LA RUSSIA DI PUTIN.

LA RUSSIA DI PUTIN.

Negli anni ‘70, la messa in discussione del regime comunista russo trovò espressione nel cosiddetto eurocomunismo, teorizzato da alcuni partiti comunisti europei, che contestavano i milioni di morti ammazzati in Russia sotto il regime comunista di Stalin allo scopo di bloccare ogni forma di dissenso popolare.

A quel tempo l’attuale presidente della Russia Putin nato a San Pietroburgo nel 1952, aveva poco più di venti anni. .

Il crollo del muro di Berlino (1989) nonché dei regimi comunisti dell’Est europeo e infine la dissoluzione dell’URSS (1991) hanno segnato una svolta epocale, decretando la fine tragica dell’esperienza politica comunista iniziata con la Rivoluzione bolscevica del 1917, anche se un discorso a parte – ma non troppo – va fatto per il comunismo della Cina popolare.

Quella di Putin è una visione politica del mondo che si è formata sul retaggio di Stalin, la parte più OMICIDIARIA ed autocratica del comunismo russo, rispetto a a quello più moderato di Trokji che purtroppo non prevalse perché fu assassinato su mandato dello stesso Stalin..

Da quel po’ che filtra in occidente, Putin sembra oggi condizionato dagli specchi deformanti di una propaganda volta a compiacerlo, da paure di tipo paranoico sulle minacce che verrebbero dalla Nato, nonché dalla convinzione di essere investito della missione parareligiosa di salvare la Russia e preparare un nuovo ordine eurasiatico da Lisbona a Vladivostok così come teorizzava poco tempo fa un uomo a lui molto vicino: certo Dmitrij Medvedev.

L’IMPERO RUSSO SOGNATO DA PUTIN E’ QUELLO SOVIETICO DI STALIN.

La nuova carta geografica imperialista del nuovo impero russo post sovietico con a capo l’ex appartenente al KGB comunista russo, V. Putin, comprenderebbe, in prima battuta, l’annessione di tutti gli Stati slavi ex comunisti che sono tradizionalmente divisi lungo linee linguistiche in Slavi occidentali (che comprendono i Cechi, gli Slovacchi, i Polacchi, i Casciubi e i Sorbi) Slavi orientali (che comprendono i Russi, i Bielorussi, gli Ucraini e i Ruteni) e Slavi meridionali (tra cui i Serbi, i Bulgari, i Croati, i Macedoni.. …

Il linguaggio di Putin, una delle poche vie di accesso ai suoi ragionamenti, sembra ricordare certe espressioni staliniste soprattutto per quel che riguarda la sprezzante definizione dei nemici ucraini (e dei nemici tout court) come insetti traditori: in particolare quei russi che di fronte all’invasione russa dell’Ucraina hanno lasciato il paese, sono stati bollati da lui come moscerini da sputare con disgusto.

Altre volte ha definito i suoi nemici come mosche o vermi,  Questo tipo di linguaggio era caratteristico sia di Hitler che di Stalin (ma anche di Lenin) come osservava già prima della caduta del Muro uno studioso polacco-tedesco, Andrzej Kaminski, in una storia comparata dei campi di concentramento.

Percio’, quanti erano giudicati di ostacolo ai progetti del regime nazionalsocialista, così come coloro che venivano considerati nemici dal regime sovietico, “non erano soltanto individui da sterminare, ma anche parassiti dannosi, dai quali la terra – la terra russa per gli uni, la terra in generale per gli altri – doveva essere ripulita”.

Come è facilmente COMPRENSIBILE questa riduzione degli esseri umani a parassiti, pidocchi, vermi, bacilli della tubercolosi, vipere ecc., eliminava allora – e forse contribuisce a eliminare anche oggi – qualunque idea che si stiano assassinando persone innocenti.

Le ideologie in mano al potere autocratico sono peggio della benzina gettata sul fuoco!

Uno dei maggiori studiosi della Russia sovietica, Moshe Lewin, descrisse in un suo saggio il bolscevismo leninista di“Stalin allo specchio,” mettendolo a confronto con il nazismo di Hitler.

Oggi c’è Putin con le sue Z (=Sterminio totale fino all’ultimo nemico) stampigliate su tutti i carri armati che hanno invaso e continuano ad invadere l’Ucraina.

ACCUSE FOLLI ALIMENTATE DA UNA PROPAGANDA CIECA .

