ESEMPI CELEBERRIMI DI MIRACOLI NARRATI DA MESSORI.

ESEMPI CELEBERRIMI DI MIRACOLI NARRATI DA MESSORI.

Scrive il Messori, nel suo libro “Ipotesi su Maria“, pagina 288, che “la Teologia classica invita innanzitutto ad un severo discernimento, a una critica attenta sul miracolo.

Non è affatto detto che sia credibile ogni voce che grida al miracolo; anzi tale Teologia è del tutto contraria ad ogni miracolismo a buon mercato” (come è contraria ad ogni fideismo credulone: n.d.r).

Spesso, poi, poco si riflette sul fatto che la Chiesa cattolica è la sola istituzione religiosa al mondo che abbia creato – e da molti secoli – l’organizzazione rigorosa per il vaglio del miracoloso attribuito al Divino”; anche se a tutto oggi2023 – non si sa ancora indubbiamente che i miracoli sono degli Atti di onnipotenza propri solo del vero ed unico Dio in tre divine Persone, nonché di coloro ai quali Dio li vuol far fare e che sono i Suoi Santi.

A partire poi dal Concilio di Trento, sono state stabilite norme sempre più precise e severe prima di presentare all’esempio, alla venerazione, all’intercessione dei fedeli uomini e donne di Dio.

Per varcare la soglia del titolo, prima di “beato” e poi di “santo”, si è preteso, e si pretende tuttora, quella sorta di imprimatur, di “visto” divino costituito da uno o due miracoli – ovvero da uno o due Atti divini di onnipotenza delegata constatabili dalla ricerca umana dopo la morte terrena dell’uomo di Dio.”

Sulla stessa linea, il Concilio Vaticano I°, sess. III, cap.5, considera i miracoli dei segni certissimi adatti all’intelligenza di tutti (=da tutti comprensibili) della divina Rivelazione; li considera cioè delle teofanie, ossia dei fatti visibili che testimoniano dell’esistenza e presenza proprie del vero Dio, in altri termini: degli Atti amorevoli di onnipotenza, che solo il vero ed unico Dio che pure è Amore può fare e far fare ai Suoi Santi, discepoli od Apostoli che siano.

Per quanto riguarda l’archiviazione dei miracoli ufficialmente riconosciuti, esistono gli archivi di un’apposita Congregazione – quella delle “Cause dei Santi” – che costituiscono il maggiore deposito di un “miracoloso” che viene passato al vaglio stretto di apposite commissioni che ne stabiliscono l’origine onnipotente o sovrannaturale.

Queste Commissioni sono costituite non solo da uomini di fede, ma, obbligatoriamente, anche da uomini di scienza che si professano atei, pur se debbono in coscienza riconoscere il miracolo e, di conseguenza, scelgono spesso di convertirsi loro stessi e di testimoniare quindi sulla loro pelle la indubitabilita’ della conversione.

Ecco come correttamente parla del “miracolo dei pani e dei pesci” fatti dal nulla da Gesù come un suo Atto d’onnipotenza, un poeta cristiano del secolo scorso:

“Noi andiamo per leggi, conosciute dopo lungo sacrificio di sudore e di sangue. Tu, Signore, vai avanti per miracoli che sovrastano le leggi. Tu, se vuoi, con una sola Parola puoi fare dal nulla mille realtà di mondi diversi, così come hai fatto dal nulla quei migliaia di pani e di pesci per una folla che stava svenendo per strada e mangiandoli si è saziata ed irrobustita meglio di prima.”  Non erano un’illusione ottica collettiva, un miraggio o quant’altro di non-reale, ma erano singoli concreti pani, di cui ne furono raccolti diciannove ceste di avanzi in tutto: 12 durante il primo miracolo quando spezzasti il pane per i cinquemila affamati; e 7 durante il secondo miracolo quando spezzasti il pane per i quattromila affamati (Mc 8,14-21)”.

Se i pesci avessero potuto parlare avrebbero detto:

«Noi siamo i pesci del miracolo. Non siamo nati nel fondo del mare, nelle grotte o nell’acqua dai mille colori, tra la sabbia finissima, non abbiamo mai nuotato. Siamo nati nel canestro dei discepoli, con le nostre scaglie d’argento brillanti all’aria.”

“Dal nulla siamo stati sbalzati alla realtà della carità, e subito abbiamo avuto il breve ma essenziale compito che è proprio di tutto ciò che esiste: quello di donarci. Possiamo nascere vicino a chi ha fame più di verità che delle nostre carni appetitose.”

Anche noi – dicono i pani: – Non abbiamo per madre la spiga, non conosciamo la falce, il frastuono della battitura sull’aia, la macina del mulino. Ma ecco, qui, vedeteci ancora nei 12 canestri che sono stati riempiti dei nostri avanzi. Il nostro fornaio non si è intriso le mani di farina. Ha detto solo: “Non occorre che se ne vadano. Fateli sedere”» (cfr.:Mc 6,34-44..etc..).

GESU’ ATTESTA L’ONNIPOTENZA DEI MIRACOLI

Gesù stesso nei confronti dei Giudei e dei Farisei del Suo tempo usa l’argomentazione stringente ed insuperabile dei Suoi miracoli d’Amore quando costoro non solo non vogliono in mala fede riconoscerlo come Dio ma vogliono addirittura ucciderlo…

In queste circostanze, infatti, Gesù, – dopo aver detto che Lui ed il Padre sono una cosa sola – svela apertamente il loro colpevole e responsabile proposito criminoso:

.“Se io non faccio le Opere del Padre mio (=le opere che mostrano la mia Divinità: i miei Miracoli d’Amore) non credetemi, ma se le faccio, anche se non volete credere alle mie parole, credete almeno alle mie opere (=ai miracoli d’Amore che sono Atti d’Onnipotenza che faccio e faccio fare) affinché possiate conoscere che io sono nel Padre ed il Padre è in me (=che io sono Dio uguale al Padre) (Gv 10,30-38).

Ma nonostante gli Atti d’Onnipotenza fatti e fatti fare ai Suoi Discepoli, i capi ebraici delle strutture politico-religiose di allora non solo non l’hanno voluto accogliere per quello che mostrava di essere (=Dio) ma l’hanno fatto addirittura condannare a morte crocifisso per mano di pagani: proprio da quei Romani che militarmente li occupavano e che loro chiamavano… cani.

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ESEMPI CELEBERRIMI DI MIRACOLI NARRATI DA MESSORI.ultima modifica: 2023-12-24T07:06:55+01:00da pisodgl7

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