Sofferenza, depressione, senso di inadeguatezza ecc. sono tutte emozioni negative che portano una persona sana a vivere male i suoi giorni. Alla base di questo vi è una debolezza caratteriale, la stessa che però può colpire chi di carattere ne ha da vendere e quindi non sono immuni neanche loro.
Spesso le insofferenze menzionate sono comuni a soggetti con quoziente intellettivo anche molto elevato. Soggetti meno dotati invece soffrono meno e meglio si adattano alle vicissitudini che man mano si scontrano con la normale quotidianità. Sembra strano che le migliori menti soffrano più di altri le negatività che si prospettano di volta in volta, questo perché hanno capacità riflessiva più accentuata e mal accettano le prepotenze e sino a quando non riescono ad organizzarsi al fine di combattere e sconfiggere il male che si manifesta.
Tutto per dire che nessuno è immune da stati d’animo non ottimali. Nessuno ha la possibilità di essere felice per sempre. La felicità dura l’attimo in cui la stai vivendo, poi diventa quotidianetà e si incontrano gli ostacoli che vanno superati.
Mastro
Estelle_k dice:
Tu credi Mastro, che le insofferenze e gli stati negativi da te menzionati siano soprattutto comuni in “chi ha quoziente intellettivo
più elevato”? Io credo invece sia un fenomeno trasversale che ha radici di altro genere. La tua disamina è buona,
ma esistono al mondo persone nate con certe peculiarità dalla nascita, a prescindere dal bagaglio di cultura che permetta loro di scrutare più o meno razionalmente gli animi umani. Ritengo che il quoziente intellettivo non c’entri nulla sulla capacità di provare,e quindi di affrontare, le prove della vita in modo dignitoso e decoroso, aldilà del livello di difficoltà.
Lieta di vederti ancora scrivere:) 🙂
mastro.zero dice:
La cultura non c’entra nulla. Mi riferivo al fatto che chi ha intelligenza superiore può soffrire di più di chi non è una perla in quanto, con tutto il rispetto per le pecore, segue le mode e chi li indirizza come e dove meglio crede. Fa parte del gregge, accetta tutto.
Chi ha un quoziente intellettivo fuori della norma, non necessariamente è un dotto, può essere anche un analfabeta- Distinguo intelligenza da cultura-
Forse ho espresso male il concetto. Anche se non mi sento parte del gregge il mio quoziente evidentemente non è molto- 🙂
Estelle_k dice:
Allora la pensiamo allo stesso modo, grazie a te per la risposta 🙂
E ti prego…non mettere in dubbio il tuo quoziente solo perché io avevo bisogno di approfondire ciò che volevi esprimere, qui sono io che non ho afferrato subito :D.
Nuvola_vola dice:
ognuno il suo percorso…ognuno sa …non ci sono regole uguali x tutti… tutto sarebbe troppo facile se la soluzione fosse uguale x tutti…
A me sta distruggendo e nonostante ci provo non riesco a fare un passo in più. sono ferma e bloccata…
un sorriso
mastro.zero dice:
Non posso conoscere nel dettaglio il tuo percorso.
Vero che ognuno reagisce in modo diverso alle avversità. Il tempo, generalmente, è l’unica medicina che fa si che le cicatrici si possano rimarginare e il dolore diventa meno lancinante.
Trova una spalla che possa risollevarti. Non chiuderti nel dolore.
Un abbraccio.
surfinia60 dice:
La felicità è solo una parola vuota. In altre parole, è un concetto che trovo incompatibile con lo stato attuale del mondo in cui viviamo. Come ci si può definire felici guardando appena oltre il proprio naso ? Ci possono essere attimi di serenità, sollievo, benessere, gioia. Attimi! tutto qui. Il carattere c’entra poco. Un saluto