La Verità corrisponde alla Realtà

PARADISO, PURGATORIO ED INFERNO SECONDO GESU’ CRISTO.


PARADISO, PURGATORIO ED INFERNO SECONDO GESU’ CRISTO. Chiede il malfattore crocifisso alla Destra di Gesù: "«Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno!». ...E Gesù: «In verità in Verità ti dico: Oggi sarai con me in Paradiso»" (Luca 23, 42-43). Nel Vangelo appena trascritto: “Regno di Gesù Cristo o di Dio od anche “Paradiso” sono quindi la stessa medesima cosa! E’ stato perciò rivelato che la vera Vita eterna è per gli Esseri umani un Vivere felicemente alla presenza di Dio in una continua infinita novità di Vita (detto PARADISO). Il Paradiso è quindi l'unione definitiva tra Dio e l'uomo, come viene simbolicamente visto nella Bibbia (Cantico dei cantici, Apocalisse di Giovanni), ed è la più profonda delle aspirazioni dell'uomo, conducendolo definitivamente alla felicità infinita (v. I Corinzi, XIII, 12; I Giovanni, III, 2). Rivela ancora Gesù a proposito di quello che chiamiamo Purgatorio: “Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!” (Mt 5,25-26). Quì Gesù si riferisce a fatti di natura meno gravi dei peccati mortali, nel senso che se si lascia questo mondo senza essersi pentiti di peccati meno gravi di quelli mortali, quali quelli veniali, non si va subito in Paradiso ma in Purgatorio. Per poter andare in PARADISO occorre aver prima espiato in Purgatorio ogni singolo peccato veniale di cui in questo mondo non ci si è pentiti, perché nulla di impuro può entrare in Dio. L’inferno, invece, è tutt’altra cosa! In esso i dannati vivono in eterno il dolore, la rabbia e la disperazione propria a tutti coloro che lasciano questo mondo impenitenti di peccato mortale conosciuto come tale. L'inferno è un luogo di punizione e di disperazione che attende, dopo la morte, le anime degli uomini che hanno scelto in questa vita di compiere il male, senza pentirsi nemmeno in punto di morte. In particolare, Questa penosa situazione esistenziale riguardante l’anima è destinata ad aggravarsi ulteriormente allorché nell’ultimo Giorno della fine del mondo tutti corpi umani risorgeranno ricongiungendosi alle proprie anime: In questa situazione si sentiranno il pianto e lo “stridor di denti” che suggerisce l’idea della "rabbiosità" e dell’angoscia che provano i condannati. Infatti è per essi una dannazione, nel senso che, più lungo si fa il periodo di vita trascorso fuori di Dio con satana ed i suoi demoni, più triste ed angosciante diventa la condizione individuale d’esistenza di costoro che precipitano all’inferno. ...E sarà in definitiva che quanti hanno fatto il bene vivranno la Felicità eterna e quanti hanno fatto il male soffriranno il supplizio eterno (Mt 25,31-46). Se non si partecipa, infatti, della miracolosa, stupefacente onnipotenza creatrice della Vita di Dio dentro Dio, l’eternità della vita si tramuta nell’angoscia esistenziale dell’eterna ripetizione di una vita sempre uguale, in cui tutto è già accaduto e nulla di nuovo può mai più accadere che non sia già accaduto. VICE