo, calunniato, abbandonato, e venne persino lasciato senza posto su cui posare il capo, senza alcun posto per riposare; poi fu crocifisso, il Suo intero essere – un corpo santo ed innocente – venne inchiodato ad una croce, e fu sottoposto ad ogni genere di sofferenza. Coloro che detenevano il potere Lo sbeffeggiarono e Lo frustarono, e i soldati Gli sputarono persino in faccia; eppure Egli rimase in silenzio e sopportò fino alla fine, sottomettendoSi incondizionatamente fino alla morte, e dal quel momento in poi tutta l’umanità fu redenta, e solo allora a Lui fu concesso di riposare. L’opera di Gesù rappresenta solo l’Età della Grazia; non rappresenta l’Età della Legge e non sostituisce l’opera degli ultimi giorni. Questa è l’essenza dell’opera di Gesù nell’Età della Grazia, la seconda età attraversata dal genere umano: l’Età della Redenzione.da “La vera storia dietro l'opera nell'Età della Redenzione” in La Parola appare nella carne