La Verità corrisponde alla Realtà

CONOSCERE DIO COME DIO SI FA CONOSCERE


CONOSCERE DIO COME DIO SI FA CONOSCERE

Va subito precisato che rimangono del tutto sterili quelle diverse “dimostrazioni” dell'esistenza di Dio che dopo Cristo si sono susseguite lungo il corso dei secoli, anche se esse dovessero provenire dai più grandi filosofi dell'Antichità come Platone (427-347 a C) od Aristotele (384-322 a. C.) o dai più grandi teologi dell'era cristiana come Sant'Agostino (354-430) o San Tommaso d’Aquino (1225-1274).

Sforzi del genere volti alla dimostrazione filosofico\teologica dell'esistenza di Dio, seppur meritori di rispetto per il loro scopo, lasciano tuttavia il tempo che trovano perché chi li compie non si rende conto di commettere un errore fondamentale di metodo in quanto mette al primo posto l’io invece che Dio: nel senso che è Dio che se vuole si rivela in questo mondo quando, dove e come vuole.

Si attribuisca pure alla Scienza la validità che le compete, ma non possiamo sottacere che i Miracoli esistono realmente e non hanno nulla a che vedere con la scienza perché la superano infinitamente in potenza..

Essi sono infatti atti d’onnipotenza perché non esiste una potenza maggiore di quella che soltanto per Amore fa dal nulla, mantiene dal nulla ed elimina nel nulla la Realtà dell’esistenza:

Solo Colui che può fare e far fare questo si rivela Dio.

E’ questa infatti l’onnipotenza con la quale Dio dimostra la Sua esistenza e che è propria solo del vero unitrino Dio in tre divine Persone, nonché dei Suoi Santi - Uomini ed Angeli - ai quali Dio la voglia concedere.

In quanto perciò realmente esistenti, Dio e gli altri esseri trascendenti minori (=Arcangeli, Angeli, Santi...) si rendono presenti in questo mondo attraverso le teofanie miracolose del Testamento antico (ad esempio il miracolo della manna nel deserto) e quelle altrettanto miracolose del nuovo (ad esempio: la moltiplicazione dei pani e dei pesci), nonché attraverso visioni di Angeli (ad esempio: l’Annunciazione dell’Angelo a Maria: Lc 1,26-38; il sogno di San Giuseppe); oppure anche attraverso le “locuzioni interiori”, quando si tratta delle ispirazioni dello Spirito Santo che hanno portato alla formazione della Parola di Dio” e di quella del “Figlio di Dio” (o”Parola del Signore”) contenute nella Scrittura del Testamento antico o in quella del Nuovo.

Si tratta quindi per tutti di atti di onnipotenza o Miracoli d’Amore che Dio fa o fa fare ai Suoi Santi: Uomini ed Angeli.

2) IL PIU’ GRANDE MIRACOLO D’AMORE: L’INCARNAZIONE

Cominciamo da quando Gesù chiede ai Dodici:

“La gente Chi dice che io sia?”. Ed avendo saputo che la gente pensa di Lui che sia un grande profeta simile ad uno dei più grandi profeti dell’Antico Testamento, non mostra alcun interesse per questa risposta, ma ripropone la domanda ai Suoi discepoli, chiedendo a loro di dire chi dicono che Egli sia.

E Pietro, rispondendo a nome di tutti afferma che Gesù è Il Figlio vivente di Dio-Padre, il Cristo, l'unto di Spirito Santo, il Messia promesso (Mt 16,13-16).

Sicuramente Pietro ha risposto bene (Mt 16,17-19), ma se Gesù gli avesse chiesto perché mai avesse risposto in quel modo, altrettanto sicuramente l'Apostolo non Gli avrebbe saputo ridire perché, come peraltro Gesù stesso aveva previsto, affermando che la risposta di Pietro era vera, ma non era farina del suo sacco, bensì di quella del sacco di Dio ossia: un Atto di onnipotenza o Miracolo d’Amore di Dio Spirito Santo.

Era cioè una verità che non proveniva dall'intelligenza umana ma da quella superiore di Dio: un'ispirazione mistica, una locuzione interiore insomma, generata dallo Spirito Santo e di cui Pietro non poteva rendersi conto.

IL GRANDIOSO MIRACOLO DELL’AUTORESURREZIONE DI GESU’ DAI MORTI

Dopo il fatto sbalorditivo o Miracolo dell’autoresurrezione di Gesù dai morti, seguita dalla Sua permanenza tra i Discepoli per quaranta giorni, prima della Sua ascensione al Padre – i Discepoli capirono bene che Gesù Cristo è realmente Dio: e lo capirono perché compresero che i Miracoli che Egli faceva e faceva loro fare erano degli atti di onnipotenza del tutto al di sopra di ogni umana potenza.

Anche Tommaso credette:

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!».

Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Ma chi sono quelli che il Signore chiama beati perché, pur non avendolo visto risorto subito dopo la Sua Resurrezione, credono che sia realmente risorto ?

Quelli possiamo essere noi Cristiani che, a differenza di Tommaso, pur non avendo visto Gesù risorto subito dopo la Sua Resurrezione, crediamo - a più di 2000 anni da quei fatti - Egli sia risorto davvero (Gv 20,24-29).

L’INCIPIT DELL’APOSTOLO GIOVANNI

Ovviamente, l'Apostolo Giovanni non aveva visto il Figlio di Dio prima della Sua Incarnazione fare dal nulla insieme al Padre l'universo intero, ma l'aveva certamente visto fare dal nulla (=creare), ad esempio, migliaia di pani e di pesci in un deserto (Mt 14,19..etc.) o annientare l'acqua in alcune giare sostituendola con dell'ottimo vino fatto dal nulla (Gv 2,7-11), oltre che ridurre al nulla senza lasciar traccia alcuna (=annientare) innumerevoli e gravi malattie mortali come la lebbra (si veda, ad esempio:: Lc 5,12-13).

Tutte azioni queste che richiedono la stessa divina capacità d'onnipotenza che occorre per fare e mantenere dal nulla (=Creare e sostentare) l'intera realtà dell’Universo. (Gn) 1,1-51).

Per questo il Prologo del Vangelo di Giovanni presenta il Figlio di Dio partecipe alla universale onnipotenza creatrice del Padre (Si veda per questo Gn 1,1-51 in relazione a Gv 1,1-31).

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