GIUDA, IL MALIGNO E DINTORNI

      1. GIUDA, IL MALIGNO E DINTORNI

Sappiamo che l’umanità della Genesi perse l’immortalità e cadde dall’Eden in questo mondo senza Eden oltre che crocifisso e mortale per aver voluto ascoltare satana separandosi da Dio.(cfr.: Genesi. Capitoli : 1, 2 e 3).

Non solo ma oltre ad aver perso l’immortalità corporea, la scienza infusa e tutti gli altri doni o grazie di Dio, l’umanità contrasse quell’inclinazione a peccare discendente dal peccato originale che ferì la natura umana e quindi ogni essere umano rendendolo incline a peccare, vale a dire a dividersi da Dio facendo il male.

Si andava formando così una società in cui ciascun uomo era “homo homimi lupus”: sempre più vicino a satana e sempre più lontano da Dio.

Soltanto la Natura umana di Maria, la Madre di Dio, e quella umana del Figlio di Dio fattosi uomo sono esenti da qualsiasi innata inclinazione a peccare discendente dal peccato originale.

Subito dopo aver accennato all’esempio di umiltà che Egli, pur essendo Dio, aveva dato lavando i piedi ai suoi apostoli, Gesù comincia a parlare del caso di Giuda. Giovanni ci riferisce, al riguardo, che Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà» (Gv13,21).

Possiamo quindi supporre che Giovanni, ripensando all’evento, abbia dato alla risposta una evidenza che essa per i presenti, sul momento, non aveva. Il versetto 18 ci mette sulla giusta traccia.

Qui Gesù dice: «Deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane, ha alzato contro di me il suo calcagno» (cfr. Salmi, 41, 10; 55, 14).

Successivamente tali parole diventano totalmente trasparenti; si rende chiaro che la Scrittura descrive veramente il suo cammino – ma sul momento rimane l’enigma. Inizialmente se ne arguisce soltanto che colui che tradirà Gesù è uno dei commensali; diventa evidente che il Signore deve subire sino alla fine e fin nei particolari il destino di sofferenza del giusto, un destino che appare in molteplici modi soprattutto nei Salmi.

Gesù deve sperimentare l’incomprensione, l’infedeltà fino all’interno del cerchio più intimo degli amici e così «compiere la Profezie della Scrittura».

La rottura dell’amicizia giunge fin nella comunità sacramentale della Chiesa, dove sempre di nuovo ci sono persone che prendono «il suo pane» e lo tradiscono.

La sofferenza di Gesù, la sua agonia, perdura sino alla fine del mondo, ha scritto Pascal in base a tali considerazioni (cfr. Pensieri, VII, 553).

Gesù in quell’ora si è caricato del tradimento di tutti i tempi, della sofferenza che viene in ogni tempo dall’essere traditi, sopportando così fino in fondo le miserie della storia.

«Allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui» (13, 27). Ciò che a Giuda è accaduto per Giovanni non è più psicologicamente spiegabile. È finito sotto il dominio di qualcun altro: chi rompe l’amicizia con Gesù, chi si scrolla di dosso il suo «dolce giogo», non giunge alla libertà, non diventa libero, ma diventa invece schiavo di altre potenze – o piuttosto: il fatto che egli tradisce questa amicizia deriva ormai dall’intervento di un altro potere, al quale si è aperto: il potere maligno di satana: il nemico irriducibile per libera scelta di Dio e dell’Uomo.

Tuttavia, la luce che, provenendo da Gesù, era caduta nell’anima di Giuda, non si era spenta del tutto. C’è un primo passo verso la conversione: «Ho peccato», dice ai suoi committenti. Cerca di salvare Gesù e ridà il denaro (cfr. Matteo, 27, 3 ss). Tutto ciò che di puro e di grande aveva ricevuto da Gesù, rimaneva iscritto nella sua anima — non poteva dimenticarlo.

Ma ormai aveva scelto liberamente la menzogna sapendo che Gesù è la Verità e commettendo quel peccato mortale irreversibile che Gesù chiama “bestemmia contro lo Spirito Santo ovvero contro la Verità conosciuta e rigettata per accogliere la menzogna.

«Giuda perciò, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte» (Gv13, 30).
Giuda esce fuori -in un senso più profondo-. Entra nella notte, va via dalla luce verso il buio; il «potere delle tenebre» lo ha afferrato
per non lasciarlo più (cfr. Giovanni, 3, 19-20; Luca, 22, 53).

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GIUDA, IL MALIGNO E DINTORNIultima modifica: 2023-04-30T23:31:00+02:00da pisodgl7

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