Più di un elemento quindi della forma mentis di Hitler e di Stalin si ritrova anche nell’ex funzionario del Kgb, Putin come alcuni dei fantasmi e delle ossessioni.

Di sicuro è comune ai tre lo scollamento dalla realtà, l’essere immersi cioè in un mondo parallelo costruito anche grazie alla propria stessa propaganda politica.

Ed è comune la percezione paranoica di un pericolo costante che proviene da alcune categorie di popoli, che vanno percioeliminati.

Lo sterminio degli ebrei svolgeva per Hitler questa funzione, doveva proteggere la Germania da elementi (“insetti”) che volevano infettarne la purezza;

Ecco la “soluzione finale” di Hitler contro gli Ebrei ed ecco la guerra di annientamento di Putin, detto il macellaio, contro il Popolo ucraino .

Non è quest’ultima una guerra motivata contro il governo di un Popolo come tutte le guerre ma una guerra immotivata mossa per l’annientamento esistenziale di tutto un Popolo, l’Ucraino, colpevole solo di essere un Popolo democratico checattivo esempio secondo Putin, il quale vuole ricostituire il vecchio impero staliniano a partire dall’Ucraina attualmente assediata.

DEMOCRATURA” RUSSA E FASCISMO’.

La Russia, che fino a qualche anno fa definivamo con il neologismo consolatorio (per noi) di “democratura”, va ormai considerata in mano a Putin una dittatura in piena regola sotto molti punti di vista.

E tuttavia se il confronto tra la forma mentis dei tre dittatori, la somiglianza tra le loro ossessioni e fobie, hanno un fondamento, allora questo ha conseguenze rilevanti.

Il fatto che Putin non ragioni come noi, tanto da dare l’impressione di vivere in un mondo parallelo non privo di tratti onirico-paranoici, potrebbe rappresentare un ostacolo non da poco per la fine della guerra in Ucraina… E, in caso di vittoria putiniana, l’Inizio di un’altra guerra chissà dove.

Secondo uno dei maggiori storici contemporanei la Russia di oggi soddisfa la maggior parte dei criteri che gli studiosi utilizzano per descrivere il fascismo.

In quanto idea basata sul culto dell’irrazionalità e della violenza, il fascismo non è mai stato sconfitto.

Possiamo affermare che sia stato sconfitto solo nel campo di battaglia della seconda guerra mondiale. Ora è tornato e stavolta il paese che combatte una guerra di distruzione fascista è la Russia. Se la prepotenza stragista della Russia di Putin dovesse vincere, i fascisti di tutto il mondo si sentiranno in un certo senso rinvigoriti.

In tutte le sue varietà, è caratterizzato dal trionfo dell’arbitrio sulla ragione. Le persone non si trovano quasi mai d’accordo su ciò che concorre a descrivere il fascismo. Ma la Russia di oggi soddisfa la maggior parte dei criteri che gli studiosi tendono ad applicare per definirlo. C’è un culto per un unico leader, Vladimir Putin. C’è Il culto della morte, come nella seconda guerra mondiale.

Non è la prima volta che l’Ucraina è oggetto di una guerra fascista. La conquista del paese era il principale obiettivo bellico di Hitler nel 1941. Hitler pensava che l’Unione Sovietica, che allora governava l’Ucraina, fosse uno stato ebraico: progettò di sostituire il dominio sovietico con il proprio e rivendicare il fertile suolo agricolo dell’Ucraina.

L’Unione Sovietica sarebbe stata affamata e la Germania sarebbe diventata un impero. Immaginava che sarebbe stato facile perché l’Unione Sovietica, nella sua mente, era una creazione artificiale e gli ucraini un popolo coloniale.

Le analogie con la guerra di Putin sono sorprendenti. Il Cremlino definisce l’Ucraina uno stato artificiale, il cui presidente ebreo dimostra che non può essere reale.

Dopo l’eliminazione di una piccola élite, si pensa, le masse accetterebbero felicemente il dominio russo.

E’ stato Putin che negando al mondo il cibo ucraino, ha minacciato la carestia nel sud del pianeta.

Molti esitano nel vedere il fascismo nella Russia di oggi perché l’Unione Sovietica di Stalin si definiva antifascista. Ma questo non ha aiutato a definire cosa sia il fascismo. Con l’aiuto di americani, britannici e altri alleati, l’Unione Sovietica sconfisse la Germania nazista e i suoi alleati nel 1945.

La sua opposizione al fascismo, tuttavia, fu incoerente.

VICE

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