In sogno

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Ci arrivai non so come.
Sapevo che la tua bella e antica casa era lì, al limitare del bosco.
Mi attendevi sulla soglia, sorridente e serena.
Una piccola porta di legno, reso grigio dal tempo, conduceva sul retro.
Quando la apristi vidi un’altra te, in un giardino fiorito e curato.
Incurante di noi, era intenta a strappare erbacce e piantumare nuovi fiori.
Ti guardai cercando di capire, di spiegarmi la tua doppia presenza.
Sentii il tuo pensiero prendere forma in una voce circostante ma limpida.
Mi dicesti che non c’era separazione, eravate due soltanto ai miei occhi.
La casa e tutto il resto esistevano nel sogno soltanto per renderti tangibile.
Aver cura del tuo giardino ti aveva reso quel che sei.
I fiori dentro di te, i colori e profumi dei tuoi ricordi.
E le erbacce cresciute col tempo speso in situazioni inutili.
Molti rovi nel mio giardino e fiori selvatici.
A malapena ho potuto entrarvi ma tu hai detto di volerlo un giorno visitare.
Ora sono qui, con guanti e cesoie, cercando di poterlo almeno attraversare…

Una lettura consigliata

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A chi nel tempo ha curiosato nel mio profilo non sarà certamente sfuggita la personale predilezione per le vignette di Silvia Ziche, disegnatrice Disney di talento assoluto e creatrice di un proprio personaggio, Lucrezia, talmente autoironico da essersi guadagnato la simpatia indiscussa del pubblico femminile ma anche, trasversalmente, di quello maschile.
Nel tempo ho acquistato quasi tutte le raccolte di Lucrezia sia per me sia per regalarle in occasione di feste e compleanni (e sono sempre stati doni graditissimi!).

Nell’ultimo suo lavoro (“La Gabbia”, edizioni Feltrinelli) tuttavia non c’è Lucrezia a farla da padrona ma una ragazza che si confronta con la morte della madre appena avvenuta: attraverso con un percorso delicato, a volte surreale ma estremamente preciso nel tratteggiare gli stati d’animo della protagonista, i ricordi prendono forma e rendono il lettore partecipe della complessità di un rapporto che spesso nel momento dell’estremo saluto ci lascia con la sensazione di un confronto mai risolto, condannandoci alla presenza discontinua di uno spettro che di tanto in tanto fa tintinnare le sue catene…
Non voglio naturalmente svelare nulla del finale o troppo della trama però il messaggio che ho sentito maggiormente passare da quelle vignette è che il giudizio che noi ci formiamo delle persone, soprattutto quelle più care, è vergognosamente incompleto e che per quanto potremmo lavorarci di più ci saranno sempre zone oscure volutamente impenetrabili.

Confini che sono regolarmente fonte di sofferenze, incomprensioni, infelicità diffusa (la vignetta di questo articolo è tratta dal libro) e che possiamo solo sperare, a posteriori, di poter conoscere per meglio comprendere, soprattutto per chiudere un ciclo e passare oltre.

Il gusto della poesia

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Nel tempo mi sono ormai convinto che una poesia possa tranquillamente essere paragonata ad una ricetta di cucina in divenire: si parte con l’idea di soddisfare un certo gusto ma se strada facendo si trovano ingredienti diversi da quelli immaginati, più genuini e saporiti, allora il risultato può essere totalmente diverso e persino migliore. Per questo il processo creativo è due volte appagante, all’inizio quando posseduti dal sacro fuoco si cavalca l’ispirazione ed a lavoro finito quando inevitabilmente ci si torna sopra per renderlo perfetto. Nel momento in cui forma e contenuto sono in armonia e non chiedono l’un l’altro di avere più voce, solo allora il lavoro può considerarsi davvero concluso e pronto per essere servito in tavola.

Spiriti Liberi

Se come me avete tutto sommato una vita molto regolare, un lavoro sicuro ed affetti ragionevolmente consolidati correte il rischio di veder stravolte le vostre certezze qualora avvenga l’incontro con un autentico Spirito Libero…

Il maiuscolo non è casuale e non sottointende qualcosa di vago ed incorporeo come un fantasma bensì qualcuno di autentico, in carne ed ossa, che ha plasmato la sua vita sulla libertà di pensiero ed azione, sulla Sincerità a qualunque costo e sulla Verità, che da sempre ha il potere di renderci realmente Liberi.

Come si riconosce uno Spirito Libero? Innanzitutto dalla tranquillità con cui ti parla, come se nulla di quello che dirai cambierà nè il suo modo di vederti nè l’impressione che ha già avuto di te. Tipicamente non ha un lavoro dove timbra il cartellino, nè legami familiari che lo trattengano dal perseguire nuove conoscenze, l’indipendenza nelle sue decisioni è sempre prioritaria.

Sarebbe sbagliatissimo pensare che questi personaggi conducano una esistenza senza regole, tutt’altro! Uno Spirito Libero segue regole rigidissime rispetto alle quali non deroga quasi mai, sono norme plasmate dalla sua esperienza di vita e che gli hanno permesso di sopravvivere in situazioni devastanti per chiunque altro. Non illudetevi che possa cambiare per voi queste regole, non lo farà qualunque sia il posto che occupate nel suo cuore.

Uno Spirito Libero è consapevole della attrazione che esercita proprio per il suo essere così alternativo ed è quindi suo massimo scrupolo accertarsi che vengano ben compresi due punti fondamentali:

  1. Siamo tutti di passaggio, su questo mondo come nella vita degli altri (inclusa soprattutto la tua)
  2. Non fare di lui l’unica fonte della tua felicità, anche se nell’immediato l’intesa sembra indistruttibile il suo desiderio di libertà lo allontanerà da te.

Come si può quindi attirare a sè uno Spirito Libero? Semplice, lasciare che sia lui a desiderarlo, essere quell’oasi di pace e fiducia nella quale può finalmente riposare e dalla quale potere, senza catene, allontarsi. Più amerai la sua libertà e più quello Spirito amerà la tua vicinanza. Difficile? Tremendamente, credetemi, ma il vostro cuore saprà capire se può davvero valerne la pena.

Scoprirete che uno Spirito Libero è come una grande aquila, agile e potente nel volo ma goffa e vulnerabile sul terreno. Vi porterà in alto e poi vi lascerà andare, in quel momento vi sentirete perduti e capiterà di sfracellarsi a terra. A questo punto cosa ricorderete di quel volo? Gli orizzonti infiniti e l’aria purissima o il panico nel precipitare (sempre che riusciate, letteralmente, a sopravvivere)?

Imparate quindi almeno a planare, abbandonate ogni tentazione di giudicare e classificare a priori, lasciatevi portare in alto e guardatevi attorno: ogni volta sentirete più forte il desiderio di impare veramente a volare…

L’Amore

Insieme alla Morte è forse il concetto più discusso al mondo, in ogni epoca e ad ogni latitudine e fiumi di parole scorrono copiosi cercando di catturarne il senso e le sfumature. Per me, che da sempre cerco nelle cose la sintesi (o se vogliamo l’essenza) ho trovato nella semplice succcessione di queste 4 parole una immagine efficace per sottolineare, quando di vero Amore si tratta, la sua resistenza alla prova del tempo:

Esserci stati. Esserci ancora.

Oppure, volendo cercare anche la rima:

Esserci allora. Esserci ancora.

Declinandole in una possibile frase di circostanza per anniversari di nozze o di fidanzamento:

Per esserci stato/a. Per esserci ancora…

In fondo l’Amore non chiede grandi gesti (una delle osservazioni rispetto alle quali mi sono sentito talvolta spiazzato è stata “Ti ho mai chiesto qualcosa in più? Ti ho mai chiesto di essere qualcuno di diverso?”) ma semplicemente di essere una presenza in grado di comprendere senza giudicare, un abbraccio che sia al tempo stesso di perdono e  nostalgia.